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La Notte - Wikipedia

La Notte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Notte fu un quotidiano del pomeriggio pubblicato a Milano. Finanziato dall'industriale milanese Carlo Pesenti e diretto dal 1952 al 1979 dal giornalista Nino Nutrizio, fu tra i giornali milanesi più popolari negli anni '50 e '60, arrivando alla tiratura di 200.000 copie.

[modifica] Storia

All'inizio degli anni '50, in piena ricostruzione, gli ambienti industriali italiani temevano la crescente influenza dei partiti di sinistra nella vita pubblica, nonostante la sonora sconfitta patita nelle elezioni del 1948. L'industriale del cemento Pesenti, desiderando sostenere il consenso dell'opinione pubblica a favore della legge elettorale maggioritaria (definita dall'opposizione "Legge truffa"), varata per le elezioni del 1953, ebbe l'idea di finanziare un giornale quotidiano del pomeriggio, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto cessare le pubblicazioni all'indomani delle elezioni politiche di quell'anno, una volta raggiunto lo scopo.

Per trovare la persona idonea a dirigere il giornale Pesenti si consultò con mons. Ernesto Pisoni, direttore del giornale cattolico l'Italia. Serviva un giornalista non apertamente schierato, con una adeguata competenza in materia sportiva (per attirare i lettori appassionati di calcio) e disposto a lasciare ad altri la scelta dei contenuti redazionali. La nomina del quarantenne Nutrizio, allora noto solo come cronista sportivo, suscitò reazioni di scetticismo da parte dei suoi colleghi, assai pochi dei quali lo ritenevano all'altezza di guidare un nuovo giornale del pomeriggio, soprattutto a causa della concorrenza di affermati quotidiani come Milano Sera e Corriere Lombardo, oltre al Corriere d'Informazione, edizione pomeridiana del più noto Corriere della Sera.

L'esito del primo numero, uscito il 7 dicembre del 1952, che vende solo 1.000 copie, quasi tutte acquistate da parenti ed amici del direttore e dei giornalisti, sembra piuttosto deludente. Ma la sapiente impostazione data al giornale da Nutrizio, che dedica ampio spazio alle notizie di cronaca e di sport, redatte in maggioranza da giovani cronisti con un taglio asciutto e diretto, conquista in pochi mesi molti lettori, che abbandonano gli altri quotidiani del pomeriggio. Negli anni successivi la tiratura salirà costantemente sino a raggiungere le 250.000 copie, delle quali ben 80.000 vendute a Milano città.

Ben presto viene abbandonata dalla proprietà l'idea di cessare le pubblicazioni dopo le elezioni, e "La Notte" diviene uno dei più significativi mezzi di informazione pomeridiana dell'Italia del nord. Tra le innovazioni introdotte dal giornale vi furono la pubblicazione del listino di Borsa nella seconda edizione pomeridiana, ed un'intera pagina dedicata alla programmazione delle sale cinematografiche, con l'indicazione non solo del giudizio della critica, ma anche dell'affluenza degli spettatori (indicata da un certo numero di "pallini").

[modifica] Da organo politico a mezzo di informazione

La metamorfosi operata da Nutrizio, che attraverso la sua direzione trasforma quello che doveva essere un organo di informazione politica di orientamento liberal-conservatore in un affermato quotidiano di cronaca, si riflette nello stesso direttore, che nei suoi articoli di fondo inizia a rivelare uno stile personale che lo rende popolare tra i lettori, inclusi quelli di orientamento politico differente[1]. Non a caso nelle località della cintura operaia di Milano (da Lambrate a Sesto San Giovanni), "La Notte" è tra i giornali più venduti e letti.
Il 1 aprile del 1966 il Corriere Lombardo viene assorbito dalla "Notte", la cui redazione raggiunge il numero di 75 giornalisti.

[modifica] La crisi e la scomparsa

Verso la metà degli anni '70 la tiratura inizia a declinare, a causa dell'avvento delle tv private e dell'incremento del traffico che rende sempre più difficile al giornale (stampato in prima edizione a mezzogiorno) raggiungere in tempo le edicole più periferiche. Dalle 200.000 copie del periodo di massima diffusione si scende a circa 50.000.

Nel 1979 Nino Nutrizio lascia la direzione del giornale, dopo ben 27 anni al timone. Dopo di lui si alterneranno altri professionisti come Livio Caputo, Pietro Giorgianni e Cesare Lanza.
Il giornale cesserà le pubblicazioni nel 1995.
Un tentativo di riportarlo in edicola venne effettuato nel 1997, ma durò solo pochi mesi.


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