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Da Varano - Wikipedia

Da Varano

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La casata dei Da Varano fu importante nella storia medioevale e moderna delle Marche e si estinse nel 1882 con Rodolfo. Era di origine umbra e tenne il governo della città di Camerino e di altri territori vicini.

[modifica] Storia

Le prime notizie che si hanno sono del XIII secolo e riguardano un certo Prontaguerra da Varano un potente capo guelfo come sempre fortemente guelfa sarà la sua discendenza. Infatti dopo di lui conosciamo un suo pronipote di nome Gentile il quale era capo dei Guelfi a Camerino e che vide la città distrutta dal re Manfredi, ma che egli stesso fece ricostruire una volta divenuto capo del governo camerte dopo la battaglia di Benevento. Il suo impegno politico lo portò ad essere insignito dal papa Martino IV del titolo di "conte della Campagna Romana" nel 1282. Morto nel 1284 lasciò due figli Rodolfo e Berardo.
Rodolfo diventò l'erede ed anche ad egli venne conferito il titolo di "conte della Campagna Romana" diventando anche capitano del "Popolo di Lucca". Nel frattempo il fratello Berardo continuava nell'opera di allargare il prestigio della famiglia che in questo periodo storico stava emergendo. Si trovò infatti ad essere stato nominato capitano generale dell'armata del papa Bonifacio VIII che in quel periodo storico aveva adottato una politica ostile nei confronti del re di Francia Filippo IV il quale rispose inviando una armata a Roma per fermare l'operato del pontefice.
Nel 1314 Rodolfo morì e Berardo nel 1316 diventò il signore di Camerino e nel 1319 fu nominato dal papa Giovanni XXII "marchese di Ancona". Ci troviamo nel periodo del Papato di Avignone e Berardo rappresentava il personaggio fidato del pontefice per conservare i possedimenti dello Stato della Chiesa. Nel 1322 conquistò Urbino, Fano, Osimo e Recanati.
Morto nel 1329 gli sucedette il figlio Gentile II il quale ebbe il ruolo di estendere l'influenza della famiglia conquistando Tolentino, Gualdo Tadino e San Ginesio. Fu anche egli un fervente guelfo cosa che lo portò a combattere per molto tempo contro i ghibellini. Nel 1332 diventò vicario pontificio, ma dovette assistere alla morte improvvisa del figlio Berardo che lasciò comunque quattro nipoti, ma che quindi lo lasciarono con la preoccupazione di vedere andare in fumo tutta la scalata che la famiglia stava ormai da alcuni decenni compiendo. La sua politica a quel punto si basò sul compiacere il più possibile il papa Innocenzo VI e il cardinale Albornoz.
Il maggiore dei suoi nipoti, Rodolfo II, gli succedette alla sua morte avvenuta nel 1355 e al di là delle aspettative del nonno, si rivelò un capace stratega politico per Camerino. Continuò nell'appoggiare il cardinale Albornoz il quale stava cercando di riconquistare le numerose signorie marchigiane e romagnole che si erano ribellate alla Chiesa e nominato dal papa Innocenzo IV "gonfaloniere di Santa Romana Chiesa" riportò grandi vittorie anche contro la lega degli Ordelaffi e dei Malatesta. Rimasto a capo delle forze Pontifice fino al 1359 diventò poi comandante dell'esercito dei Fiorentini e combatte contro Bernabò Visconti.
Rodolfo II non lasciò eredi ed al momento della sua morte, nel 1384, diventò capo del piccolo stato di Camerino il fratello Giovanni che morì nel 1385 anch'egli senza discendenza e passò il governo all'ultimo dei quattro fratelli Gentile III il quale seguì la tradizionale politica papalina della famiglia che gli permise di essere nominato senatore di Roma nel 1362. Nel 1393 gli succedette il figlio Rodolfo III che grazie alla sua abilità di condottiero si vide donata dal papa Civitanova. Appoggiò la scalata al trono di Napoli di Ladislao I d'Angiò.
Con la sua morte incominciò il declino del potere della famiglia che vide successivamente lotte di potere. Infatti fu designato, come successore di Rodolfo III, il figlio Giovanni II, ma il padre aveva avuto figli da due mogli: Elisabetta Malatesta e Costanza Smeducci. Le decisione di successione del padre furono contestate dai figli e si creò una furibonda lotta dinastica che fu sedata dall'intervento del cardinale Vitelleschi inviato dal papa Eugenio IV. Questi provò a sedare la lotta con la decapitazaione del più acceso fra i fratelli, Piergentile, ma gli altri complottarono ed assassinarono Giovanni II. A questo punto la lotta per la successione si trasformò in una rivolta popolare che fece uccidere i rimanenti due fratelli, Berardo e Gentil Pandolfo.
A questo punto rimasero superstiti della famiglia dei Varano Rodolfo IV figlio di Piergentile, che durante le lotte dinastiche si rifugiò a Rimini dai Malatesta e Giulio Cesare figlio di Giovanni II (che poi sposa Giovanna Malatesta, figlia di Polissena Sforza e di Sigismondo Pandolfo Malatesta), mentre Camerino andò sotto la protezione di Francesco Sforza. Fu così che nel 1444 Rodolfo IV riconquistò la città dovendo cedere, però, Tolentino allo Stato Pontificio morì nel 1464 e gli succedette Giulio Cesare un grande guerriero che combatté a fianco del papa, di Firenze, Milano e Venezia, ma nulla poté contro le forze di Cesare Borgia che nel 1502 conquistò la città, catturò ed uccise Giulio Cesare ed i suoi figli Vincenzo, Annibale e Pirro mentre Giovanni Maria riuscì a scappare e a salvarsi dalla furia del "Duca Valentino" a Venezia. Caduti i Borgia, a Roma si insediò papa Giulio II che riconquistò i possedimenti pontifici e ridiede Camerino a Giovanni Maria che nel 1515 fu creato duca. Alla sua morte nel 1527 senza discendenza Camerino fu ceduta al Ducato di Urbino.
A questo punto della famiglia rimaneva un certo Ercole figlio di Rodolfo IV che viveva a Ferrara. Tentò di riconquistare Camerino ma fu catturato ed imprigionato e successivamente senza fortuna pure il figlio Mattia fu cacciato dalla città marchigiana dopo averla ripresa per un breve periodo. Interviene a liberare Ercole il papa Paolo III che gli conferì il titolo di Duca di Camerino ma non riuscendo rimpossesarsene e cedette. Infine anche il nipote Piergentile nel 1549 riprovò infruttuosamente a riconquistare la città.

[modifica] Voci correlate

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