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Mott the Hoople - Wikipedia

Mott the Hoople

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Mott the Hoople
Nazionalità Inghilterra
Genere Hard rock
Glam rock
Periodo attività 1969 - 1980
Strumento {{{Strumento}}}
Etichetta Island Records
CBS Records
Columbia Records
Band attuale {{{Band attuale}}}
Band {{{Band precedenti}}}
Album pubblicati 42
Studio 9
Live 6
Raccolte 27
Sito ufficiale
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

I Mott the Hoople furono uno storico gruppo rock inglese, attivo negli anni '70.

Indice

[modifica] Storia

Nati 1969 dal gruppo "Silence", per volonta' del manager Guy Stevens, venne sostituito il cantante Stan Tippins, col piu' esperto Ian Hunter ed il nome del gruppo venne cambiato in Mott The Hoople (titolo di una novella inglese scritta da Willard Manus). Il primo omonimo album Mott the Hoople esce nello stesso 1969. Cover strumentale di "You Really Got Me" dei Kinks, ballate in stile Dylaniano, la rockeggiante "Rock and Roll Queen" firmata dal chitarrista Mick Ralphs e la cover di Sonny Bono & Cher "Laugh At Me" caratterizzano l'album. Una delle loro prime esibizioni live avvenne alla Bat Caverna di Milano Marittima. Altre fonti la indicano il locale a Riccione, ma pare non esista più. Il 1970 li vede impegnati nella registrazione del black album Mad Shadows, registrato live in studio per tentare di recuperare l'energia delle loro esibizioni. Difatti nonostante le scarse vendite di dischi i Mott The Hoople hanno sempre registrato notevole successo di pubblico ai concerti. Album osteggiato dalla critica che contiene però dei classici quali "Walkin' with a Mountain", "Thunderbuck Ram", "You are one of us" e "I can feel". Nel 1971 viene pubblicato l'album Wildlife. Cambio di tendenza musicale che strizza l'occhio a sonorità piu' americaneggianti. Da segnalare canzoni come "Whiskey Women", "Angel Of Eighth Avenue", "Waterlow" (i Nomadi ne fecero una cover), 2Original Mixed Up Kid Keep a Knockin'" registrata durante un concerto, ancora per richiamare al potente sound espresso durante le esibizioni, ma che non trovava la propria dimensione su vinile. Sempre nel 1971 esce Brain Capers. Le vendite furono fallimentari anche per questo album, ma alcuni pezzi vennero poi considerati come le tracce guida per diversi generi musicali quali il punk rock e la new wave. "Death May Be Your Santa Claus", "The Journey", "Sweet Angeline", "The Moon Upstairs" alcuni dei titoli. Delusi dagli insuccessi di vendite nonostante i tutti esaurito ai concerti decisero di sciogliersi, quando un loro accanito fan di nome David Bowie si propose loro come produttore insieme al chitarrista ed arrangiatore Mick Ronson. Bowie offrì ai Mott The Hoople il pezzo "Suffragette City", ma venne rifiutato in quanto cosiderato non adatto al gruppo. Venne invece accettata "All The Young Dudes", che diede il nome all'intero album. Il singolo venne indicato da Bowie come una potenziale numero 1 in classifica. Hunter ridendo rispose affermando un 3° posto e questo avvenne. Singolo ed album furono un successo di vendite e finalmente il gruppo cominciò a godersi la meritata fama. È doveroso segnalare che l'album All the young dudes va ad aggiungersi ad altri due album prodotti nello stesso anno dal duo Bowie/Ronson. Oltre a The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars dello stesso Bowie, c'è anche "Transfomer" di Lou Reed. Titoli piu' conosciuti di All the young dudes sono la cover "Sweet Jane", "One of the boys" e "Ready for love" di Ralphs (registrata nuovamente nel 1974 sull'album omonimo dei Bad Company). Arriva il tastierista esperto in sintetizzatori Morgan Fisher (suonò in seguito in una tournè coi Queen ad inizio anni '80, oggi è uno stimato musicista e produttore in Giappone). Nel 1973 viene pubblicato Mott. Viene considerato il miglior album del gruppo. Una su tutte "All The Way From Memphis", inno al rock, ai rockettari e chiunque ami la musica. Canzone che è stata oggetto di cover tra i tanti anche dal chitarrista dei Queen Brian May e da Michael Shencker. In questo album non è più presente il tastierista Verden Allen che decise di abbandonare il gruppo in quanto la direzione musicale prese una strada differente da quel che desiderava. Il chitarrista Mick Ralphs lasciò il gruppo a termine della registrazione dell'album e di qualche concerto per lo stesso motivo, per le tensioni sulla leadership del gruppo con Hunter e perché egli non fu in grado di eseguire la giusta interpretazione della sua canzone "I can't get enough". Ralphs fondò così i Bad Company (con Paul Rodgers). Il primo singolo "Can't get enough" è diventato uno dei classici del rock. Il vuoto alla chitarra solista fu colmato dal chitarrista degli Spooky Tooth e dei WidowMakers: Luther Grosvenor, che per l'occasione assunse l'identita' di Ariel Bender. Presenza scenica eccezionale, sound potente, ma poco fantasioso in studio tanto che dopo la pubblicazione dell'album The Hoople del 1974 venne, a quanto pare, allontanato dal gruppo da Hunter (gossip da verificare). Il disco fu un altro successo di vendite grazie ai singoli "The Golden Age of Rock and Roll" e "Roll Away The Stone". Da citare "Marionette" considerata la progenitrice di "Bohemian Rhapsody" dei Queen e "Crash Street Band" che annunciava i problemi sociali delle gang dei ragazzi di quartiere. Ariel Bender lascia la band ed arriva l'ex chitarrista ed arrangiatore di Bowie, Mick Ronson. Registrano il singolo "Saturday Gigs", un disco live prodotto dal batterista (all'epoca solo le band piu' importanti vantavano un disco dal vivo), programmano una tournè che verrà cancellata. Hunter venne ricoverato per collasso dovuto a stress e i Mott The Hoople si sciolsero in quanto Hunter lasciò la band, portando con sé Mick Ronson (r.i.p. 1993).

Hunter e Ronson registrarono diversi album insieme a più riprese negli anni. Due classici sono "Once Bitten Twice Shy" del 1975, (rifatta dai Great White nel 1989) e "Cleveland Rocks" (rifatta dai President of the USA). Ronson morì nel 1993 a causa di un cancro. Ian Hunter è ancora in attività nonostante i suoi 70 anni. Ha pubblicato un nuovo disco nel 2007 ed è in tournee in Europa e USA. È considerato "l'ultimo dei rocker". Si ricordano entrambi per la partecipazione al Freddie Mercury Tribute nel 1992. Gli unici insieme a Bowie a poter eseguire un loro pezzo durante il concerto dei Queen.

I rimanenti membri dei Mott The Hoople reclutarono alla voce Nigel Benjamin ed alla chitarra Ray Major. Pubblicarono nel 1975 l'album Drive On e nel 1976 Shouting and Pointing. Nel 1978 divennero "British Lions" pubblicando l'omonimo album col cantante John Fiddler (ex-Medicine Head), con il manager degli Status Quo. Registrarono anche un secondo album, ma venne pubblicato due anni dopo lo scioglimento del gruppo.

[modifica] Dopo lo scioglimento

  • Ian Hunter è in piena attivita', pubblica album, dvd, suona in tournè.
  • Mick Ralphs ebbe successo mondiale coi Bad Company.
  • Verden Allen ha un suo gruppo ed ha pubblicato un paio di dischi.
  • Dale Griffin è produttore e collabora con la Sony.
  • Overend Watts citato ad una premiazione come miglior bassista agli MTV awards nonostante non fosse tra i candidati, sembra gestisca un negozio di articoli da pesca (mitici i suoi boots ripresi dai Kiss).
  • Morgan Fisher è stimato musicista e produttore in Giappone.
  • Ariel Bender ha registrato album ed ha un suo gruppo.
  • Mick Ronson muore nel 1993.

[modifica] Riconoscimenti

Da notare che i Mott The Hoople furono considerati il più importante gruppo rock live dell'epoca. Ai loro concerti si vedevano tra il pubblico artisti "concorrenti" e ben più blasonati quali Led Zeppelin, Rolling Stones e Free. Si narra anche di una rissa tra Mott The Hoople a Led Zeppelin. I Mott The Hoople sono stati primi a portare un concerto rock in un teatro di Broadway e sono stati l'unico gruppo ad avere come "open act" i Queen. In rete è possibile trovare diversi siti oltre a quello ufficiale di Ian Hunter, riguardanti i Mott The Hoople. Esiste poco materiale video riguardante il gruppo, se non qualche promo video e qualche esibizione a trasmissioni TV. Molto di più esiste a riguardo della lunga carriera di Hunter.

I Mott The Hoople continuano ad avere una schiera di fans affezionati, sono uno dei gruppi culto degli anni '70. Più volte si è vociferato di una reunion, ma Hunter ha sempre negato sostenendo che la band ha avuto più fans, più fama e successo dal loro scioglimento e che una reunion non riporterebbe certo indietro le lancette dell'orologio. Quel sound rimane legato agli anni '70 ed è irripetibile.

[modifica] Formazione

[modifica] Discografia

[modifica] In Studio

  • 1969 - Mott the Hoople
  • 1970 - Mad Shadows
  • 1971 - Wildlife
  • 1971 - Brain Capers
  • 1972 - All The Young Dudes
  • 1973 - Mott
  • 1974 - The Hoople
  • 1975 - Drive On
  • 1976 - Shouting and Pointing

[modifica] Live

  • 1974 - Live - UK #32 / U.S. #23
  • 1996 - Original Mixed Up Kids: The BBC Recordings
  • 2000 - Rock 'n' Roll Circus: Live Wolverhampton Civic Hall, 6th April 1972
  • 2000 - Live Dudes
  • 2006 - Live Fillmore West: San Francisco
  • 2007 - Fairfield Halls, Live 1970

[modifica] Raccolte

  • 1972 - Rock & Roll Queen
  • 1975 - Greatest Hits
  • 1979 - Shades of Ian Hunter: The Ballad of Ian Hunter & Mott the Hoople
  • 1990 - Walkin' with a Mountain: The Best of Island Years, 1969-1972
  • 1992 - Collection
  • 1992 - London to Memphis
  • 1993 - The Ballad of Mott: A Retrospective
  • 1994 - Backsliding Fearlessly: The Early Years
  • 1997 - Super Hits
  • 1997 - All the Young Dudes
  • 1998 - All the Way from Stockholm to Philadelphia: Live 71/72
  • 1999 - Live: Over Here and Over There - 75/76
  • 2000 - Friends and Relatives
  • 2000 - Greatest Hits Live
  • 2000 - A Tale of Two Cities
  • 2000 - The Gooseberry Sessions & Rarities
  • 2001 - World Cruise
  • 2001 - The Best of the Island Years: 1969-1972
  • 2002 - Two Miles from Live Heaven
  • 2002 - Hoopling: Best of Live
  • 2002 - The Best of Mott the Hoople
  • 2004 - Mojo Presents... An Introduction to Mott the Hoople [live]
  • 2005 - Family Anthology
  • 2006 - Essential Young Dudes: Live and More
  • 2006 - An Introduction to Mott the Hoople
  • 2006 - Journey: A Retrospective
  • 2007 - Mott the Hoople [Black Box]
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