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Emanuela Orlandi - Wikipedia

Emanuela Orlandi

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Emanuela Orlandi (Città del Vaticano14 gennaio 1968) , figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparve in circostanze misteriose il 22 giugno 1983 all'età di 15 anni.

Quella che all'inizio poteva sembrare la "normale" sparizione di un'adolescente, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse Vaticano, Istituto per le Opere di Religione (IOR), Banda della Magliana, Banco Ambrosiano e servizi segreti di diversi Stati, in un intreccio che non è ancora stato districato.

Indice

[modifica] Scomparsa

Emanuela Orlandi frequentava una scuola di musica in piazza Sant'Apollinare a Roma. Il giorno della scomparsa, nel tragitto che dal Vaticano la portava alla scuola, incontrò uno sconosciuto, alla guida di una BMW verde, che le offrì un lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici), da svolgere durante una sfilata di moda e pagato esageratamente (circa 375.000 lire). Emanuela rispose che prima di accettare avrebbe dovuto chiedere il permesso ai genitori. Verso le ore 19:00, dopo essere uscita in anticipo dalla lezione, telefonò a casa per riferire la proposta che le era stata fatta e la sorella le disse di lasciar perdere. Questo fu l'ultimo contatto che ebbe con la famiglia.
Dopo la telefonata, si confidò con un'amica e compagna della scuola di musica, Raffaella Monzi, che la accompagnò alla fermata dell'autobus, lasciandola alle 19:30. Poco dopo, Emanuela fu vista conversare con una ragazza sconosciuta e mai in seguito identificata. Più tardi, un vigile urbano in servizio davanti al Senato la vide parlare con un uomo a bordo di una BMW nera, altri testimoni la videro salire sull'auto.

Dopo le prime, infruttuose ricerche, condotte direttamente dalla famiglia (le forze dell'ordine avevano infatti inizialmente pensato a una scappatella), cominciano le telefonate.

Si tratta principalmente di sciacalli e mitomani, ma il 25 giugno, si apre una pista importante: a casa Orlandi arriva la telefonata di un uomo, tale Pierluigi, che parla un italiano senza inflessioni dialettali e dice di essere stato spinto a chiamare dalla propria fidanzata che avrebbe incontrato, a Campo dei Fiori, due ragazze. Una di queste, che si era presentata come Barbara, vendeva cosmetici ed aveva con sé un flauto. Un amico le aveva consigliato di suonare in pubblico ma "Barbara" si era rifiutata. Per farlo, infatti, avrebbe dovuto indossare gli occhiali, di cui però si vergognava.

Tre ore più tardi, in una seconda telefonata, "Pierluigi" aggiunge un altro particolare significativo: gli occhiali della ragazza sono "a goccia, per correggere l'astigmatismo".

Per la famiglia, si apre uno spiraglio di speranza: era vero, infatti, che Emanuela era astigmatica, era vero che provava imbarazzo per gli occhiali ed era altrettanto vero che suonava il flauto.

Il giorno successivo, una nuova telefonata. "Pierluigi" afferma di avere 16 anni e di trovarsi in un ristorante di una località marina, insieme ai propri genitori, ed aggiunge che "Barbara" avrebbe dovuto suonare al matrimonio della sorella, ma non fornisce elementi per rintracciare la ragazza e rifiuta un appuntamento in Vaticano che lo zio di Emanuela gli chiede. Il 28 giugno, altra telefonata, altra persona. Mario, che dichiara di avere 35 anni e ha un forte accento romano, sostiene di aver visto un uomo con due ragazze, che vendevano cosmetici. Una delle due dice di chiamarsi Barbara e di essere di Venezia.

Potrebbe essere Emanuela? Pierluigi e Mario si conoscono? Potrebbero far parte della stessa organizzazione? I dubbi si affollano nella mente dei genitori fino a quando arriva una seconda telefonata di "Mario", il quale afferma che "Barbara" gli avrebbe raccontato di essersi allontanata volontariamente da casa, cosa impossibile secondo la famiglia.

I due telefonisti perdono quindi credibilità agli occhi dei genitori. Pare si possa escludere che si sia trattato di comuni rapitori, i quali, se avessero puntato al riscatto, avrebbero avuto tutto l'interesse a dimostrare di avere in mano l'ostaggio. Fino al 5 luglio, di Emanuela Orlandi, non si saprà più nulla.

[modifica] Collegamenti con l'attentato a Giovanni Paolo II

È il 5 luglio, quando nella sala stampa vaticana squilla un telefono. All'altro capo del telefono c'è un uomo, che parla con uno spiccato accento straniero (ribattezzato dalla stampa "l'Amerikano"), e facendo riferimento alla scomparsa di Emanuela Orlandi, auspica l'intervento del pontefice, Giovanni Paolo II. Chiama in causa Mehmet Ali Ağca, l'uomo che aveva sparato al Papa in Piazza San Pietro, un paio di anni prima, chiedendo che sia liberato entro il 20 luglio. Afferma di tenere in ostaggio Emanuela Orlandi, sostenendo che molti altri elementi sono già stati forniti da altri componenti della sua organizzazione, Pierluigi e Mario, ed esige l'attivazione di una linea telefonica diretta con il Vaticano. Un'ora dopo, l'uomo chiama a casa Orlandi, e fa ascoltare ai genitori un nastro con una voce di ragazza, che potrebbe essere Emanuela. Ma la registrazione potrebbe essere stata precedente alla scomparsa della ragazza.

Nei giorni successivi, l'uomo insiste affinché Wojtyła si muova per la liberazione di Ali Ağca entro il 20 luglio, ma il Papa non ha alcun potere sull'autorità giudiziaria italiana, da cui la liberazione del killer turco dipende.

Il 17 luglio, viene fatto ritrovare un nastro, in cui si conferma la richiesta di scambio con Ağca, la richiesta di una linea telefonica diretta con il cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, e si sente la voce di una ragazza che implora aiuto, dicendo di sentirsi male. Alcuni giorni più tardi, in un'altra telefonata, "l'Amerikano" chiederà allo zio di Emanuela di rendere pubblico il messaggio contenuto sul nastro, e di informarsi presso il cardinale Agostino Casaroli, riguardo ad un precedente colloquio.

In totale, le telefonate dell'"Amerikano" saranno 16, tutte da cabine telefoniche. Nonostante le richieste di vario tipo, e le presunte prove, l'uomo (che non sarà mai rintracciato) non apre nessuna reale pista da battere.

Alla scomparsa di Emanuela verrà anche collegata la sparizione di un'altra adolescente, Mirella Gregori anche lei quindicenne, scomparsa il 7 maggio 1983 da Roma e mai più ritrovata. Nel comunicato n. 20 del 20 novembre 1984, i Lupi grigi dichiarano di custodire nelle loro mani entrambe le ragazze.

[modifica] Collegamenti con lo scandalo IOR ed il caso Calvi

Secondo alcuni giornali e pubblicazioni, l'identikit dell'Amerikano, stilato dall'allora vicecapo del SISDE Vincenzo Parisi in una nota rimasta riservata fino al 1995, corrisponderebbe a monsignor Paul Marcinkus, che all'epoca era presidente dello IOR, la "banca" vaticana: gli specialisti del SISDE, analizzando i messaggi e le telefonate pervenute alla famiglia, per un totale di 34 comunicazioni, ne ritennero affidabili e legati a chi aveva effettuato il sequestro 16, che riguardavano una persona con una conoscenza approfondita della lingua latina, migliore di quella italiana (che probabilmente era stata appresa successivamente al latino), probabilmente di cultura anglosassone e con un elevato livello culturale e una conoscenza del mondo ecclesiastico e del Vaticano, oltre alla conoscenza approfondita di diverse zone di Roma (dove probabilmente aveva abitato).[1]

[modifica] Collegamenti con la Banda della Magliana

Nel luglio del 2005, alla redazione del programma "Chi l'ha visto?", in onda su Rai Tre, arriva una telefonata anonima in cui si dice che per risolvere il caso di Emanuela Orlandi è necessario andare a vedere chi è sepolto nella basilica di Sant'Apollinare. Nello sconcerto generale, i telespettatori scoprono così che "l'illustre" defunto altri non è che il capo della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, detto "Renatino". Il 20 febbraio 2006, un pentito della Banda, Antonio Mancini, sostiene, di fronte alle telecamere di "Chi l'ha visto?", di aver riconosciuto nella voce di Mario quella di un killer al servizio di De Pedis, tale "Rufetto". Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica però, non hanno confermato quanto dichiarato da Mancini. Recentemente a tal proposito è giunta alla redazione del già citato programma di Rai Tre una cartolina raffigurante una località meridionale che presentava il seguente testo :<Lasciate stare Renatino>.

[modifica] Note

  1. ^ Estratti del libro EXTRA OMNES L'infinita scomparsa di Emanuela Orlandi di Gaja Cenciarelli, ZONA 2006, ISBN 8889702176 , relativi ai documenti desecretati delle inchieste del SISDE svolte al tempo

[modifica] Bibliografia

  • Gennaro Egidio. La strategia delle ombre. I mille volti del crimine. Milano, Mursia, 1988.
  • Pino Nicotri. Mistero Vaticano. La scomparsa di Emanuela Orlandi. Roma, Kaos edizioni, 2002. ISBN 8879531123.
  • Antonio Fortichiari. E' viva. La scomparsa di Emanuela Orlandi. Un'inchiesta. Tropea, 2003. ISBN 8843804030.
  • Ferdinando Imposimato. Vaticano. Un affare di Stato. Le infiltrazioni, l'attentato. Emanuela Orlandi. Koinè Nuove Edizioni, 2003. ISBN 9788887509380.
  • Vittorio Di Cesare, Sandro Provvisionato. Vaticano rosso sangue. Firenze, Olimpia, 2006. ISBN 9788825301175.
  • Otello Lupacchini, Max Parisi. Dodici donne un solo assassino. Da Emanuela Orlandi a Simonetta Cesaroni. Koinè Nuove Edizioni, 2006. ISBN 8887509719.
  • Gaja Cenciarelli. Extra Omnes. L'infinita scomparsa di Emanuela Orlandi. Bologna, Zona Editore, 2006. ISBN 8889702176.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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