Semonide

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« La prole della scimmia: è questo il guaio più grave che da Dio fu dato agli uomini. Bruttezza oscena: va per la città una tal donna e fa ridere tutti. È senza collo, si muove a fatica, niente natiche, tutta rinsecchita. Povero chi l’abbraccia, un mostro simile. Ma la sa lunga, ha i modi della scimmia. La gente la deride? Se ne infischia. Certo, bene non fa: non mira ad altro né pensa ad altro tutta la giornata che a far del male, e a farne più che può. »

(Semonide, dal frammento "Invettiva contro le donne")

Semonide (in greco Σημωνίδης), nato a Samo e vissuto nel VII secolo a.C., fu un poeta giambico greco.

L'esatto periodo in cui visse è incerto: nell'antichità veniva collocato prima di Archiloco, mentre invece il lessico bizantino Suda sostiene che fu un suo contemporaneo. Oggi si pensa che sia vissuto dopo di lui, seppur di poco, perché la sua poesia sembra dipendere da quella di Archiloco.

Semonide viene detto spesso di Amorgos, perché guidò da Samo, sua patria, un gruppo di persone per fondare sull'isola la colonia di Minoa. Da questo fatto, unico evento certo che si conosce della sua vita, si è dedotto che il poeta fosse di estrazione aristocratica.

La Suda attribuisce a Semonide un poema elegiaco in due libri sulla storia di Samo e versi giambici. Della sua produzione ci sono rimasti solo 200 versi riuniti in circa 40 frammenti, molti dei quali tramandati sotto il nome del più famoso Simonide a causa di errori nella grafia del nome sui molti codici; l'esatta grafia ci è stata però tramandata dal grammatico bizantino Giorgio Cherobosco. Gli unici due frammenti di una certa rilevanza sono uno che descrive i mali umani, in trimetri giambici, ed un altro, la cosiddetta invettiva contro le donne (ψόγος γυναικῶν, psògos ghynaikòn), che cataloga le donne in 10 categorie derivanti o da animali o da elementi naturali. 9 di queste categorie di donne sono descritte in modo negativo; l'unica donna che Semonide ritiene positiva è colei che deriva dall'ape.