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Gioconda De Vito - Wikipedia

Gioconda De Vito

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Questa voce di musica classica è ritenuta non neutrale: per contribuire, partecipa alla discussione.
Motivo: il paragrafo Documenti sonori in particolare è da riscrivere, IMHO Vedi anche: Progetto musica classica Portale musica classica Segnalazione di {Sirabder87}Static age 01:08, 3 mag 2008 (CEST)

Gioconda Anna Clelia De Vito (Martina Franca26 luglio 1907 – Roma1994) è stata una violinista italiana naturalizzata inglese.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] In Italia

Sin dall’età di tre anni si divertiva a riprodurre le arie d’opera che la banda di paese eseguiva in occasione delle feste tradizionali. Fu così che i genitori decisero di farle impartire da Salvatore Micoli, direttore e compositore della banda municipale, le prime lezioni di teoria e solfeggio. A otto anni la mamma le comprò il suo primo violino: «Ero una bambina vivace, sin troppo, se mia madre aveva deciso di mandarmi in collegio dalle suore domenicane. Ed io, spaventatissima, le dissi: Mamma, piuttosto comprami un violino, e ti prometto che sarò ferma e buona. Rivedo ancora il negozio ove andammo, mano nella mano, a comprarlo e ricordo la felicità assoluta di quel momento». Iniziò a studiare lo strumento con suo zio materno Francesco del Giudice. Proseguì gli studi con Attilio Crepax al Conservatorio di Musica Rossini a Pesaro dove, in poco più di due anni (nel 1921), conseguì il diploma con il massimo dei voti in tutte le discipline, anche quelle non musicali e ricevette la speciale lode ad personam, allora ancora vietata alle donne. Lì tenne nello stesso anno il suo primo concerto. In seguito si perfezionò con Remy Principe presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Nel 1932 vinse il Concorso Internazionale di Vienna (primo posto ex-aequo con un violinista ungherese) e durante gli anni 30 si divideva tra i concerti e l’insegnamento all’Accademia S. Cecilia (dal 1935) ed al conservatorio di Bari.

Nel 1953 il Governo italiano decise di donargli il "Toscano", un meraviglioso Stradivari costruito dal grande liutaio cremonese nel 1690. Ma la violinista rifiutò l’offerta affermando che un simile gioiello non potesse appartenere ad un singolo uomo ma all’umanità intera. Su consiglio della stessa, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per conto del Governo Italiano, acquistò il violino dagli Hill & sons di Londra, pagandolo tre milioni e lo affidò ad vitam a Gioconda De Vito, la quale in un’intervista affermò che «Come cittadina italiana, anche se null’altro avessi fatto per la mia Patria, sono soddisfatta di aver fatto tornare in Italia ‘Il Toscano’». Precedentemente Benito Mussolini, violinista dilettante e ammiratore della De Vito, voleva acquistare per lei questo violino. Ma il proposito non si concretizzò a causa della caduta del regime fascista. Gioconda ebbe modo così di rimanere fedele al principio sempre ribadito da sua madre secondo cui non è lecito accettare qualcosa di così importante da un uomo.

Un'altro Stradivari, il "Bazzini", le fu prestato da un collezionista ungherese. Questo rimase il suo preferito poiché più facile da suonare per via delle dimensioni ridotte rispetto al "Toscano", un suono ugualmente straordinario e anche minori preoccupazioni nel portarlo con sè in quanto aveva un valore di mercato inferiore.

Nel 1956 suo marito le regalò un Ferdinando Gagliano del 1762 detto "Gioconda De Vito", il quale divenne il preferito della violinista negli ultimi anni della sua carriera.

Nel 1945 Ildebrando Pizzetti le dedicò un concerto. Nel 1953 suonò una sonata di Brahms per Papa Pio XII, anch’egli amatore del violino, con Wilhelm Furtwangler al pianoforte. Questi furono i traguardi più importanti della violinista in Italia.

[modifica] All'estero

Il suo arrivo in Gran Bretagna nel 1947 per registrare un 78 giri fece sensazione. Il 29 aprile 1948 suonò alla Royal Albert Hall con la London Philharmonic Orchestra diretta da Victor de Sabata. Era in programma il concerto di Brahms come nei sui più importanti debutti (ad esempio Leipzig nel 1943) e il riscontro della critica fu molto positivo come testimoniato da un articolo sul Times in cui venne definita “a violinist of the front rank” per l'intensità dell'immaginazione, il suono intenso e chiaro e la tecnica impeccabile. Lo stesso anno eseguì il concerto in Sol di Mozart ancora alla Royal Albert Hall con la BBC Symphony Orchestra diretta da Rafael Kubelik e fu ancora un grande successo per pubblico e critica. Nel 1949 sposò David Bicknell, direttore della divisione HMV della EMI Records, e dunque acquisì la cittadinanza britannica. Suonò al Festival di Edimburgo nel 1948 (il triplo concerto di Beethoven con Arturo Benedetti Michelangeli, Enrico Mainardi e l'orchestra dell' Accademia Santa Cecilia diretta da Furtwangler), nel 1951 e nel 1953 (l'articolo pubblicato sul Times relativo alla partecipazione del 1953 si può leggere guardando questo video su youtube [1]), partecipando inoltre alla serie “Quattro secoli di violino” con Yehudi Menuhin, Max Rostal e Isaac Stern. Nel 1958 fece parte della giuria per il concorso Tchaikovsky, tenne recitals a Mosca e Leningrado; nel 1960 tornò ad Edimburgo, tenne un tour in Australia e in America . Aveva poco più di cinquant' anni, stava entrando nella piena maturità di un interprete ormai acclamata in tutto il mondo quando nel 1961 si ritirò dalle scene. La sua decisione fu dovuta alla consapevolezza di aver ormai raggiunto l'apice delle proprie possibilità: «Troppe volte ho assistito alla decadenza di un artista e ne ho provato una pietà mostruosa. Perciò ho voluto troncare la mia carriera nel momento in cui mi sono accorta di non poter dare ancora di più. Quando un organismo cessa di svilupparsi comincia istantaneamente ad invecchiare, ed io la decadenza non ho voluto iniziarla». Il suo ultimo concerto britannico si tenne a Swansea in ottobre, l’ultimo in assoluto a Basilea a novembre. Non tornò più indietro e nessuno, almeno in pubblico, la sentì più suonare.

Gioconda de Vito visse felicemente con suo marito fino alla sua morte di quest’ultimo avvenuta nel 1988. Talvolta tornava in Italia per far visita a sua sorella, ma visse per lo più nella sua casa di Hertfordshire e solo raramente si recava a Londra per ascoltare qualche concerto. Amava tantissimo gli animali ed il suo giardino accoglieva una stupenda fauna selvatica: gatti, uccelli, scoiattoli, due cigni ed anatre. Una volta fece amicizia anche con un topo e confessò ad una giornalista: “ha degli occhi così luminosi…non gli farei mai del male - dopo tutto, è una creatura di Dio”. Morì a Roma nel 1994 all’età di 87 anni.

[modifica] Documenti sonori

Riflettendo sulla sua carriera, Gioconda ebbe un motivo di rammarico: non registrò mai il Concerto di Beethoven per il quale divenne così famosa. “E’ stata una cattiva fortuna” disse. Bisogna dire che non ebbe mai un buon rapporto con le registrazioni, era molto critica verso se stessa e non era mai soddisfatta dei risultati in studio. Ricordò sempre con nostalgia e dispiacere un’esecuzione particolarmente ispirata del concerto di Beethoven in Italia che doveva essere registrata, ma che circostanze avverse resero impossibile.

Ma per fortuna buona parte della sua arte è documentata da registrazioni di grande rilievo. Fu indubbiamente votata per la musica di Brahms grazie al suo fraseggio ampio, la forza e l' intensità della cavata, il vibrato largo, il suono chiaro, la morbidezza delle linee interpretative, il vigore di impatto immediato con cui si imponeva al pubblico uniti ad una elevata sensibilità e cultura artistica, rara sintesi di tecnica perfetta e grande immaginazione poetica. Di Brahms si annoverano due registrazioni magnifiche del Concerto per violino (nel 1941 e nel 1953) e del Doppio Concerto (nel 1952, con Amadeo Baldovino al violoncello). E’ da menzionare la sua collaborazione con i due pianisti Tito Aprea ed Edwin Fischer, con i quali incise anche le sonate di Brahms. Di particolare interesse sono le performance con con Yehudi Menuhin, il Concerto Doppio di Bach, le trio sonata di Händel e Henry Purcell, i duetti di Giovanni Battista Viotti e Louis Spohr. Importanti i concerti di Bach in Mi maggiore, Mozart in Sol maggiore (registrato due volte) e Mendelssohn in Mi minore.

L'IDIS (Istituto Discografico Italiano), in collaborazione con il Festival della Valle D’Itria [2] di Martina Franca, ha dato inizio a una collana dedicata alle sue registrazioni da studio.

[modifica] Documenti

Corrado Roselli, docente di violino presso il Conservatorio di Musica "N. Piccinni" di Bari, ha pubblicato una biografia aggiornata e completa sulla violinista, dal titolo "Gioconda De Vito: un mito dimenticato".

[modifica] Collegamenti esterni

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