Roberto Bracco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Roberto Bracco (Napoli, 19 settembre 1861 – Sorrento, 21 aprile 1943) è stato un giornalista, scrittore e drammaturgo italiano. Fu amico intimo di alcuni dei maggiori esponenti dell'arte partenopea, tra i quali ricordiamo Gennaro Villani, Salvatore Di Giacomo e Francesco Cangiullo..
[modifica] Biografia
Dopo aver lavorato in una ditta di spedizioni, inizio un’intensa attività di giornalista, scrivendo inoltre novelle e poesie. Collaborò a diversi giornali, tra cui Corriere del mattino, Napoli e dal 1884 al Corriere di Napoli, in qualità di critico teatrale e musicale.
Fu autore di molte opere teatrali, tra cui: Non fare ad altri, Una donna, Maschere, Infedele, Il trionfo, Don Pietro Caruso, Sperduti nel buio, Piccolo santo.
Sebbene oggi quasi dimenticato, Bracco è stato uno dei più grandi autori di teatro italiani del Novecento, diverse volte candidato al Premio Nobel per la letteratura. Conobbe grande successo in Italia e all’estero; le sue opere furono rappresentate da Eleonora Duse e da Emma e Irma Gramatica.
Fu capace di resistere al teatro di Luigi Pirandello, con cui ebbe modo di polemizzare. Eletto deputato popolare, egli fu però presto vittima del regime fascista. Fu dichiarato decaduto dalla carica di deputato e i suoi lavori furono ben presto eliminati dalla circolazione.
Nel 1926, la sua casa napoletana fu quasi interamente distrutta dai fascisti e, qualche tempo dopo, subì un agguato. Nel 1929, a Roma, la rappresentazione de I Pazzi fu improvvisamente interrotta da una squadra fascista. Da quel momento scese l’oblio su questo grande autore, alla stessa sua morte, avvenuta nel 1943, fu data scarsissima rilevanza sui giornali.
Fu anche autore di alcune canzoni, tra queste: Salamelic, Nun t'o ffa fa, Canzone all’antica e L'ammore 'e Napule.
