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Giovanni di Castri (Francavilla Fontana, 1915 – Fronte cirenaico-egiziano, 11 dicembre 1940) è stato un militare italiano, ha partecipato alla Seconda guerra mondiale come capitano d’artiglieria in servizio permanente effettivo, ed è stato decorato con la medaglia d'oro al valor militare.
Discendente da antica famiglia pugliese, figlio dell’avvocato Luigi di Castri, abbracciò la carriera militare nell'arma dell'artiglieria e, terminati gli studi, fu inviato a Sabaudia, dove ancora vi è la caserma intestata a suo nome.
Allo scoppio della guerra, chiese di essere inviato in Africa ove fu assegnato al XX raggruppamento di artiglieria di corpo d’armata e si distinse per atti di valore e attitudine al comando, tanto da raggiungere in breve tempo il grado di capitano.
Morì nel dicembre 1940, durante un'azione difensiva in cui, rimasti uccisi quasi tutti i suoi uomini, continuò l'azione sostituendosi egli stesso al servente del pezzo. Per tale azione, alla memoria, fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare.
Medaglia d'oro al valor militare
«Comandante di una batteria contraerei autocampale, poco adatta al movimento ed alle azioni in terreno desertico, in tutto il ciclo operativo che portò le nostre truppe dal confine egiziano a Sidi El Barrani ed oltre, compì a protezione del cielo della 2a Divisione Libica, alla cui dipendenza operò, brillanti azioni, nelle quali rifulsero il coraggio, l’abnegazione, lo sprezzo del pericolo, nonché le sue belle doti d’organizzatore ed animatore. Durante una violenta offensiva avversaria, sferrata con notevoli mezzi corazzati e fanterie autocarrate, scrisse col suo reparto una pagina gloriosa. Soverchiata buona parte delle fanterie, allorché tutte le altre batterie tacevano per esaurimento delle munizioni, il suo reparto continuava a far fuoco, seminando lo smarrimento e lo sbandamento fra le colonne nemiche dilaganti verso il centro dello schieramento. La sua azione personale primeggia in quei momenti di lotta accanita. Da solo fuga una camionetta avversaria che osa avvicinarsi ai pezzi, si sostituisce poco dopo ad un puntatore di un pezzo, caduto, alimenta l’azione tenace controcarro, che raggiunge fasi veramente impressionanti, la protrae con indomito valore fino a che viene sommerso dalla schiacciante superiorità nemica. Magnifica figura di comandante votato al sacrificio.»
— Fronte cirenaico-egiziano,
13 settembre-
11 dicembre 1940