Paradiso - Canto quinto
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Il canto quinto del Paradiso di Dante Alighieri si svolge nel cielo della Luna e nel cielo di Mercurio, ove risiedono rispettivamente le anime di coloro che mancarono ai voti fatti e quelle di coloro che si attivarono per conseguire fama e onori terreni; siamo nel pomeriggio del 13 aprile 1300, o secondo altri commentatori del 30 marzo 1300.
[modifica] Temi e contenuti
- La dottrina del voto - versi 1-63
- Ammonimento ai cristiani - vv. 64-84
- Ascesa al cielo di Mercurio - vv. 85-139
[modifica] Riassunto
(vv 1-33) Prima di chiarire il dubbio di Dante emerso nel precedente canto, Beatrice spiega perché lei gli appaia così luminosa da abbagliarlo, e si compiace con il suo intelletto, il quale già accoglie l'eterna luce (ovvero il bene e la verità eterni). Inizialmente dimostra l'aspetto sacrale del voto, essendo questo un patto tra l'uomo e Dio (v28): con esso, infatti, l'uomo fa sacrificio a Dio del dono più grande ricevuto dal suo Creatore, e non concesso alle altre creature, il libero arbitrio( 19-24). Non può, dunque, usare nuovamente la libertà che egli ha sacrificato a Dio con un atto volontario.
(vv 34-84) Nonostante ciò, la Chiesa concede dispense dai voti. Beatrice distingue allora nel voto i due elementi essenziali: la materia del voto (castità, povertà...) e la convenenza (il patto con Dio). La materia può essere mutata, ma solamente col permesso della Chiesa e solo se la nuova offerta è superiore per valore alla prima. Non è possibile cancellare il patto se non quando il voto è stato adempiuto completamente. Da qui ne consegue che i cristiani non devono considerare con leggerezza i voti che non possono mantenere.
(vv 85-99) Beatrice e Dante salgono poi al secondo cielo, quello di Mercurio , in cui si trovano le anime di quelli che in vita operarono il bene per conseguire onore e gloria. Il passaggio al cielo di Mercurio ha il significato del «trasmutar sembiante» di Beatrice (v88): nel suo volto sempre più radioso, Dante può notare il proprio avanzamento nel cammino che lo porta alla conquista della verità eterna.
(vv 100-139) In Mercurio appaiono diversi spiriti e Dante desidera sapere chi siano. Uno tra questi si rivolge al Poeta dichiarandosi pronto a soddisfare, in nome della carità, ogni sua domanda. Dante chiede di poter conoscere il suo nome e il motivo per il quale sia lì. Nel prossimo canto l'anima in questione (che si scoprirà essere quella di Giustiniano) risponderà alle sue domande.
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- Wikisource contiene il testo completo del Canto quinto del Paradiso
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