Le 120 giornate di Sodoma
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Le 120 giornate di Sodoma (Les 120 journées de Sodome ou l'Ecole du libertinage) è un romanzo di Donatien-Alphonse-François de Sade, opera che avrebbe dovuto avere particolare importanza nella produzione di de Sade, importanza compromessa in parte dalle complesse vicende della sua redazione e pubblicazione, che ne impedirono il completamento.
Ricopiato da appunti precedenti nel 1785 nel celebre carcere parigino della Bastiglia, dove il Marchese si trovava dall'anno precedente, il manoscritto comprendeva una lunga pagina composta da fogli incollati insieme che andava arrotolata per essere meglio nascosto.
Quando il 4 luglio 1789, dieci giorni prima dello scoppio della Rivoluzione Francese, il Marchese fu trasferito dalla Bastiglia, incaricò la moglie di andare a pretendere la restituzione degli oggetti lasciati nella propria cella. Purtroppo, come egli stesso racconta, la moglie se ne ricordò proprio la mattina del 14 luglio, quando la Bastiglia venne assaltata: perderà così il prezioso manoscritto delle 120 giornate. Il testo ricomparirà però verso i primi del '900 e finalmente pubblicato.
Indice |
[modifica] Il romanzo
Il romanzo risulta completo solo per la prima parte, corredata anche degli appunti di De Sade sulle correzioni che avrebbe dovuto apportare. Rimangono anche tutti i nuclei dei racconti e un abbozzo della cornice per le altre tre parti, mai sviluppate. Tuttavia ciò che resta permette di osservare l'intera architettura dell'opera, concepita come enciclopedia di tutte le perversioni.
L'opera è articolata come un testo organico e comprende 4 parti, ognuna delle quali contiene 150 racconti, raccordati da una cornice contenente a sua volta la storia dei personaggi del romanzo. La struttura ricorda molto altri testi simili, quale il Decameron di Boccaccio.
[modifica] La storia
La storia prevede 4 personaggi, tutti emblemi e latori di diverse perversioni, impegnati nel progetto di sperimentarle in maniera graduale con l'aiuto di un corpo di servitù (meretrici, serve ripugnanti e servi particolarmente dotati) e di sedici ragazzi che tengono prigionieri in un remoto castello.
Le seicento brevi storie, raccontate dalle meretrici, servono a dare eccitazione sul tema della perversione che viene illustrato da atti pratici, affinché si provi tutto ciò che di "sadico" si possa concepire (dalla coprofagia a rapporti con animali, fino ad arrivare nella quarta parte, alla violenza più nera a volte culminante nella morte).
Oltre che enciclopedia di perversione, le 120 giornate di Sodoma comprende pure, nella sua organicità e completezza, tutta la filosofia del vizio di de Sade, teorizzata altrove (La filosofia del boudoir), che prevede la ribellione ad una natura che perbenisti ed uomini di chiesa (ma uno dei viziosi è proprio un vescovo) si ostinano a definire contro natura. Questa ribellione comprende soprattutto libertà e perversioni sessuali, ma anche atti come il matricidio, la violenza accanita, la produzione goduriosa di sofferenza.
Pare invece che tutta la tematica sociale, pur visibile nel romanzo, sia solo accessoria. Centrale è invece nella più celebre opera cinematografica di Pier Paolo Pasolini, Salò o le 120 giornate di Sodoma, esplicitamente ispirata al romanzo, ma ambientata nell'ultimo periodo del regime fascista.
[modifica] Voci correlate
- sadismo
- sadomasochismo
- Marchese de Sade
- Salò o le 120 giornate di Sodoma
- coprofagia
- zoofilia
- perversione
