Chiostro di San Lorenzo Maggiore
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Il Chiostro di San Lorenzo Maggiore è uno dei chiostri monumentali di Napoli, adiacente alla omonima basilica, nel centro storico (al n.36 di via dei Tribunali)
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[modifica] Storia
L'attuale chiostro settecentesco rappresenta l'ultima modifica dell'originaria costruzione gotica, sorta nel Trecento.
Nel 1344 il chiostro ospitò Francesco Petrarca.
Un'iscrizione sull'architrave si riferisce ad un intervento quattrocentesco voluto da "Carlo Miroballo".
[modifica] Resti archeologici
Gli scavi archeologici, iniziati nel 1976 hanno rimesso in luce i resti del macellum (mercato) della Neapolis greco-romana, sorto in corrispondenza dell'antico decumano maggiore. La struttura antica presentava al centro un edicola colonnata, in forma di piccolo tempio circolare, che doveva ospitare una fontana, come provano i resti dell'impianto per lo scarico dell'acqua. In corrispondenza dei lati dell'attuale chiostro si aprivano dei porticati con ambienti sul fondo destinati a bottega.
[modifica] Architettura e opere d'arte
Il chiostro presenta al centro un pozzo con puteale in marmo e piperno, opera dello scultore Cosimo Fanzago.
Sul lato orientale si apre la sala capitolare, il cui ingresso è sottolineato da un'arcata gotica con profili in travertino. Nella lunetta si trovava l'affresco (ora staccato, con la consegna della "Regola" ai frati minori e alle clarisse da parte di san Francesco. Ai fianchi del portale vi sono due quadrifore gotiche con archi a tutto sesto sostenuti da colonnine in tufo.
La tomba di Errico Puderico, che aveva chiesto per umiltà di essere seppellito fuori dalla chiesa, si trova presso il passaggio che vi immette. Venne realizzata nel 1467 dal figlio Francesco, decorata con le armi del defunto sorrette da amorini, scultura attribuita dubitativamente a Giovanni da Nola. Sul lato opposto si apre la cappella dell'"Arciconfraternita di Sant'Antonio, che secondo la tradizione venne creata nel 1623 dal viceré di Napoli, al quale il santo sarebbe apparso in sogno.
Sul lato nord si trovano il monumento dedicato a Giuseppe Bondola e il sepolcro di Francesco Palmieri, entrambi in marmo.
[modifica] Fonti
- Maria Rosaria Costa, I Chiostri di Napoli, Tascabili Economici Newton, Roma, 1996, ISBN 88-818-3553-3
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