Laticauda colubrina
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 Laticauda colubrina |
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| Stato di conservazione | ||||||||||||||||
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| Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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| Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
| Laticauda colubrina Schneider, 1799 |
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| Areale | ||||||||||||||||
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Il serpente di mare Laticauda colubrina appartiene alla famiglia degli elapidi insieme ai cobra, i serpenti corallo, i taipan e altri. Sebbene in passato sia stato classificato in una famiglia a sé, quella degli Hydrophiidae, ricerche approfondite hanno stabilito che non presenta tratti distintivi sufficienti a giustificare tale classificazione, ma si tratterebbe piuttosto di una specie di elapidi adattata alla vita marina.
L'area di diffusione è vasta e comprende i mari tropicali o subtropicali dell'Australia e del Sud-est asiatico. Di norma non si allontana dalle coste ed è raro trovarlo a profondità superiori ai 25 metri.
Il corpo è lungo e molto flessibile, come quello di tutti gli altri ofidi, tuttavia alcune caratteristiche particolari lo rendono adatto alla vita acquatica. La coda schiacciata lentamente, per esempio, funge da pinna caudale e le dimensioni della testa sono ridotte.
Ciò nonostante, a differenza di quanto succede nei serpenti della sottofamiglia degli Hydrophiinae, il Laticauda colubrina ha squame ventrali adattate alla reptazione su terraferma, in quanto si tratta di una specie anfibia e, anche se molti esemplari conducono una vita esclusivamente pelagica, altri tornano spesso a terra.
La colorazione varia da un'individuo all'altro, ma in genere si basa su uno schema formato da anelli alternati di colore argento e nero distribuiti lungo tutto il corpo, la cui tonalità varia all'estremità della testa e sul muso, che è di colore giallastro.
Questo serpente si nutre di pesci, che cattura perlustrando scogliere e mangroveti alla ricerca di possibili rifugi. Il morso estremamente velenoso uccide la preda nel giro di poco tempo, dal momento che il veleno del Laticauda colubrina è composto da un insieme di sostanze neurotossiche e miotossiche dalla potenza dieci volte superiore a quella del veleno del mamba nero. La dose letale di questo veleno è di circa 1,5 milligrammi.
A differenza di tutte le altre specie marine, questa è ovovivipara, vale a dire che le uova si sviluppano all'interno del corpo materno. Dalla primavera all'autunno le femmine, di dimensioni maggiori dei maschi e che possono arrivare a raggiungere i 150 cm di lunghezza, si portano sulla terraferma per deporre uova a uno stadio di sviluppo molto avanzato. Le uova sono circa 15 e i piccoli escono completamente formati e in grado di vivere in modo autonomo nel giro di pochi giorni.
