Paesi in via di sviluppo
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Sono definiti paesi in via di sviluppo (in un acronimo, PVS) tutti quei paesi compresi nella parte I della lista stilata dall'OCSE, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Si tratta di paesi con livelli di sviluppo molto bassi, suddivisi in 5 categorie, in base al livello medio di reddito pro capite:
- paesi meno sviluppati (meno di un dollaro al giorno)
- altri paesi a basso livello di reddito (inferiore a 745$ all'anno nel 2001)
- paesi a basso-medio reddito (tra 746$ e 2975 all'anno)
- paesi ad un livello di reddito pro capite annuo medio-alto (tra 2976 e 9205$ all'anno)
- paesi ad alto livello di reddito (più di 9206$ all'anno nel 2001)
Tutti questi paesi, viste le loro gravi situazioni di sottosviluppo, beneficiano di aiuti pubblici allo sviluppo da parte dei paesi industrializzati.
I cosiddetti Paesi in Via di Sviluppo risultano avere caratteristiche comuni, aggregate e simultanee: presentano bassi tassi di crescita del Reddito Nazionale, bassi tassi di crescita del Reddito pro capite, ristretta base industriale, poca accumulazione del capitale, alta percentuale di povertà assoluta, basso tenore di vita – come da indicatori ISU circa sanità, mortalità, fame ed educazione. L’interazione pervasiva tra dinamiche demografiche, occupazionali, migratorie, ambientali e sociali con gli aspetti economici e produttivi e le esternalità derivanti da tali interazioni creano vulnerabilità e dipendenza, indebolendo le strutture politiche e istituzionali, erodendo il senso civico, l’autostima e la capacità d’innovazione, moltiplicando i market failures e accrescendo tensioni e conflitti. I PVS sono geograficamente concentrati nel Sud del Mondo, identificato come geograficamente posto sotto la linea immaginaria di Brandt che divide i Paesi sviluppati (o avanzati) dai Paesi in via di sviluppo. Esistono differenti modalità di classificazione dei Paesi con tali caratteristiche, fondate principalmente sul tasso di sviluppo e sulle variabili macroeconomiche. Oltre alla definizione di PVS, si affianca la più eufemistica definizione di LDC – Least Developed Country – elaborata dall’ECOSOC, che definisce LDC i Paesi con basso reddito, scarso sviluppo economico, scarso sviluppo sociale e vulnerabilità economica. L’UNDP ha elaborato e inserito nel suo rapporto annuale sin dal 1990 un indicatore che tiene conto di variabili del tenore di vita, l’HDI (Human Development Index), dividendo il mondo in tre macro fasce: i Paesi ad alto sviluppo (con ISU maggiore allo 0,800), i Paesi a medio sviluppo (0,500 < ISU< 0,799) e Paesi a basso sviluppo (0,300 < ISU < 0,499). La World Bank valuta lo stato economico di un Paese esclusivamente in base al reddito pro capite (4 fasce globali: reddito basso meno di 825 $ ; medio basso tra 826 e 3255 $; reddito medio alto tra 3256 e 10065 $; reddito alto oltre 10066 $), calcolando che bassi livelli di reddito spesso corrispondono a bassi livelli di sviluppo (Y -> S+C con C maggiormente speso in I in Ku -> produttività -> sviluppo); tuttavia è un indicatore che non tiene in conto il grado di povertà e distribuzione del reddito e non permette valutazioni sul potenziale dinamico economico di lungo periodo. Per la WB esiste anche un altro indicatore discriminante tra Paesi, ovvero l’eleggibilità al prestito: possono accedere ai prestiti IDA tutti i Paesi con reddito inferiore a 1065 $, mentre in aggiunta agli IDA possono usufruire dei finanziamenti dell’IBRD solo i Paesi finanziariamente affidabili. IMF e WB hanno elaborato un altro progetto, inoltre, di classificazione dei Paesi con alti livelli di povertà e di peso dell’indebitamento estero, nominati HIPC (Heavily Indebted Poor Countries). Altri indicatori sono il tasso di crescita della popolazione, che stabilisce una proporzionalità inversa tra reddito e natalità; la composizione del PIL per settore; la componente rurale sulla popolazione totale (assumendo, come da definizione PVS, che la prevalenza del settore agricolo nel PIL rende vulnerabile l’intera economia del Paese). Infine, terminologicamente, esiste anche la differenziazione tra Primo, Secondo e Terzo Mondo, laddove la definizione Terzo Mondo fu coniata da Alfred Sauvy nel 1952 per indicare i Paesi non allineati con nessuno dei due blocchi della Guerra Fredda, e in relazione al ruolo del Terzo Stato nella Rivoluzione Francese, e definendo come Primo Mondo i paesi ad economia di mercato (capitalistica) e Secondo i Paesi ad economia pianificata o centralizzata (come nel blocco sovietico).
[modifica] Voci correlate
- Primo Mondo
- Secondo Mondo
- Terzo Mondo
- Economia dello sviluppo
- Economisti dello sviluppo
- Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
- Indice di sviluppo umano
- Sud del mondo