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Lungarno - Wikipedia

Lungarno

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I Lungarni (sing. Lungarno) sono le strade che costeggiano il corso del fiume Arno nelle città che esso attraversa: tra le maggiori vi sono Pisa e Firenze.

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[modifica] Lungarni fiorentini

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Il Lungarno Torrigiani a Firenze
Il Lungarno Torrigiani a Firenze

I lungarni fiorentini tagliano in due il centro storico e vi si affacciano numerosi luoghi di interesse.

I viali dei lungarni vennero regolarizzati durante l'Ottocento, spesso sacrificando alcune pittoresche strutture antiche, come le peschiere oppure il passaggio coperto sul Lungarno Serristori che portava dal Palazzo Serristori al Ponte alle Grazie.

Sulla riva nord da ovest, dopo il Parco delle Cascine, si incontra il Lungarno Vespucci fino a Piazza Goldoni, poi il Lungarno Corsini (dove si trova il Palazzo Corsini), il Lungarno degli Acciaiuoli, il Lungarno degli Archibugieri (dove passa il Corridoio Vasariano e si affacciano gli Uffizi), il Lungarno Diaz (dove è presente l'edificio neoclassico della Camera di Commercio), il Lungarno delle Grazie (con l'oratorio di Santa Maria delle Grazie), il Lungarno della Zecca Vecchia (dominato dall'edificio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) e poi oltre il centro storico il Lungarno Pecori Giraldi, il Lungarno del Tempio e il Lungarno Cristorforo Colombo.

Sulla sponda dell'Oltrarno da ovest si incontrano prima del centro i Lungarni dei Pioppi e Pignone; dopo il Torrino di Santa Rosa si susseguono il Lungarno Soderini, dove si apre la Piazza di Cestello, il Lungarno Guicciardini, poi da Piazza de' Frescobaldi fino a dopo il Ponte Vecchio la sponda è occupata da edifici quindi non transitabile; successivamente si trovano il Lungarno Torrigiani, il Lungarno Serristori con Piazza Demidoff, il Lungarno Cellini e il Lungarno Francesco Ferrucci.

[modifica] Lungarni pisani

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Lungarni Pisani visti da Ponte Solferino
Lungarni Pisani visti da Ponte Solferino

I Lungarni pisani, sono ampie strade che da una parte costeggiano antichi palazzi e dall'altra le cosiddette "Spallette", muri in pietra e mattoni che all'occorrenza vengono ulteriormente rialzati per impedire alle piene dell'Arno di devastare la città. La grande ampiezza dei Lungarni da un aspetto signorile e di largo respiro al centro storico, specie nel tramonto. La sera i lampioni posti sulle "spallette" dell'Arno si specchiano nell'Arno, costituendo un gioco magico. I Lungarni pisani sono stati molto amati da numerosi scrittori italiani ed europei dell'ottocento per la bellissima scenografia urbana descritta dalla lunga curva del fiume. Gli Italiani li descrivevano “pieni di carrozze e pedoni, vi si sentono parlare dieci o venti lingue, vi brilla un sole bellissimo tra le dorature dei caffè, nelle botteghe piene di galanterie e nelle invetriate dei palazzi e delle case, tutte di bella architettura” (Giacomo Leopardi). I Francesi trovavano “i lungarni rivestiti di pietra somiglianti a Parigi”; basta accennare alla descrizione con cui si apre il settimo capitolo di Chavornay, uno tra i primi “best seller” europei, dello scrittore e viaggiatore Charles Didier, pubblicato a Bruxelles nel 1838 - “Le Lung’arno de Pise est la plus belle ligne de quais qu’il y ait en Europe [...] ” - ed ambientato al caffè dell'Ussero, dove “convenivano i napoleonisti d’alta condizione” e i “Beccaccini, amanti di portare al collo de’ fazzoletti sopraffini colle becche del solino pinzute, e fuori della corvetta, ricusando di mostrarsi al pubblico in cacciatora verde, che è il distintivo dei Carbonici”. Gli Inglesi rimanevano affascinati dagli stupendi alberghi e palazzi con gli eleganti caffè che trovavano forniti “with excellent cakes and good tea” (John Ruskin).

Sui Lungarni si affacciano numerosi e importanti edifici, come la Chiesa di San Sepolcro, il Palazzo Lanfranchi, il Palazzo Gambacorti, Palazzo Agostini, il Palazzo Reale, il Palazzo alla Giornata, la chiesa di San Paolo a Ripa D'Arno (il Duomo Vecchio), la chiesa di Santa Maria della Spina (che fu smontata e ricostruita per salvarla dalle piene dell'Arno) e molti altri edifici storici.

Purtroppo durante la seconda guerra mondiale, molti palazzi medievali sono stati colpiti dalle bombe. Alcune "ferite" sono ancora sotto l'occhio di tutti, altre sono state magnificamente riparate in tempi recenti, altre ancora riparate negli anni 50 e 60 con architetture così marcatamente stonate che fanno forse ancora più male alla vista.

Durante l'alluvione che colpì la città molto duramente, i Lungarni furono danneggiati, in particolare il Lungarno Pacinotti, in pieno centro cittadino, che sprofondò di alcuni metri, creando una impressionante voragine nella strada. Iniziò quindi un lavoro di restauro dei Lungarni, la costruzione di una banchina in cemento armato al posto dei caratteristici sassi lungo le massicciate. Venne fatta una calata di cemento per rendere più stabili le strutture. Tuttavia anche recentemente è stato scoperto che nei pressi del Comune, sotto il manto stradale c'è una struttura "ad archi", infatti non vi possono circolare assolutamente veicoli molto pesanti.

Per sostenere le piene dell'Arno, molto frequenti in passato, venne realizzato un canale artificiale detto Scolmatore, che devia una discreta quantità di acqua quando il fiume supera il livello di guardia. Tuttavia si ricorre spesso per precauzione anche alle paratie in legno, dette "cateratte", che vengono fissate ad alcuni ganci sulle spallette dell'Arno.

Oltre alle "spallette", la struttura comprende due cale, lo "Scalo Roncioni" in Lungarno Mediceo, da cui partono i battelli turistici, e lo Scalo davanti al Giardino Scotto, arrivo storico delle regate sull'Arno, in Lungarno Galilei. Altra struttura collegata con i Lungarni è la Cittadella Medicea, che conclude la parte murata dei Lungarni. Anticamente erano presenti altri scali, che poi sono stati eliminati, lasciando il posto ad alcune scalette di ferro, ormai in disuso.

Una curiosità ancora visibile nel Lungarno Galilei è il piedistallo del Ponte di Ferro provvisorio, realizzato dai genieri dopo la Seconda Guerra Mondiale: una passerella sul fiume, unico passaggio agibile subito dopo la guerra nel centro città.

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