Infrastrutture critiche
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Lo sviluppo, la sicurezza e la qualità della vita nei paesi industrializzati dipendono sempre più dal funzionamento, continuo e coordinato, di un insieme di infrastrutture che, per la loro importanza, sono definite Infrastrutture Critiche.
Con il termine infrastruttura critica si intende un sistema, una risorsa, un processo, un insieme, la cui distruzione, interruzione o anche parziale o momentanea indisponibilità ha l’effetto di indebolire in maniera significativa l'efficienza e il funzionamento normale di un Paese, ma anche la sicurezza e il sistema economico-finanziario e sociale, compresi gli apparati della Pubblica Amministrazione centrale e locale.
Solitamente sono associati al concetto di infrastrutture critiche le risorse relative a:
- Produzione, trasmissione, distribuzione, dispacciamento dell'energia elettrica e di tutte le forme di energia, quali ad esempio il gas naturale
- Telecomunicazioni e telematica;
- Risorse idriche e gestione delle acque reflue;
- Agricoltura, produzione delle derrate alimentari e loro distribuzione;
- Sanità, ospedali e reti di servizi e interconnessione;
- Trasporti aereo, navale, ferroviario, stradale e la distribuzione dei carburanti e dei prodotti di prima necessità;
- Banche e servizi finanziari;
- Sicurezza, protezione e difesa civile (forze dell'ordine, forze armate, ordine pubblico);
- Le reti a supporto del Governo, centrale e territoriale e per la gestione e delle Emergenze.
La rilevanza e la strategicità che queste infrastrutture hanno sulla nostra società si sono notevolmente accresciute nell’ultimo decennio con un costante aumento dei servizi da esse offerti.
Per ragioni di natura economica, sociale, politica e tecnologica queste infrastrutture sono diventate sempre più complesse e interdipendenti. Non solo la loro complessità tecnica è notevolmente aumentata, ma in molti campi si è passato da monopoli o situazione dominanti a mercati articolati con molti attori. Inoltre, si è formata una dipendenza e interdipendenza reciproca fra i diversi sistemi in funzione del crescente ricorso a tecnologie informatiche e delle comunicazioni.
Se ciò ha consentito di migliorare la qualità dei servizi erogati e contenerne i costi, ha tuttavia indotto in queste infrastrutture nuove e impreviste vulnerabilità. Infatti, guasti tecnici, disastri naturali ed eventi dolosi, se non addirittura terroristici, potrebbero avere degli effetti devastanti. Si tratta di reali pericoli per lo sviluppo ed il benessere sociale di un Paese che sembrano essere accresciuti dall’estremizzazione dei fenomeni climatici e dalla tormentata situazione socio-politica mondiale.
I Governi normalmente mettono a punto studi e progettano misure precauzionali per ridurre il rischio che le infrastrutture critiche vengano a mancare in caso di guerra, disastri naturali, scioperi, vandalismi o sabotaggi. Tale attività viene definita protezione delle infrastrutture critiche - CIP - Critical Infrastructure Protection. Attualmente i processi che sono alla base dei servizi e dei beni prodotti dalle infrastrutture critiche sono gestiti attraverso risorse informatiche, pertanto in questi casi si parla di infrastrutture critiche informatizzate. In tal caso si parlerà di protezione delle infrastrutture critiche informatizzate - CIIP - Critical Information Infrastructure Protection.
Gli Stati Uniti hanno cominciato nel 1996 a studiare questo problema. Gli eventi tragici degli scorsi anni (in particolare l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001) hanno, ovviamente, accresciuto l’interesse per la tematica, e portato la problematica ai primissimi posti nell’agenda governativa con l’emanazione nel luglio del 2006 del NIPP (National Infrastructure Protection Plan). L’esempio degli Stati Uniti è stato seguito da altri Paesi fra cui, ad esempio, Gran Bretagna, Germania, Svezia, Canada e Olanda, che hanno elaborato specifiche azioni coerenti con le diverse realtà territoriali e infrastrutturali. Anche in Italia si stanno sviluppanndo una cultura e un'attenzione (tecnica, scientifica e accademica) qualificate per questi temi, per le loro vulnerabilità esistenti e, soprattutto, per prevenire le conseguenze della crscente interconnessione sulla normale vita del Sistema Paese. Tra queste anche l'AIIC, l'Associazione esperti Italiani Infrastrutture Critiche, che riunisce i maggiori esperti del settore.
L’Unione Europea è fortemente impegnata su questo tema promuovendo al livello scientifico e tecnologico attività di ricerca e a livello normativo e regolamentare con la proposizione del EPCIP (European Program on Critical Infrastructure Protection. Anzi, è in via di predisposizione una specifica Direttiva. Comunitaria.
In definitiva, per la difesa e protezione dell’infrastrutture critiche sono necessarie e attese delle azioni da parte governativa, da parte delle aziende che le gestiscono, ma soprattutto da parte dei singoli che agiscono all’interno di una cultura orientata alla sicurezza con una visione ampia sui sistemi oltre che sui componenti. Progettisti, Consulenti, Responsabili IT e Responsabili della sicurezza aziendale, ma anche esponenti del mondo accademico, sono gli esperti da cui dipende il funzionamento e la protezione di molte infrastrutture strategiche. Da loro deve venire lo sviluppo di nuovi approcci e metodologie per ridurre le vulnerabilità e fronteggiare le nuove minacce a cui questi complessi sistemi, sempre più indispensabili per il nostro vivere quotidiano e la sicurezza e prosperità di un Paese, sono soggetti.