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Jean Victor Marie Moreau - Wikipedia

Jean Victor Marie Moreau

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Jean Victor Marie Moreau

Jean Victor Marie Moreau (Morlaix4 febbraio 1763 – Lahn2 settembre 1813) è stato un generale francese.

Indice

[modifica] Gli inizi

Figlio di un avvocato ben introdotto[1], dovette per volere del padre intraprendere gli studi di diritto all’Università di Rennes anziché la carriera militare come avrebbe voluto. Egli utilizzò il suo tempo per diventare “preposto” degli studenti che organizzò in milizia e che prese parte ai tafferugli fra i giovani nobili ed il popolo nel 1788, poco prima della Rivoluzione. Il suo primo atto degno di nota fu la sollevazione degli studenti contro gli editti di Brienne che ribaltavano l’organizzazione giudiziaria della Bretagna in spregio delle clausole dell’editto dell’Unione. Nel 1789, dopo la presa della Bastiglia, formò una compagnia di cannonieri della guardia nazionale di Rennes e ne fu proclamato capitano. Nel 1790 divenne presiedette la confederazione della gioventù bretone ed angioina.

[modifica] La carriera militare nel periodo rivoluzionario

Nel settembre del 1791 fu eletto tenente colonnello del 1° battaglione di volontari di Ille-et-Vilaine, con i quali servì nel 1792 nell’armata del Nord del generale Dumouriez. Il 9 febbraio 1793 s’impadronì del forte di Stephenswerth e nel marzo si segnalò nella battaglia di Neerwinden. Alla fine dell’anno la sua buona conduzione del battaglione, il suo carattere marziale ed i suoi principi repubblicani gli assicurarono la promozione a generale di brigata.
Carnot, che aveva buon occhio nel riscontrare negli uomini le qualità di un capo, lo promosse il 12 febbraio 1794 generale di divisione e gli affidò il comando dell’ala destra dell’armata del generale Pichegru nelle Fiandre ed il 3 marzo 1795 sostituì quest’ultimo nel comando d’armata. La Battaglia di Tourcoing (18 maggio 1794) gli diede definitiva celebrità militare.
L’anno successivo, il 21 aprile ottenne il comando dell’armata del Reno e Mosella con la quale passò il Reno ed avanzò in territorio tedesco conquistando nuovamente Magonza, prendendo Kehl e sconfiggendo il nemico ad Heidenheim ma infine le truppe russe ed austriache lo costrinsero alla ritirata.
In dicembre ricevette il comando riunito delle armate del Reno e Mosella e della Sambre-et-Meuse ed in maggio ripassò nuovamente il Reno.
Mentre Napoleone Bonaparte s’impadroniva dell’Italia, Moreau proseguì la sua avanzata verso l’Austria spostandosi sulla riva destra del Danubio, vinse la Battaglia di Heresheim (11 agosto 1796) e quindi, riportatosi nuovamente sulla riva sinistra del Danubio, rimaneva inattivo per sei settimane fra agosto e settembre mentre l'arciduca d’Austria Carlo il 19 settembre 1796 sconfiggeva ad Altenkirken l’armata della Sambre-et-Meuse al comando del generale Jourdan, costringendola a ripassare il Reno.
Bloccato all’inizio del 1797 da problemi finanziari e di materiali per l’armata, riprese le ostilità riattraversando il Reno ma dovette fermarsi a causa della pace di Leoben. Fu in quel periodo che rinvenne la corrispondenza segreta del collega Pichegru con il principe Luigi-Giuseppe di Borbone-Condé, organizzatore della attività antirivoluzionaria degli emigrati francesi.[2]Rimosso dal comando fu reintegrato quando, essendo il Bonaparte impegnato nella Campagna d’Egitto, il Direttorio dovette ricorrere a lui per cercare di fermare l’avanzata vittoriosa del generale Suvorov in Italia. Nominato il 22 aprile 1799 comandante dell’armata d’Italia in luogo del generale Schérer, il 27 aprile 1799 veniva battuto dal Suvorov a Cassano d’Adda il che consentì al Suvorov di occupare Milano due giorni dopo. Arretrato sul Ticino si riportò verso Torino, ritardando così il congiungimento con l’armata del generale MacDonald che stava risalendo da Napoli per dargli man forte contro il Suvorov. Ciò permise al generale russo di attaccare sul fiume Trebbia il MacDonald e di sconfiggerlo il 19 giugno. Il 6 luglio Moreau fu sostituito nel comando dal generale Joubert, ma accettò di rimanergli a fianco come vicecomandante. Joubert tardò nel prendere il comando in Italia e giunto in Piemonte dovette affrontare le forze austro-russe del Suvorov e del Melas a Novi Ligure ove morì colpito da un proiettile ad inizio battaglia. Moreau riprese il comando ma la vittoria arrise agli avversari.
Gli eventi della campagna italiana lasciarono Moreau piuttosto afflitto: la sua popolarità caduta, il comando non più nelle sue mani.

[modifica] Agli ordini di Napoleone

Il rientro di Napoleone dall’Egitto gli consentì di riprendere quota. Aiutatolo nel colpo di stato del 18 brumaio, Napoleone lo ricompensò riassegnandogli il comando dell’armata del Reno. Al comando dell’armata il 3 dicembre 1800 riportò la vittoria di Hohenlinden sulle truppe austriache dell’arciduca Giovanni e del generale Kray, il che fece nuovamente risalire la sua popolarità. Tuttavia la condotta di Moreau in quella campagna non soddisfò Napoleone. Il giovane console aveva previsto e chiesto un diverso spiegamento delle forze al nord: un forte concentramento di truppe sull’attraversamento del Reno a Sciaffusa e la distruzione del nemico con rapida avanzata verso Vienna. Moreau disobbedì agli ordini del Bonaparte dispiegando le sue truppe su un fronte molto più ampio e perdendo così tempo ed efficacia. Napoleone non osò mettersi contro un generale più anziano di lui e molto popolare, nei primi tempi di consolato, ma se la legò al dito. In quell’anno Moreau sposò una bella creola M.lle Hulot, frequentatrice della moglie di Napoleone Giuseppina. La suocera di Moreau era una donna molto ambiziosa, intrigante e dominatrice: molto presto riuscì a dominare oltre alla figlia anche il genero (Napoleone lamenterà questo cambiamento di carattere di Moreau a seguito del matrimonio, nelle sue memorie).

[modifica] Ritiro e cospirazione

Ritiratosi a vita privata nei suoi possedimenti di Grosbois, Moreau si mise a cospirare contro il Bonaparte,in modo neanche molto coperto. Vennero riportate al primo console notizie di critiche beffarde nei suoi confronti e delle istituzioni da lui create, da parte dell’ex militare. Infine Moreau si legò al vecchio compagno d’armi Pichegru e ad un antirivoluzionario di vecchia data: il bretone Georges Cadoudal, uno chouan che, dopo aver combattuto contro l’esercito rivoluzionario in Vandea, si era rifugiato in Inghilterra e stava tramando contro Napoleone finanziato dagli inglesi e sostenuto dal conte d’Artois il secondo fratello di Luigi XVI. La polizia segreta, agli ordini dell’ex generale Savary ed affiancata dal consigliere di Stato e nuovo giudice istruttore per i reati connessi alla sicurezza nazionale Pierre-François Réal, ai primi di febbraio 1804 riferì che Cadoudal era giunto segretamente in Francia, aveva incontrato prima Pichegru e poi con questo anche Moreau. L’interrogatorio di un realista noto, già aiutante maggiore nell’esercito degli emigrati e cospiratore, certo Bouvet de Lozier, e del domestico di Cadoudal rivelarono che Pichegru e Moreau avevano un piano per eliminare Napoleone ed istituire un nuovo triumvirato consolare del quale loro avrebbero fatto parte. A metà febbraio sia Pichegru che Moreau vennero arrestati (più avanti verrà arrestato anche Cadoudal) e sottoposti a processo. Ma Moreau era molto popolare ed i vecchi repubblicani lo sostennero. Il processo contro i cospiratori (Cadoudal, nel frattempo catturato, incluso) iniziò a fine maggio (ma mancava Pichegru, trovato ai primi d’aprile morto strangolato nel carcere del Tempio) ed ai primi di giugno la sentenza: Cadoudal ed altri due cospiratori vennero condannati a morte, Moreau a soli due anni di prigione. Napoleone gli tramutò la pena in esilio e Moreau, vendute le sue proprietà in Francia, partì per gli Stati Uniti d’America ove visse tranquillo a Morrisville nel New Jersey fino a quando apprese della fine che aveva fatto la Grande Armata napoleonica dopo la campagna di Russia. Tornato in Europa, fu presentato da Bernadotte, diventato nel frattempo re di Svezia, allo zar Alessandro I del quale divenne consigliere militare. Seguendo le armate alleate si trovò presente alla Battaglia di Dresda, durante la quale fu colpito da una pallottola francese e morì pochi giorni dopo. Lo zar riconobbe alla vedova una pensione.

[modifica] Note

  1. ^ Il padre verrà ghigliottinato durante il periodo del Terrore
  2. ^ Egli inizialmente non rivelò le prove del tradimento del collega ed amico Pichegru e quando più tardi lo fece (dopo il colpo di stato del 18 fruttidoro dell'anno V, cioè dopo il 4 settembre 1797) si rese conto di essere per questo anche lui sospettabile

[modifica] Bibliografia

  • David G. Chandler, Le Campagne di Napoleone, Milano, R.C.S. Libri S.p.A., 1998, ISBN 88-17-11577-0
  • J. Tulard - J. F. Fayard - A.Fierro, Histoire e Dictionaire de la Revolution française, Paris, Éditions Robert Laffont, 1998, ISBN 2-221-08850-6
  • Max Gallo, Napoléon, Paris, Edition Robert Laffont, 2002, ISBN 2-221-09796-3


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