Greco bizantino
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Il greco bizantino o medioevale è la variante di lingua greca diffusasi nel corso del Medio Evo nell'Impero bizantino ed in seguito in determinati paesi come oggetto di studio.
[modifica] Storia del greco bizantino
Il greco bizantino si iniziò a delineare ben prima della nascita di Bisanzio, ma con la formazione della cosiddetta κοινή (koinè per il greco antico, kinì per quello moderno) che presentava numerose semplificazioni rispetto agli idiomi parlati nell'antica Grecia delle polis.
La semplificazione più eclatante presente in greco bizantino è la riforma della pronuncia e la prevalenza assoluta del suono "i". Quest'ultimo poteva infatti essere reso dai dittonghi ει ed οι e dalle vocali η, ι ed υ (in quest'ultimo caso, infatti, pensiamo alla lettera greca Y, che noi pronunciamo alla bizantina "ipsilon", ma che andrebbe pronunciata "üpsilon"). Inoltre, il dittongo αι veniva letto "e". Tali modifiche portavano ad una sorprendente somiglianza nei prospetti declinativi con il latino, ed inoltre spesso le parole italiane che oggi derivano dal greco seguono la pronuncia bizantina (per es.: παιδεία si legge, per i bizantini, "pedìa", per gli antichi "paidéia"; cfr. Wikipedia...)
Il linguista che raccolse le regole bizantine di pronuncia fu Reuchlin, i cui studi sono tuttora presi come base di studio per il greco antico nei paesi anglosassoni e nella stessa Grecia. Infatti, riguardo alla pronuncia, il greco moderno è quasi identico a quello bizantino.
Le regole invece più antiche furono raccolte dallo studioso Erasmo da Rotterdam, tuttora seguito nei paesi di tradizione cattolica.
In greco moderno, che potrebbe essere considerato il diretto discendente del greco bizantino e medievale, sono del tutto scomparsi gli spiriti e gli accenti sui monosillabi.