Emil Kraepelin
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Emil Kraepelin
Emil Kraepelin (Meclemburgo, 6 maggio 1856 – Monaco di Baviera, 23 settembre 1926) è stato uno psichiatra tedesco.
Condusse importanti studi sull'ebefrenia, sulla catatonia e sulla demenza paranoide. Considerò questi quadri clinici differenti declinazioni dell'unica forma mentale da lui riconosciuta, la demenza precoce, successivamente ridefinita schizofrenia. Il fraintendimento era dovuto al fatto che questa forma di disturbo si verificava in soggetti giovani rispetto alla media dei pazienti affetti di solito da quella patologia.
Per la sua tenace ricerca relativa alla sintomatologia patologica e delle differenti forme in cui si manifestano le psicopatologie, Kraepelin è considerato il padre delle moderne classificazioni delle patologie psichiche; indirettamente, alcune delle sue categorizzazioni hanno influenzato sensu latu anche il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).
Insieme a Josef Breuer dedicò la sua attività scientifica alla ricerca delle basi neurofisiopatologiche che ipotizzava a fondamento delle psicosi, salvo poi accorgersi che non si trattava necessariamente in una riduzione delle facoltà intellettive, ma piuttosto un diverso modo di interpretare ed affrontare la vita.[citazione necessaria] Kraepelin e Breuer notarono comunque che «La malattia è caratterizzata da un tipo specifico d’alterazione del pensiero...». Fu infatti il suo giovane collega a portare il maestro dal concetto di istopatologia a quello più moderno di psicopatologia.
Negli anni venti formulò la convinzione scientifica secondo cui il comportamento deviante è sempre una forma di malattia mentale, convinzione che portò alla concezione di manicomi più simili a strutture di detenzione che luoghi di cura.[citazione necessaria]
Se ad alcuni può sembrare anacronistica questa definizione, non possiamo dimenticare che in quegli anni persino l'omosessualità era considerata devianza rispetto al comportamento medio e pertanto "malattia". Inoltre il periodo era quello in cui si sono formati i regimi totalitari del secolo scorso e secondo taluni osservatori considerare "malati" i "devianti" era politicamente conveniente.
