Introversione estroversione

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                                       Introversione e estroversione

Due sono i fondamentali principi che sono alla base del comportamento umano, due i sistemi che ne creano le motivazioni. Ad una superficiale osservazione il dividere l’umanità in due tipologie può sembrare un attacco alla individualità dell’uomo ma al contrario è ciò che dà un senso alla sua individualità. La difficoltà nell’individuazione di una tipologia o di un'altra è dovuto da una parte dalla casualità ambientale e temporale e dalla volontà individuale. Introversione o estroversione classificano un modo di pensare e di conseguenza di reagire all’ambiente esterno, in base ad una tipologica visione del mondo esterno stesso. La differenza fondamentale delle due tipologie è l’attenzione particolare che una pone verso il soggetto e l’altra verso l’oggetto, una verso l’aperto, l’altra verso il chiuso. Chi è attirato da aperto o soggetto viene definito come introverso, chi verso il chiuso o oggetto viene definito estroverso. Se guardiamo a dei bambini, i meno corrotti dalla volontà individuale e dalla realtà ambientale, possiamo notare le differenze di queste sue tipologie in alcuni comportamenti tipici delle due tipologie. Il bambino introverso si porrà con rispetto e paura nei confronti dei soggetti, i genitori, per lui sono i grandi, gli importanti, gli incomprensibili, imprevedibili tutto per dire aperto , e una sorta di sfida invece verso gli oggetti, un comportamento di curiosità iniziale, ma anche di rapida noia. Per il bambino introverso qualsiasi comportamento dell’adulto nei suoi confronti è visto come giustificabile , il grande ha il potere di fare ciò che vuole, parte in poche parole con un atteggiamento di fiducia verso i soggetti e di sfiducia verso gli oggetti.. Il bambino estroverso al contrario manifesterà soprattutto attenzione agli oggetti e anche una forte affettività agli stessi, una sfida al contrario verso gli adulti di controllerà i comportamenti ( visti come oggetti chiusi).. Il bambino estroverso parte quindi con un atteggiamento di sfiducia verso i soggetti e di fiducia verso gli oggetti. Con lo sviluppo, nell’età adolescenziale questi comportamenti tendono a sconvolgersi all’interno del gruppo familiare. L’estroverso tenderà a vedere il soggetto nemico fuori della famiglia , una sorta di gratitudine per non essere stato ucciso dai familiari come si sarebbe aspettato. L’introverso comincerà a sottovalutare e persino ad odiare i soggetti familiari in quanto si accorge di averli sopravvalutati e rivolgere la sua attenzione alla ricerca di soggetti all’esterno del nucleo familiare. Se con il bambino estroverso il genitore dovrà preoccuparsi di essere giusto, di non fare cioè ingiustizie razziste del tipo “ tu piccolo non puoi fare cose che io grande posso fare”, con il bambino introverso dovrà essere sincero, non dovrà mostrarsi più di quello che è , errori di questo tipo creeranno in età adolescenziale le basi del conflitto fra genitori e figli. Dire che esiste la befana ad un bambino introverso o dirlo ad un bambino estroverso non ha la stessa futura conseguenza. Il bambino introverso una volta cresciuto penserà al genitore come ad un cretino, quello estroverso non penserà a niente, non avendo dato nessuna importanza a quanto gli è stato detto. Si possono notare le differenze fra queste due tipologie anche nel come reagiscono al ricevere un pacco regalo. L’introverso esiterà nell’aprire il pacco preoccupato più di capire le motivazioni reali del soggetto che gli ha fatto il regalo, l’estroverso penserà solo ad aprire il pacco, il prima possibile. Jung parlava della spinte verso il chiuso nell’aneddoto del castello dove descriveva come l’estroverso fosse spinto ad entrare verso il castello (oggetto chiuso) e di come invece fosse titubante l’introverso. Se ad una osservazione superficiale si può vedere una maggiore capacità di essere sociale dell’estroverso, è solo perché alla base c’è una profonda sfiducia e paura degli altri, questo lo porta ad anticipare e quindi a condizionare il comportamento altrui. Sarà l’estroverso a spingere l’atro a parlare e sicuramente di argomenti che portano automaticamente l’altro a banalizzarsi e quindi a rassicurare l’estroverso stesso. Al contrario l’atteggiamento chiuso verso i soggetti degli introversi non è dovuto a paura o sfiducia ma ad analisi dell’altro, non va dimenticato che è continuamente alla ricerca del genitore perfetto, della guida da seguire. Se ad un primo impatto con l’estroverso, l’introverso lo trova divertente in quanto gli fa realizzare la parte giullaresca di se stesso in seguito lo rifiuterà in quanto cosciente di una frequentazione inutile. E’ chiaro che l’estroverso di fronte ad un soggetto chiuso come l’introverso, tende ancora di più ad aprirlo, niente gli fa più paura di un soggetto silenzioso e pensante, quale misteriosa trappola starà escogitando nei miei confronti?. Capire i meccanismi dell’introversione e dell’estroversione significa capire molto di più di quanto può sembrare, in quanto significa capire sia i moti politici che quelli religiosi, significa capire il perché stesso dell’esistenza umana. Se l’illuminismo nasce da una mente estroversa, la religiosità è la conseguenza di una mente introversa. Una tipologia (l’estroverso) metterà se stesso al centro dell’universo e nella sua capacità di conoscenza dell’oggetto la possibilità di capire i segreti dell’esistenza, l’altra tipologia (l’introverso) cercherà l’altro da mettere al centro dell’universo e nella sua capacità di capirlo la possibilità di capire i segreti dell’esistenza. Quindi non ci sarà da meravigliarsi se di fronte ad un eventuale mago, un individuo resterà incantato a guardarlo (sta cercando di carpirne i poteri) e invece vedremo un altro fuggire con la bacchetta del mago.