Libero mercato
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Il libero mercato è un mercato in cui i prezzi di beni e servizi sono raggiunti esclusivamente dalla mutua interazione di venditori e acquirenti. Per definizione nel libero mercato venditori e acquirenti non si forzano o ingannano a vicenda nè sono forzati da una terza parte. Gli effetti aggregati delle decisioni dei singoli sono descritte dalle naturali leggi della domanda e dell'offerta.
I mercati liberi sono in netta opposizione ai mercati controllati, in cui i governi regolano direttamente o indirettamente i prezzi e le forniture, distorcendo i segnali del mercato. Sul mercato il prezzo di un bene o di un servizio aiuta a quantificare il valore che i consumatori gli attribuiscono anche in rapporto ad altri beni e servizi. In un mercato libero, questa relazione tra prezzo e valore è più chiara che non in un mercato controllato. Attraverso la competizione dei fornitori che offrono beni e servizi, i prezzi tendono a decrescere e la qualità a crescere.
L'economia del libero mercato è strettamente associata con la filosofia economica del laissez faire, che confina l'intervento pubblico ai fallimenti di mercato. Dunque, con la mano pubblica limitata ad un ruolo difensivo, lo stato stesso non interviene in prima persona nel mercato, se non imponendo tasse al fine di finanziare il mantenimento del libero mercato. In alcune concezioni del libero mercato si oppongono anche alle stesse tasse, sostenendo che il mercato è migliore nel fornire tutti i servizi senza eccezione, tra cui la difesa e la legge. Gli anarco-capitalisti, ad esempio, le vorrebbero sostituire con gli arbitrati e le agenzie private di difesa.
Anche se alcuni capitalisti guardano al libero mercato come ad un utile ma anche semplicistico modello per sviluppare le politiche economiche al fine di ottenere obiettivi sociali, altri guardano al libero mercato come ad una normativa e non ad un concetto descrittivo, e sostengono che le politiche che deviano dalla soluzione del libero mercato ideale sono 'sbagliate' anche se sono ritenute portatrici di benefici sociali immediati. Paul Samuelson trattò il fallimento di mercato come l'eccezione alla regola del mercato efficiente.
In politica economica, all'estremo opposto dell'economia di mercato vi è l'economia pianificata, dove le decisioni riguardo alla produzione, la distribuzione e la fissazione dei prezzi sono sotto il controllo dello stato. Altri opposti sono l'economia del dono e l'economia di sussistenza. Le economie miste sono un intermedio tra queste economie e sono la base di politica socioeconomica preferita per molti paesi e partiti politici.
In altre parole, una economia di libero mercato è "un sistema economico gli individui più che il governo prendono la maggior parte delle decisioni riguardanti le attività e le transazioni economiche". Nella filosofia sociale una economia di mercato è un sistema per allocare i beni all'interno della società: chi ottiene cosa e cosa viene prodotto è determinato non dallo stato, ma dal potere d'acquisto mediato dalla domanda e dall'offerta all'interno del mercato. I primi fautori di una economia basata sul libero mercato nell'Europa del diciottesimo secolo la misero a confronto con le economie che la precedettero: medievale, della prima età moderna (che va grosso modo dal sedicesimo al diciannovesimo secolo) e mercantilista.
[modifica] Domanda e offerta
La domanda e l'offerta sono le due facce dello stesso insieme di transazioni. In maniera qualitativa si può dire che la domanda di un oggetto (sia esso un bene o un servizio) rappresenta la pressione di mercato da parte delle persone o organizzazioni che desiderano acquistarlo. Essi offrono denaro per l'oggetto, mentre i venditori offrono l'oggetto in cambio di denaro. Quando il denaro offerto è equivalente a quello richiesto, la transazione può verificarsi (anche in maniera automatica, come nel mercato azionario). In realtà, molti mercati non somigliano al mercato azionario (ad esempio il mercato del lavoro) e ci sono significative barriere alla comparazione delle offerte (significative rispetto, ad esempio, al commercio al dettaglio).
Quando la domanda supera l'offerta, chi offre può alzare il prezzo. I consumatori che si possono permettere prezzi più alti possono ancora comprare il bene, mentre gli altri possono tutti rinunciare al bene, comprare un bene simile, o rivolgersi altrove per l'acquisto (ad esempio un consumatore può preferire comprare un hamburger da due euro da McDonald's invece di comprare un panino spendendo tre euro). Man mano che i prezzi salgono, i produttori possono anche decidere di incrementare la produzione. O altri fornitori possono entrare nel mercato. Ad esempio, negli USA, il caffè di qualità di Starbucks ha messo in luce di caffè a tre dollari alla tazza. Altri negozi hanno così iniziato ad offrire quel tipo di caffè per soddisfare la domanda.
La crescita (in volume) della domanda può portare a prezzi minori, come ad esempio è successo nel campo dei computer e dei dispositivi elettronici. Le tecniche di produzione di massa hanno costantemente ridotto i prezzi dal 20 al 30% all'anno fin dagli anni sessanta. Le funzioni di un mainframe dal valore di milioni di dollari negli anni sessanta possono essere compiuti da un computer da 500 dollari nel 2000.