Fronti Basse sul Bisagno

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Le Fronti Basse sul torrente Bisagno facevano parte dell'ultima delle cinte murarie di Genova, quella realizzata nel 1632, detta delle Mura Nuove. Costituivano il tratto di mura che doveva varcare la zona ribassata (da cui Fronti Basse) sulla piana del Bisagno, stretta tra i colli di Montesano e di Carignano, ed opposta alla collina di Albaro.

Questa serie di mura era costituita da due ampi bastioni, protetti da due rivellini triangolari posti in posizione avanzata rispetto ai primi verso il torrente Bisagno, e quindi da una serie di fossati.

La loro complessa struttura occupava le aree delle attuali piazza della Vittoria, piazza Verdi, Stazione Brignole.

Erano la parte di cinta muraria seicentesca che si raccordava alle Mura del Cinquecento (dette Mura Vecchie). Il collegamento era poco a Sud della Porta Pila, con un tratto ascendente e gradonato di mura, sul sito delle attuali aiuole delle caravelle, che le univa al bastione delle Cappuccine (ultimo della serie della cortina delle mura del Prato). Dall'altro lato, dalla parte cioè di San Vincenzo, le mura si raccordavano ai successivi bastioni dello Zerbino, sempre appartenenti alle Mura Nuove.

Le Fronti Basse vennero demolite per preparare la spianata dove nel 1892 venne allestita l'Esposizione Colombiana nel quarto centenario della scoperta dell'America.

[modifica] Le porte della città nelle Fronti Basse

Nelle Fronti Basse si aprivano le due porte principali della città a Levante:

Porta Pila: era la più monumentale, e si trovava allo sbocco della via della Consolazione (corrispondente al tratto non porticato dell'attualevia XX Settembre; pertanto Porta Pila era alla congiunzione delle attuali via XX Settembre, via Cadorna e via Fiume. Borgo Pila, essendo dalla parte della Foce, era esterno alla città, ed era collegato a questo ingresso alle mura mediante il ponte Pila.
Porta Romana: collocata allo sbocco della via San Vincenzo, prospettava poco oltre sempre sul Bisagno. Era più piccola della prima porta e si apriva sul tracciato dell'Antica Via Aurelia Romana. Quest'ultima era il percorso che condiceva a Levante (da cui il nome di porta Romana). Il Bisagno era da questa parte attraversato dal ponte medioevale di Sant'Agata, subito dopo la deviazione (presso il Borgo degli Incrociati) che conduceva a nord, per la val Trebbia in Emilia.

Una delle due porte fu disegnata dall'architetto Bartolomeo Bianco. Si presume fosse la Porta Pila per la sua maggiore monumentalità, ma alcuni non escludono si trattasse invece della Porta Romana.

Porta Pila ricostruita sopra la stazione di Genova Brignole

Dagli anni settanta-ottanta dell'Ottocento, la necessità di un più ampio accesso veicolare costrinse all'apertura, nelle mura ai lati di Porta Pila, di due fornici ausiliari, analogamente a quanto era stato poco prima fatto con la retrostante Porta dell'Arco.

A seguito della demolizione delle Fronti Basse, mentre la Porta Romana venne demolita - e nulla è quindi dato sapere del suo originale apparato scultoreo in bignato - Porta Pila rimase per un certo periodo, anche se erano scomparse le mura attorno ad essa, a segnare con la sua arcata l'inizio della via Giulia, poi divenuta via XX Settembre.

Ma presto anche questa porta venne smontata e ricomposta sul soprastante colle di Montesano. Qui era inizialmente posta a tagliare la via. In seguito anche questa collocazione era troppo stretta per le nuove necessità veicolari, per cui venne ancora una volta smontata ed infine ricollocata nello stesso punto ma a lato della via, come mero elemento ornamentale.

In questa posizione domina oggi il parco binari della stazione Brignole.