Il figlio di Frankenstein
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Il figlio di Frankenstein | |
Titolo originale: | Son of Frankenstein |
Paese: | Usa |
Anno: | 1939 |
Durata: | 95' |
Colore: | b/n |
Audio: | sonoro |
Genere: | horror |
Regia: | Rowland V.Lee |
Sceneggiatura: | Willis Cooper |
Casa di produzione: | Universal Pictures |
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Fotografia: | George Robinson |
Musiche: | Charles Previn |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
Il Figlio di Frankenstein è un film diretto dal regista Rowland V.Lee nel 1939
[modifica] Trama
Tra l' ostilità degli abitanti del villaggio, Wolf von Frankenstein riprende possesso, con la moglie Elsa e il figlioletto Peter, del castello in cui il padre Henry aveva generato il mostro, trovando poi la morte.
Scoprirà che la creatura è ancora viva e che Ygor, il fedele servitore del genitore, la utilizza per soddisfare la propria sete di vendetta contro i membri del consiglio cittadino che lo avevano condannato all' impiccagione, alla quale era miracolosamente sopravvissuto.
Rinuncerà, allora, a continuare il sogno prometeico del padre, e con l' aiuto del poliziotto Krogh, porrà fine all' incubo.
[modifica] Analisi del film
Questo terzo capitolo della saga del mostro di Frankenstein, dopo Frankenstein(1931) e La moglie di Frankenstein (1935), ambedue diretti da James Whale, benché generalmente sottovalutato, non è privo di ambizioni. A cominciare dagli evidenti riferimenti all' espressionismo tedesco, nei giochi di luce ed ombra, nell' uso di lenti deformanti, nelle scenografie e nei decor. Ma un altro motivo di interesse è dovuto al confronto tra le due icone dell' horror Universal degli anni '30 : Boris Karloff (Il mostro di Frankenstein), e Bela Lugosi (Dracula), cinque anni dopo Il Gatto nero, di Edgar Ulmer. A quel punto della sua carriera, per Karloff, l' identificazione col mostro comincia a costituire un ostacolo all' assunzione di nuovi ruoli. Risulta evidente nel film, un relativo disimpegno dell' attore. Alcuni atti del mostro (ad es. il suo tenero rapporto con Peter, il figlio del barone) sono solo raccontati, altri riprodotti con espedienti (ad es. l' uccisione del farmacista, rappresentata con un gioco di ombre su uno sfondo bianco). Così, di memorabile, resta solo la scena del mostro di Frankenstein davanti allo specchio, la sconsolata constatazione, della propria diversità.
Ben diverso e sorprendente è il peso relativo nel film di Bela Lugosi, in un ruolo creato appositamente per lui, cambiando la sceneggiatura all' ultimo momento (nel progetto iniziale, la sua doveva essere poco più che un' apparizione nei panni di un funzionario di polizia). Completamente irriconoscibile, sotto la ispida capigliatura,la barba irsuta e il pesante trucco al collo (le lesioni subite dall' impiccagione) l' attore ungherese, nei panni di Ygor, deus-ex-machina del racconto, pifferaio di Hamelin che, attraverso il mostro, soddisfa il suo desiderio di vendetta, dimostra capacità di interpretazione, oltre il personaggio di Dracula, che in vita non gli furono mai riconosciute.