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Isabella del Portogallo (1428-1496) - Wikipedia

Isabella del Portogallo (1428-1496)

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Regno del Portogallo Aviz

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Isabella del Portogallo
Isabella del Portogallo

Isabella di Aviz o Isabella del Portogallo (in portoghese: Isabel de Portugal ou Isabel de Avis, in catalano: Isabel de Portugal i de Bragança e in castigliano: Isabel de Avis y Braganza; 1428 – Arévalo15 agosto 1496) è stata una principessa portoghese, Regina consorte di Castiglia e León dal 1447 al 1454.

Indice

[modifica] Origini familiari

Era figlia di don Giovanni del Portogallo (figlio del re del Portogallo, Giovanni I del Portogallo e di sua moglie, Filippa di Lancaster), e di Isabella di Braganza, nipote di Giovanni del Portogallo, figlia del suo fratellastro, il futuro duca di Braganza, Alfonso, e di Beatriz Pereira de Alvim, l'unica figlia di Nuno Álvares Pereira, conestabile del regno e conte di Arraiolos, Barcelos e Ourém, e di sua moglie Leonor de Alvim.

[modifica] Biografia

Nel 1442, Isabella rimase orfana di padre

[modifica] Matrimonio

Divenne regina consorte di Castiglia e León sposando, il 17 agosto del 1447, a Madrigal de las Altas Torres, Giovanni II di Castiglia e León, già vedovo di Maria d'Aragona, figlia del re Ferdinando I d'Aragona. Dal precedente matrimonio, Giovanni aveva avuto un figlio che sarebbe succeduto al padre col nome di Enrico IV di Castiglia.

Il 13 dicembre 1447 nella chiesa di San Miguel a Segovia Isabella venne incoronata regina di Castiglia e León.

Giovanni, bello e colto, era diventato re il 15 gennaio 1407 a soli 2 anni. Era cresciuto sotto la guida del suo favorito e inseparabile amico Álvaro de Luna (1390-1453)[1], il quale gli consigliò di risposarsi con Isabella. Ella però iniziò a essere gelosa dalle attenzioni e dall'influenza che il marito rivolgeva all'amico. Con tutti i privilegi che gli erano stati concessi, don Alvaro era infatti diventato potente e sfrontato. Così, Isabella si schierò col partito dei nobili, contrario ad Álvaro de Luna fino a che riuscì farlo a cadere in disgrazia[2] e farlo condannare a morte.

D'abitudine, quando il marito era lontano, la bella e religiosa Isabella faceva dormire nel suo letto i bambini per poter prevenire qualsiasi sospetto di adulterio. Era un consiglio che Isabella diede anche alla figlia. Erano infatti diverse nella casata le mogli imprigionate o avvelenate per questa accusa.

Al marito diede due figli:

La morte del marito, nel 1454, gettò Isabella in un profondo stato di malinconia, tanto che decise di rinchiudersi nel castello di Arévalo[4], dove sarebbe rimasta per 42 anni.

[modifica] Il legame con la figlia. La morte

La Certosa di Miraflores a Burgos
La Certosa di Miraflores a Burgos

Madre e figlia erano molto legate. La futura regina di Castiglia crebbe infatti ad Arévalo con la madre. Quando diede alla luce la prima figlia, le mise nome Isabella in onore dell'adorata madre.

Quando arrivò la notizia che la regina madre di Castiglia era moribonda, la figlia Isabella stava festeggiando a Burgos le nozze del figlio principe ereditario Giovanni. Si precipitò da lei e le stette accanto finché non chiuse gli occhi per sempre.

Fu inizialmente sepolta nella cappella del palazzo reale di Madrigal, poi la salma fu trasferita a Burgos, nella certosa di Miraflores, accanto a quella del marito.

[modifica] La salute mentale

Sulla salute mentale di Isabella aleggia il sospetto della pazzia, specialmente dopo la morte del figlio, Alfonso, nel 1468, all'età di 15 anni. Della stessa malattia avrebbero sofferto diversi suoi discendenti; i casi più eclatanti furono la regina Giovanna (che sarebbe passata alla storia come "Giovanna la pazza"), don Carlos (che diede segni di squilibrio mentale molto presto) e don Sebastiano. La nipote, la regina Giovanna fece effettivamente la stessa fine della nonna: entrambe vissero per decenni segregate fino alla morte.

[modifica] Riferimenti

  1. ^ Álvaro de Luna era stato introdotto a corte nel 1410 dallo zio Pedro de Luna, arcivescovo di Toledo che a sua volta era nipote del papa (antipapa) Benedetto XIII e dopo l'allontanamento dalla corte del reggente del regno di Castiglia, lo zio di Giovanni, Ferdinando, per andare a prendere possesso del regno d'Aragona, eletto dopo il compromesso di Caspe, aveva fatto una rapida carriera e in pochi anni era divenuto il consiliere più ascoltato da Giovanni II
  2. ^ Álvaro de Luna fu arrestato e incarcerato nel castello di Portillo. Fu accusato di stregoneria portato davanti ad un consiglio speciale riunito a Valladolid, e processato con l'imputazione di aver tentato di controllare con la stregoneria la mente del re. Alla fine, trovato colpevole, fu condannato a morte e giustiziato, il 2 giugno del 1453.
  3. ^ Dall'unione di Enrico IV con la seconda moglie, Giovanna d'Aviz (cugina prima di Isabella), nel 1462, nacque una figlia, Giovanna, legittima erede al trono. Quando nel 1454, Enrico era divenuto re di Castiglia il titolo di principe delle Asturie era passato al fratellastro, Alfonso, che, da una delle fazioni di nobili di corte, già veniva chiamato Alfonso XII; ora questa fazione, molto abilmente aveva messo in giro la diceria, molto probabilmente inventata, che la figlia di Giovanna del Portogallo fosse figlia non di Enrico IV, ma di uno dei migliori amici di Enrico, Beltrán de la Cueva, che in quegli anni aveva fatto una rapida carriera alla corte castigliana. E da allora le fazioni contrarie al re cominciarono a denominare Giovanna col soprannome Beltraneja.
    Le due fazioni della nobiltà castigliana cercarono di far nominare erede al trono ciascuna il proprio candidato e la cortes si pronunciarono a favore di Giovanna, riconoscendola figlia legittima, ma la fazione avversa sosteneva Alfonso e, quando nel 1468, Alfonso morì passò a sostenere sua sorella Isabella.
  4. ^ La regina vedova aveva la signoria sulla città di Cuenca ed i paesi di Arévalo e Madrigal, e nel testamento Giovanni II gli confermò il possesso di Arévalo.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Rafael Altamira, Spagna, 1412-1516, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 546-575, Garzanti, 1999
  • Edgar Prestage, Il Portogallo nel medioevo, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 576-610, Garzanti, 1999


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