Quattro elementi
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I quattro elementi sono, secondo Empedocle, le quattro radici di tutte le cose, immutabili ed eterne, corrispondenti ad acqua, aria, fuoco e terra.
Secondo il filosofo queste, interagendo tra loro grazie alle forze universali, amore e odio, sono principio di tutte le cose. Questo concetto descrive la realtà come un processo graduale ed eterno di cambiamento dell' equilibrio tra le forze universali; la nascita e la morte quindi non esistono in sè poiché il cosmo risulta creato dalla mescolanza e dalla separazione di questi quattro elementi fondamentali.
Concretamente la storia di questi elementi di mescola anche alla mitologia e alla leggenda. Testimonianza effettiva della considerazione di questi elementi si ha attraverso i filosofi della scuola di Mileto ai quali, specie a Talete, è attribuito l'inizio della ricerca filosofica sull' archè.
Indice |
[modifica] Acqua
Secondo Talete, l'acqua è il principio originario che determina la vita, elemento nel quale tutte le cose ritornano terminata la loro esistenza. Aristotele non troverà ragioni a questa affermazione del filosofo ma intuisce che l'idea di Talete proviene dalla semplice osservazione della natura: ogni cosa si nutre dell'umido, quindi tutto ciò che è umido è vitale, perciò, essendo l'acqua fonte di questa umidità vitale, deve essere anche il principio fondante. L'idea di Talete, sempre secondo Aristotele, potrebbe anche avere origine nei poemi omerici che fanno di Oceano e Teti gli artefici della generazione.
[modifica] Aria
Anassimene identifica il principio delle cose nell' ànemos, il soffio vitale. L' aria è infinita, immensa e sempre in movimento, non necessita di un supporto, a differenza dell' acqua, ed è essenziale per la vita. Egli inoltre ipotizza che le trasformazioni qualitative delle cose hanno origine nel processi quantitativi di condensazione e rarefazione dell'aria; cerca di dare una spiegazione alla moltepilcità infinita delle cose mediante un modello meccanico privo di finalismo. Spesso ad Anassimene si fanno risalire le radici della dottrina filosofica del meccanicismo
[modifica] Fuoco
L'elemento "fuoco" può essere attribuito ad Eraclito il quale conferiva ad esso il processo di metamorfosi della realtà. In realtà egli non vede nel fuoco un principio: il fuoco funge semplicemente da immagine utile a spiegare il mutamento incessante delle cose.
[modifica] Terra
[modifica] L'Apeiron
L'ápeiron (ciò che non ha limite) è il principio originario elaborato da Anassimandro in contrapposizione agli elementi. Le caratteristiche dell'àpeiron sono simili a quelle del posteriore essere parmenideo: l'apeiron quindi non ha caratteristiche materiali, è ingenerato e indistruttibile. La generazione delle cose deriva dal processo di separazione dell'àpeiron, e in esso tutte le cose rifluiscono. Unico frammento attribuito al filosofo dice: "dove gli esseri hanno origine, quivi hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l'un l'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo". Se queste frasi sono attribuibili realmente al filosofo si può pensare che tutte le cose una volta distaccate dall'àpeiron tendono ad opporsi e combattersi; questa interpretazione può nascere sia dalla considerazione del periodo storico in cui visse Anassimandro, sia dall'idea orfica di colpa ed espiazione a cui l'intera natura sarebbe soggiogata.
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