Gneo Nevio
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Gneo Nevio (Capua, 275 a.C. circa – Utica, 201 a.C.) fu uno scrittore e poeta latino.
Nato in Campania[1] nella zona di Capua e di cultura mista latina e greca, combatté nella prima guerra punica, come dice egli stesso nel Bellum Poenicum[2].
Egli a differenza di Livio Andronico era un cittadino libero a causa del fatto che ai campani dopo la fine delle guerre sannitiche fu concessa la cittadinanza romana.
Sembra che non avesse particolari timori reverenziali verso i personaggi potenti, tanto che si è conservata una sentenza d'insulto verso i fratelli Metelli:
Se ne conosce anche la risposta, data dai Metelli[4]:
- Malum dabunt Metelli Naevio poetae.
- "La mala sorte la daranno i Metelli al poeta Nevio".
Indice |
[modifica] Vita
Nasce tra il 275 e il 270 in Campania. Combatté nella Prima Guerra Punica. Fece rappresentare la sua prima opera drammatica nel 235. Non potendo votare intuì che poteva partecipare alla vita politica usando il teatro. Sappiamo che si schierò dalla parte di Catone il censore. Dopo lo slogan contro i Metelli fu incarcerato nel 204 e morì in esilio a Utica probabilmente nel 201.
[modifica] Tragedie
L'innovazione che Nevio portò nella letteratura latina fu l'introduzione della fabula praetexta, tragedie ambientate a Roma (anziché in Grecia). Ne conosciamo due titoli: Romulus (o Lupus) e Clastidium. In Romulus si parla della vicenda di Romolo e Remo; Clastidium (scritta nel 208 a.C. in occasione dei ludi funebri in onore del generale Marco Claudio Marcello) narra della battaglia di Clastidium vinta da Marcello contro i Galli, vittoria che permise ai romani di conquistare la Gallia Cisalpina.
Nevio scrisse anche sei tragedie non praetextae di cui due (Danae e Equos Troianus) ripetono titoli di Livio Andronico. La tragedia meglio conosciuta è il Lycurgus di cui ci restano 24 frammenti. Nel Lycurgus la storia ruota attorno al re di Tracia Licurgo (da non confondere con il mitico legislatore spartano) che cacciò dalla sua terra il Dio Bacco e le Baccanti, provocando l'ira funesta del Dio che si vendicò uccidendo il re e incendiando la sua reggia.
[modifica] Commedie
Se ne conoscono 34 titoli, con pochissimi frammenti, il più noto dei quali è quello della Tarentilla dove Nevio descrive la civetteria di una ragazza. Abbiamo inoltre i titoli di altre tre commedie: "Hariolus" l'indovino; la "Corollaria" la fioraia; 'l'"Apella" la donna di Puglia. Dal linguaggio dei frammenti si è dedotto che Nevio abbia avuto una certa influenza sul lessico usato da Plauto.
[modifica] Bellum Poenicum
È un poema epico che narra della prima guerra punica, scritto in tarda età e considerata la sua opera più importante già in età romana. Dai frammenti rimasti si evince che già Nevio cantasse il viaggio di Enea da Troia all'Italia, narrando anche dell'incontro tra lui e Didone a Cartagine. Il poema è scritto in versi saturni, come già l'Odusìa di Livio Andronico.
[modifica] Note
- ^ Aulo Gellio, Notti attiche, I, 24.
- ^ Aulo Gellio, Notti attiche, XVII, 21, 45.
- ^ Questa frase è a doppio senso. Infatti si può tradurre anche in questo modo: "per volere del destino, i Metelli sono fatti consoli a Roma". Questo per via dell'ambiguità di fato che può significare sia destino che disgrazia.
- ^ Cesio Basso, in Grammatici Latini, VI, 266.
[modifica] Collegamenti esterni
- I frammenti superstiti di Nevio, presso la Bibliotheca Augustana.
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