Louis Slotin
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Louis Slotin
Louis Slotin (Winnipeg, 1 dicembre 1910 – Los Alamos, 30 maggio 1946) è stato un fisico canadese che prese parte al celebre Progetto Manhattan.
Morì in seguito ad un massiccio avvelenamento da radiazioni, dopo un incidente nucleare presso i laboratori di Los Alamos.
[modifica] Vita
Nato a Winnipeg, Manitoba, i suoi genitori, Israel e Sonia Slotin, erano dei rifugiati ebrei provenienti dalla Russia e di cultura Yiddish. Primogenito di tre figli, Slotin ricevette il suo Bachelor of Science presso l'Università di Manitoba nel 1932 e ottenne un Master in Science nel 1933. In seguito si recò a Londra per studiare al King's College dove ottenne un dottorato in chimica fisica nel 1936. Di ritorno da questa esperienza, affermò ad i suoi conoscenti di avere combattuto nella Guerra Civile Spagnola a fianco dei Repubblicani e di aver volato per la Royal Air Force.
Nel 1937 Slotin cercò di ottenere un posto presso il National Research Council canadese ma senza successo, nonostante ciò fu ammesso dalla Università di Chicago come ricercatore associato appena un anno dopo il primo rifiuto. Tuttavia lo scarso stipendio non permise a Slotin di ottenere una certa indipendenza economica e dovette dipendere per diversi anni dagli aiuti economici della famiglia. Il 2 dicembre 1942 venne coinvolto nella progettazione del Chicago Pile-1, ovvero il primo reattore nucleare mai realizzato grazie alla supervisione di Enrico Fermi, esistono tuttavia diverse posizioni che negano la presenza di Slotin in questo progetto. Sempre nel 1942, dietro il patrocinio del professor William D. Harkins dell'Università di Chicago, Slotin venne coinvolto nel Progetto Manhattan, ovvero il progetto degli Alleati per realizzare la prima bomba atomica. Fu così che nel dicembre 1944 Slotin si trasferì presso il Los Alamos National Laboratory in Nuovo Messico per lavorare con il gruppo di studio di Robert Bacher.
Presso i laboratori di Los Alamos il compito di Slotin era di eseguire dei test prima nelle serie di prove sull'uranio svolte da Otto Frisch che sul plutonio. Simili test erano estremamente pericolosi in quanto comportavano la necessità di portare la massa di materiali fissili vicini ai loro livelli critici per stabilire in via sperimentale le loro masse critiche. Dopo la guerra il contributo di Slotin continuò nei laboratori di Los Alamos, e nel 1946 ricevette la cittadinanza americana.
[modifica] L'incidente a Los Alamos
Il 21 maggio 1946 Slotin, insieme ad altri suoi collaboratori, stava svolgendo delle prove relative ad un esperimento volto a scatenare l'inizio di una reazione nucleare ponendo due semisfere di berillio intorno ad un nocciolo di plutonio. Slotin afferrò la semisfera superiore, reggendola con il pollice della mano sinistra fatto passare all'interno di un foro presente alla sommità della semisfera. Contrariamente a quanto prescritto dalle procedure ufficiali per l'esperimento, che prevedevano l'utilizzo di appositi spessori per mantenere separate le due semisfere, egli rimosse gli spessori e utilizzò invece l'estremità di un cacciavite. Alle 15:20, il cacciavite scivolò e l'emisfera di berillio superiore cadde, provocando una reazione "prontocritica" e una scarica di radiazioni ad alta energia. Nello stesso momento, gli scienziati nel laboratorio osservarono un "bagliore blu", dovuto alla ionizzazione dell'aria e percepirono una vampata di calore. Slotin avvertì un sapore acido in bocca e un forte bruciore alla mano sinistra, che retrasse istintivamente, sollevando l'emisfera superiore e lasciandola cadere sul pavimento. Fu esposto a una dose mortale di neutroni e radiazioni gamma (circa 2100 rem, o 21 Sv), la stessa che avrebbe assorbito se, per ipotesi, si fosse trovato a 1500m dall'esplosione di una bomba atomica.
Non appena uscì dall'edificio Slotin vomitò. Il vomito è un comune sintomo iniziale di un'esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti (avvelenamento da radiazione). Lo scienziato venne portato d'urgenza in ospedale, dove i medici dovettero informare i genitori dell'imminente e inevitabile morte del figlio. A causa dell'estrema segretezza del progetto, l'incidente fu tenuto strettamente riservato, perfino all'interno dello stesso laboratorio. Robert Oppenheimer e altri scienziati, raccontarono poi del grave stress emotivo a cui dovettero sottoporsi, per continuare a lavorare pur sapendo del collega morente. Dopo l'incidente, le operazioni di assemblaggio non vennero più eseguite manualmente.
Louis Slotin si spense nove giorni dopo, il 30 maggio, in presenza dei suoi genitori. Tre dei sette sopravvissuti all'incidente morirono anni più tardi per cause probabilmente legate all'esposizione radioattiva.
Il nucleo, soprannominato "Daemon Core" (nucleo maledetto), fu impiegato in altri esperimenti dopo la fine della guerra e costituì parte del materiale fissile utilizzato per l'esplosione ABLE, durante la serie di test nucleari denominata "Crossroads".
