Pigmalione di Tiro
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Pigmalione fu un leggendario re di Tiro, figlio di Belo e fratello di Didone. Viene identificato con il personaggio storico di Pumayyaton[1], figlio del re di Tiro Mattan I (829-821 a.C.),[2] e re a sua volta dall'820 al 774 a.C.[3]
Secondo la leggenda, Didone aveva sposato un sacerdote di Ercole, Sicheo (o Sicarbas/Acerbas), il più ricco di tutti i fenici. Pigmalione, accecato dall'avidità di ricchezze, avrebbe sorpreso un giorno Sicheo nel tempio, mentre sacrificava agli dei, e lo avrebbe assassinato ai piedi del'altare. Per molto tempo tenne celato l'assassinio, inducando la sorella a nutrire vane speranze. Ma l'ombra di Sicheo, provato degli onori di una sepoltura, apparve in sogno a Didone mostrandole l'altare ai piedi del quale era stato immolato e consigliandole di fuggire portando con sé i tesori che da tempo aveva nascosto in un luogo segreto. Da qui la nascita di Cartagine.
Secondo una versione di Fénelon[4] Pigmalione avrebbe sposato Astarbea (Astarbé), donna empia e malvagia ancora più di lui. Questa, innamorata del ricco Joazar, desiderosa di vedere salire al trono quest'ultimo, decise di far morire sia Pigalione che i figli da lui avuti. Con false accuse di tradimento fece mettere a morte il primogenito, Fadael, e allontanare il secondogenito, Baleazarre (Baléazar), incaricando di ucciderlo i marinai che dovevano portarlo a Samo. In seguito, uccise anche il marito, prima avvelenandolo e poi strangolandolo mentre già era moribondo. Ma Baleazarre, che, gettato in mare, si era salvato, tornò e fece giustizia.
[modifica] Bibliografia
- P. Commelin, Nouvelle mythologie grecque et romaine, Paris 1909
[modifica] Note
- ^ Una lista dei re di Tiro è desunta da due opere di Giuseppe Flavio, il Contro Apione i. 18, 21, e le Antichità giudaiche viii. 5.3; 13.2. Tale lista si basava su Menandro di Efeso, che aveva desunto le sue informazioni dalle cronache di Tiro. (Jewish Encyclopedia: "Phenicia").
- ^ Stearns, Peter N., et al., The Encyclopedia of World History. II.B.6. Pheonicia, 2001
- ^ "...visse cinquantasei anni, e regnò per quarantasette. Ora, nel settimo anno del suo regno, sua sorella fuggì da lui, e costruì la città di Cartagine in Libia." (Menandro di Efeso, citato da Giuseppe, Contro Apione, i.18.).
- ^ Le avventure di Telemaco, libri