Atena nera
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Atena nera | |
Titolo originale | Black Athena |
Autore: | Martin Bernal |
Anno (1ª pubblicazione): |
1987 |
Genere: | storia della cultura |
Sottogenere: | |
EDIZIONE RECENSITA | |
Anno: | 1997 |
Editore: | EST |
Traduzione: | Luca Fontana |
Pagine: | 669 |
ISBN | 8873804764 |
Progetto Letteratura |
Atena nera è un libro di Martin Bernal, in cui l'autore si propone di mostrare le "radici afroasiatiche della civiltà classica". In pratica, sostiene che la cultura greca classica ha subito influssi determinanti e fondamentali da quella fenicia e ancora più da quella dell'antico Egitto.
Indice |
[modifica] L'ipotesi di Bernal
Bernal individua, lungo i secoli, due modelli che hanno cercato di spiegare le origini della civiltà greca.
Il primo lo definisce "modello antico": è quello elaborato dagli stessi greci e in seguito variamente dominante nella cultura europea sino al tardo XVIII secolo. Secondo questo modello, la civiltà greca, nelle sue diverse manifestazioni (lingua, tecniche, arte, filosofia) sarebbe l'erede del sapere sviluppato sin dal III millennio avanti Cristo in Mesopotamia ed Egitto; erede non in senso lato ma concreto, in quanto le più importanti città della grecia arcaica e classica (Micene, Cnosso, Tebe, Atene) sarebbero state colonie egizie e fenice, fatti che Bernal afferma siano riflessi in miti e leggende come ad esempio quelle di Danao o Cadmo.
Il secondo modello è definibile come "modello ariano", nasce nell'Europa moderna del tardo XVIII secolo e si afferma soprattutto nel XIX secolo. Secondo questo modello, la civiltà greca, nata in seguito all'invasione di popoli indoeuropei, sarebbe una civiltà originaria europea sorta in contrapposizione a un Oriente asiatico e africano visto come immobile e decadente. Bernal invididua ulteriormente due varianti di questo modello: da una parte il "modello ariano ampio", che ammette contatti e influssi sulla cultura greca da parte di quelle afroasiatiche, ma unicamente per minimizzarli; dall'altra, invece, il "modello ariano estremo", che nega recisamente qualsiasi possibilità di influsso subìto dalla cultura greca.
Bernal afferma che il "modello ariano" avrebbe trionfato non per una sua maggiore plausibilità, ma per una serie di cause esterne: innanzi tutto il sorgere del romanticismo; quindi l'ascesa del razzismo europeo collegato al colonialismo e, all'interno del razzismo, l'insorgere dell'antisemitismo; infine un fraintendimento, da parte delle scienze storiche, del concetto di "oggettività".
Bernal, da parte sua, pur ritenendo maggiormente plausibile il "modello antico" rispetto al "modello ariano", non desidera ripoporre una restaurazione del primo, quanto piuttosto una sua rielaborazione, che chiama "modello antico riveduto". Secondo la sua ipotesi la civiltà greca sarebbe nata da colonie egizie e fenice, e in seguito avrebbe ricevuto l'apporto, anche se non determinante, di eventuali invasori indoeuropei. Soprattutto, Bernal rifiuta quella visione secondo cui unicamente la civiltà greca è stata in grado di elaborare un pensiero razionale, filosofico, artistico e scientifico superiore a un'Africa e un'Asia incapaci di riflessione autonoma e schiacciate dalla religione o dal dispotismo. Secondo Bernal già nell'Egitto e nella Mesopotamia è possibile immaginare la presenza di un elevato pensiero scientifico e speculativo del quale quello greco sarebbe una variante.
Sulla base di una gran quantità di riferimenti, di carattere archeologico e soprattutto filologico, l'autore propone di far risalire a radici semitiche la gran quantità di termini della lingua greca (circa la metà dell'intero vocabolario) ancora privi di una propria etimologia. In particolare, vengono ricondotti a un'origine egizia i nomi dei toponimi e delle divinità. Secondo Bernal, difatti, la maggior parte della divinità greche sarebbe versioni posteriori di divinità egizie, e l'identificazione tra divinità greche ed egizie che si ebbe durante l'ellenismo in realtà non faceva altro che riproporre paralleli già noti da secoli.
Inoltre, nella sua ricerca, l'autore propone molte altre revisioni di nozioni correntemente accettate. Ad esempio, ipotizza che le famiglie di lingue indoeuropee derivino da una più antica famiglia comune anche alle lingue africane e asiatiche. Sposta l'eruzione di Tera (Santorino), comunemente datata intorno al XVI e XV secolo avanti Cristo, alla precisa data del 1626 avanti Cristo; l'introduzione dell'alfabeto dal IX secolo avanti Cristo al XVII. Inverte la successione tra Esiodo e Omero: secondo Bernal i due poeti sarebbe vissuti rispettivamente nell'XI e nel IX secolo avanti Cristo e non, come tradizionalmente ritenuto, nel VII e nel IX.
[modifica] Reazioni
Atena nera ha suscitato un notevole dibattito, in più ambiti, ricevendo critiche sia negative che positive. Le critiche negative affermano che i metodi filologici ed etimologici di Bernal sono eccessivamente deboli e disinvolti e privi di sufficiente rigore. Notevoli invece sono stati gli apprezzamenti dell'opera da parte degli intellettuali afroamericani negli Stati Uniti. In generale, anche da chi ne contesta la tesi o le giudica eccessive, è stata comunque riconosciuto all'autore il grande merito di aver sollecitato una revisione critica di modelli storici accettati e la necessità di un approfondimento dei rapporti tra la civiltà greca e le altre civiltà del Mediterraneo orientale.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Dibattito su "Black Athena"
- Recensione di Wim van Binsbergen di Atena Nera: parte prima e parte seconda