Transilvania
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La Transilvania (rumeno: Ardeal o Transilvania, ungherese: Erdély, tedesco: Siebenbürgen), è una regione storica che forma la parte occidentale e centrale della Romania. La Transilvania fu un principato durante il Medio Evo.
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[modifica] Etimologia
Transilvania è una espressione latina, che significa "oltre la foresta" ("trans" = oltre e "silva" = foresta). Il primo documento in cui fu usato il termine Ultra siluam, cioè "oltre la foresta", riferendosi all'area risale al 1075. Il termine "Partes Transsylvanæ" ("zone oltre la foresta") risale allo stesso secolo (nella Legenda Sancti Gerhardi) e successivamente divenne l'espressione usata nei documenti in latino del Regno di Ungheria (come "Transsilvania"). Anche il nome ungherese della Transilvania, Erdély, significa esattamente "oltre la foresta". I due nomi sono quindi la semplice traduzione uno dell'altro.
[modifica] Ardeal/Erdély
Anche i nomi Erdély in ungherese e Ardeal in rumeno sono ritenuti collegati, non nel significato ma nella fonetica. La prima forma ungherese registrata fu "Erdeuelu" nel XII secolo in Gesta Hungarorum, mentre quella rumena apparve nel 1432 come "Ardeliu". La modifica della prima vocale nel passaggio dall'ungherese al rumeno può essere ritrovata anche in altre parole comuni a ungherese e rumeno come agriş / egres (uva spina). Quale dei due è quello originario? La loro origine e significato sono discussi e rivendicati dagli ungheresi e dai rumeni.
[modifica] Punto di vista rumeno
Secondo alcuni studiosi rumeni[citazione necessaria] il suffisso della parola romena in -eal suggerirebbe che la parola non derivi da quella ungherese perché, vi sono esempi paralleli in cui l'ungherese -ely diventa -ei in rumeno (l'ungherese Udvarhely → il rumeno Odorhei).
Il significato originario della parola sarebbe sconosciuto e le possibili etimologie suggerite sarebbero:
- arde sembra essere una radice Indo-Europea che significa "foresta" (da cui anche i nomi della località inglese di Arden e delle alture boscose delle Ardenne).
- deal significa "collina" in rumeno, mentre arde significa "bruciare": è stato suggerito che il nome potrebbe anche significare "terra delle colline ardenti" dopo gli incendi appiccati da pastori romeni per avvertire gli invasori della loro presenza o perché di origine vulcanica.
- Arderich, il re dei germani Gepidi, governò la Transilvania nel V secolo ed è possibile che il suo nome sia da allora passato alla regione.
[modifica] Punto di vista ungherese
L'opinione di linguisti e storici ungheresi[citazione necessaria] riguardo all'etimologia sia di Erdély sia di Transylvania è:
- Erdély deriva dall'ungherese Erdõ-elve che significa "oltre la foresta". La prima comparsa scritta di questa forma è in Gesta Hungarorum dove è riportata come Erdeuelu.
- La forma latina Transilvania sarebbe semplicemente la traduzione dell'ungherese Erdély.
- La forma romena Ardeal deriverebbe dalla forma arcaica ungherese, dato che il primo documento che riporta il termine in ungherese risale al XII secolo, mentre il primo documento che riporta il termine in rumeno risale al 1432..
[modifica] Siebenbürgen
Siebenbürgen, il nome tedesco che identifica la Transilvania, apparve per la prima volta in un documento risalente al 1296. Il suo significato, "sette città" o "sette borghi", si deve alla fondazione di sette comunità da parte dei tedeschi sassoni nella regione: Klausenburg (Cluj), Kronstadt (Braşov), Hermannstadt (Sibiu), Schässburg (Sighişoara), Mediasch (Mediaş), Mühlbach (Sebeş), e Bistritz (Bistriţa). Anche il dialetto tedesco parlato da residenti in zona si chiama così, per l'esattezza Siebenbürgisch. Il nome esisteva anche nella versione latina "Septem Castra" ("Sette fortezze").
Il nome tedesco della Transilvania potrebbe aver avuto origine semplicemente dal fatto che lo stanziamento germanico nella regione iniziò da Sibiu, il cui nome tedesco originale era Cibinburg. Il nome si trasformò in Siebenbürgen e divenne il nome anche dell'intera regione.
[modifica] Geografia
Il territorio, oggi conosciuto come Transilvania, è composto da una regione di 16 contee (romeno: judeţ), che coprono circa 103 600 km² nella Romania centrale e nordoccidentale, comprendendo quasi metà del territorio della Romania. Le 16 contee sono Alba, Arad, Bihor, Bistriţa-Năsăud, Braşov, Caraş-Severin, Cluj, Covasna, Harghita, Hunedoara, Maramureş, Mureş, Sălaj, Satu Mare, Sibiu e Timiş.
La regione della Transilvania comprende oltre all'Ardeal (la Transilvania in senso proprio), il Maramureş, il Banato, la Crişana, e il Partium. Confina a nord con l'Ucraina, ad ovest con l'Ungheria e a sud-ovest con la Serbia.
I rilievi della Transilvania, un altopiano interno alla catena montuosa Carpazi, la cui altitudine varia dai 300 ai 500 m s.l,m., si addolciscono digradando verso la pianura pannonica. È attraversato dai fiumi Mureş Someş, Criş, Olt e da altri affluenti del Danubio.
Cluj-Napoca ne è la capitale, altri centri urbani di rilevanza sono Timişoara, Braşov, Oradea, Sibiu e Târgu-Mureş.
[modifica] Popolazione
Secondo i dati del censimento del 2002, la Transilvania ha una popolazione di 7.221.733 abitanti costituiti da una maggioranza Rumena (74.7%); sono inoltre presenti sul territorio minoranze rilevanti di Ungheresi (19.6%), compresi i Siculi che costituiscono una parte importante delle minoranze etniche ungheresi in Romania, Zingari (3.4%) e Tedeschi (0.7%). Degli oltre 600.000 abitanti Sassoni e Svevi che abitavano la Transilvania non rimane quasi più nulla fatta eccezione per qualche città di grandi dimensioni, ad esempio Sibiu dove si contano meno di 100.000 tedeschi. Nel mosaico variegato delle etnie della Transilvania si inseriscono anche ruteni, slovacchi, bulgari, cechi, armeni ed ebrei.
Dagli inizi del 1400, per tutta l'età moderna, le etnie ufficiali della Transilvania furono tre: gli Ungheresi, i Siculi ed i Sassoni. In particolare, i Siculi, a differenza di molti altri gruppi etnici della Romania, erano concentrati in un'area ai confini del Regno d'Ungheria, la Terra dei Siculi (in ungherese Székelyföld), nelle zone che oggi comprendono i distretti di Harghita, Covasna e Mureş.
L'etnia rumena, pur costituendo da quando vengono effettuati censimenti in senso moderno (ovvero dal 1850 circa[1]) la maggioranza demografica della regione, non era ufficialmente riconosciuta in quanto non appartenente alla religione cattolica bensì a quella ortodossa. La percentuale di Romeni è cresciuta dopo l'unione della Transilvania con la Romania (1918). Questo fenomeno è dovuto a tre processi: l'emigrazione delle minoranze tedesche ed ungheresi verso altri paesi, assimilazione e migrazione interna. La migrazione interna è da considerarsi sia da un lato, dei Rumeni da regioni non transilvaniche verso la Transilvania, sia dall'altro lato, di Ungheresi dalla Transilvania verso regioni non-transilvaniche, principalmente Bucarest. Il processo di assimilazione rallentò durante le prime fasi del regime comunista, in cui venne istituita la Regione autonoma degli ungheresi per dare maggiore autonomia ai Siculi ed accelerò con la dittatura di Ceausescu.
Fra gli anni '50 ed '80 gli ungheresi ed i sassoni vennero indotti ad emigrare, rispettivamente verso l'Ungheria e gli stati tedeschi, sia per ragioni di natura economica, sia a causa della politica di assimilazione culturale forzosa messa in atto dalla dirigenza comunista rumena. Ma mentre grazie ad accordi tra gli stati, i tedeschi che lo volevano poterono già allora iniziare a lasciare la Transilvania, agli ungheresi ciò venne impedito dal regime rumeno e poterono iniziare una emigrazione consistente solo dopo la fine del regime stesso. Secondo gli ungheresi, che ancora oggi emigrano dalla Transilvania verso l'Ungheria, il fenomeno migratorio sarebbe indotto, oggi come in passato, dalle condizioni discriminatorie in cui le minoranze si trovavano e tuttora si troverebbero, questo nonostante un rapporto UE del 2003 manifesti un'opinione differente.
Dopo il 1990, molti abitanti della Transilvania sono emigrati verso altri paesi europei (principalmente Spagna e Italia) per ragioni spesso di natura economica. Va notato però che gli emigranti di lingua ungherese continuano a dirigersi, preferibilmente, verso l'Ungheria.
[modifica] Storia
[modifica] I Daci e la conquista romana
Erodoto offre una descrizione degli Agatirsi, i quali abitarono in Transilvania durante il V secolo a.C. sotto il re Oroles. Con Burebista, il più grande re della Dacia e contemporaneo di Giulio Cesare, il regno daco raggiunse la sua massima estensione. L'area che attualmente costituisce la Transilvania fu il centro politico della Dacia.
I Daci sono spesso menzionati sotto Augusto, a detta del quale essi furono costretti a riconoscere la supremazia romana. Comunque essi non furono sottomessi, e successivamente (o più tardi) colsero ogni occasione di attraversare il Danubio ghiacciato durante l'inverno e saccheggiare le città nella provincia romana recentemente acquisita della Mesia.
I Daci costruirono parecchie città fortificate, tra le quali Sarmizegetusa, vicino all' odierna Hunedoara.
L'espansione dell'Impero romano nei Balcani portò i Daci in un conflitto aperto con Roma. Durante il regno di Decebalo, i Daci furono impegnati in numerose guerre con i romani (85-89 con Domiziano: si veda Campagne daciche di Domiziano). Dopo due pesanti disfatte, i Romani ebbero la meglio ma furono obbligati a firmare una pace a causa della sconfitta di Domiziano ad opera dei Marcomanni. Come conseguenza, ai Daci fu lasciata l'indipendenza, con l'obbligo di pagare un tributo annuale all'imperatore.
Nel 101-102 Traiano iniziò una campagna militare (Guerre daciche) contro i Daci, che incluse anche l'assedio della capitale Sarmizegetusa e l'occupazione di parte del paese. Decebalo fu lasciato come un re cliente sotto un protettorato romano. Tre anni dopo, i Daci si ribellarono e sconfissero le truppe romane in Dacia. La seconda campagna (105-106) terminò con il suicidio di Decebalo e la trasformazione della Dacia nella provincia romana della Dacia Traiana. La storia delle Guerre daciche ci è tramandata da Dione Cassio, ma un ottimo resoconto storico è la famosa Colonna Traiana a Roma.
[modifica] La Dacia romana
I Romani sfruttarono ampiamente le miniere d'oro della provincia, costruendo strade d'accesso e forti per proteggerle, come Abrud. Nuovi coloni, provenienti dalla Tracia, dalla Mesia, dalla Macedonia, dalla Gallia, dalla Siria e da altre province romane, si stabilirino nella nuova provincia, portando allo sviluppo di città come Apulum (oggi Alba Iulia) e Napoca (oggi Cluj-Napoca) in municipi e colonie.
I Daci si ribellarono frequentemente; la loro più accesa ribellione fu alla morte di Traiano. I Sarmati ed i Buri furono autorizzati a insediarsi nella Dacia Traiana dopo ripetuti contrasti con l'amministrazione romana. Durante il III secolo aumentarono le pressioni dei Daci liberi (i Carpi) ed i Visigoti costrinsero ad abbandonare l'esposta Dacia Traiana.
Nel 271, l'imperatore romano Aureliano diede ordine all'esercito romano di abbandonare la Dacia Traiana e riorganizzò una nuova Dacia “Aureliana” nella precedente Mesia Superiore. L'abbandono della Dacia Traiana da parte dei romani è menzionata da Eutropio nel suo “Breviarum liber nonvs”.
Non ci è dato sapere in che misura l'abbandono della Dacia, voluto da Aureliano, coinvolse la popolazione civile romanizzata o fu semplicemente una operazione militare, purtuttavia alcuni storici ritengono che un numero più o meno consistente di Romani e Daci romanizzati si sia rifugiato tra imonti della Transilvania, conservando la lingua latina e tornando successivamente ad insediarsi, in età basso-medioevale, nelle pianure valacche e moldave[citazione necessaria]. Secondo una diversa ipotesi [citazione necessaria] e in conseguenza dello spopolamento dell'Illiria e della Mesia, i Romani e presumibilmente un certo numero di Daci romanizzati labbandonarono le città della Dacia storica, insediandosi nella Mesia: questa venne suddivisa in due nuove province che ebbero il nome di Dacia, ma si trovavano sulla riva destra del Danubio.
L'antica Dacia Traiana fu sotto il controllo dei Visigoti e dei Carpi sino a quando non vennero sottomessi dagli Unni nel 376. Gli Unni, sotto la guida di Attila, si stabilirono nella piana pannonica sino alla morte di Attila nel 453.
[modifica] Invasioni barbariche
Dopo la disintegrazione dell'impero di Attila, il territoro della Transilvania fu controllato dai residui dei vari confederati (Alani, Longobardi, Rukhs-As) di Attila e dei Gepidi. Nessun'altra potenza fu capace di esercitare il controllo sulla regione per molto tempo, finché gli Avari dalla Scizia non affermarono la loro supremazia militare. Il Canato avaro, tuttavia, fu schiacciato dai Bulgari sotto Krum Khan agli inizi del IX secolo, e la Transilvania, insieme alla parte est della Pannonia, fu incorporata nel primo impero bulgaro.
Secondo il Gesta Hungarorum, una cronaca datata il XII secolo, le terre di Gelou, condottiero dei Blachi (secondo alcuni storici da riconoscere come Valacchi, secondo altri come Bulgari) di Transilvania, del duca Glad nel Banato e di Menumorut nel Bihar, furono conquistate dai Magiari, che entrarono in possesso dell'intera Transilvania durante il X secolo. Il Gesta Hungarorum e il De Administrando Imperio parlano anche di tre governanti chiamati Geula, Gyyla e Gylas (vedi Gyula). L'esistenza di questi capi è dibattuta tra i vari storici. A detta di alcuni storici, i Bulgari potrebbero aver conservato un minimo controllo “nominale” di parte del bacino carpatico sino all'incirca l'anno 1000.
Nel 978 alcuni missionari cristiani fondarono una chiesa in un forte situato dove si trova l'attuale città di Oradea.
La storia della Transilvania durante l'Alto Medioevo è difficile da accertare a causa della scarsità di documenti attendibili o di testimonianze archeologiche. Ci sono due principali teorie in conflitto tra loro a riguardo se la popolazione daca romanizzata abbia continuato a vivere in Transilvania dopo il ritiro dei romani e se pertanto i rumeni fossero presenti o no in questa regione al tempo delle invasioni barbariche, in particolare nel periodo dell' invasione magiara (vedi anche origine dei rumeni). Queste ipotesi in conflitto sono spesso usate contestualmente alle rivendicazioni nazionalistiche di rumeni e ungheresi.
[modifica] Tardo Medio Evo: La Transilvania come parte del Regno d'Ungheria
Nel'anno 1000 Vajk, principe d'Ungheria, giura lealtà al Papa e diventa re Stefano I d'Ungheria, adottando il cristianesimo e cristianizzando gli ungheresi. Lo zio materno di Stefano, Gyula, reggente della Transilvania, si contrappose al nuovo re dando rifugio ai suoi avversari. Gyula mantenne anche il controllo delle importanti miniere di sale transilvane. Nel 1003, Stefano condusse un esercito contro Gyula il quale si arrese senza combattere. Ciò rese possibile l'organizzazione dell'espiscopato cattolico in Transilvania, che si concluse nel 1009 quando il vescovo di Ostia, come legato del Papa fece visita a Stefano; assieme approvarono la divisione delle diocesi ed i loro confini. Il potere dei re d'Ungheria sulla Transilvania fu consolidato nel dodicesimo e tredicesimo secolo.
I Siculi, una comunità parlante ungherese, di incerte origini, potrebbe essere entrata in Transilvania prima che i magiari conquistassero il bacino Carpatico. Dal XII secolo i Siculi si stabilirono nell'est e nel sud-est della Transilvania come guardie di confine.
Nel XII e nel XIII secolo, le aree del sud e nel nord-est furono occupate da coloni di origine germanica, i Sassoni. Siebenbürgen, il nome tedesco per Transilvania, deriva dalle sette città fortificate principali dei cosiddetti Sassoni di Transilvania. L'influenza germanica diventò più marcata quando, ai primi del XIII secolo il re Andrea II d'Ungheria fece appello ai Cavalieri dell'Ordine Teutonico per difendere il Burzenland dai Cumani, i quali furono seguiti dai Mongoli nel 1241. I Cumani si convertirono al cristianesimo e dopo essere stati sconfitti dai Mongoli, cercarono rifugio in Transilvania. Erzsebet, una principessa cumana, sposò Stefano V d'Ungheria nel 1254.
L'amministrazione della Transilvania fu nelle mani di un principe, che dalla seconda metà del XIII secolo controllava l'intera regione.
Dopo il soffocamento della rivolta di Budai Nagy Antal nel 1437, il sistema politico si basò sulla “Unio Trium Natiorum” (L'unità dei tre popoli). Gli Ungheresi (perlopiù nobili), i Siculi e i Sassoni (borghesi). Tuttavia ciò corrispose ad una divisione sociale e religiosa piuttosto che etnica. I rumeni erano ortodossi, ma per avere il diritto di possedere terreni o accedere alla nobità dovevano convertirsi al cattolicesimo; solo in questo modo sarebbero stati accettati nel sistema. Sebbene la classe dei servi delle gleba consistesse principlamente di rumeni essa includeva anche genti di origine sassone, sicula e ungherese. In altre parole solo pochi rumeni entrarono a far parte della nobiltà dopo la conversione al cattolicesimo. La cultura rumena si sviluppò in questo periodo, per esempio, il primo libro in rumeno fu stampato proprio in questi anni.
Una figura chiave che emerse in Transilvania nella prima metà del XV secolo fu Giovanni Hunyadi di famiglia ungherese. A Hunyadi, per i suoi servigi, furono conferiti numerosi patrimoni ed un posto al consiglio reale di Sigismondo re d'Ungheria e imperatore del Sacro Romano Impero. Dopo aver supportato la candidatura di Ladislao III di Polonia al trono d'Ungheria, fu ricompensato nel 1440 con il grado di capitano della fortezza di Nándorfehérvár (Belgrado) e il voivodato di Transilvania. I suoi successivi sforzi militari contro l'Impero Ottomano gli fecero guadagnare lo status di governatore d'Ungheria nel 1446 e il riconoscimento papale di principe di Transilvania nel 1448. Giovanni Hunyadi fu anche il padre di Mattia Corvino re d'Ungheria.
[modifica] La Transilvania come principato indipendente
Quando l'esercito ungherese e il re Luigi II furono trucidati dagli Ottomani nella battaglia di Mohács (1526), Giovanni Zapolya, governatore della Transilvania, considerando la propria forza militare si pose a capo del partito nazionalista ungherese, il quale si oppose alla successione di Ferdinando d'Austria (più tardi conosciuto come l'imperatore Ferdinando I) al trono ungherese. Con il nome di Giovanni I egli fu eletto re, mentre l'altro partito riconosceva come re legittimo Ferdinando. Nella derivante lotta, Zapolya ricevette il supporto di Solimano il Magnifico, il quale dopo la morte di costui nel 1540 occupò l'Ungheria centrale con il pretesto di proteggere il figlio di Zapolya, Giovanni II. L'Ungheria fu così divisa in tre sezioni: l'ovest Ungheria sotto il governo austriaco; quella centrale sotto il controllo dei turchi; la Transilvania rimase semi-indipendente così che gli austriaci ed i turchi si contesero per circa due secoli la supremazia della regione.
La Transilvania fu così oltre la portata dell'autorità cattolica, permettendo al credo luterano e calvinista di fiorire. Nel 1563, Giorgio Blandrata fu nominato fisico di corte, e le sue radicali idee religiose influenzarono sempre più il giovane re Giovanni II e il vescovo calvinista Ferenc Dávid così che alla fine li convinse ad abbracciare il credo unitarianista. In occasione di una formale disputa pubblica, Ferenc Dàvid prevalse sul calvinista Péter Juhász-Melius; così che nel 1568 fu emesso l'editto di Turda, il quale fu la prima e ufficiale garanzia di libertà di credo nell'Europa cristiana.
La famiglia Báthory, subentrò alla morte di Giovanni II nel 1571, governò la transilvania sotto gli Ottomani e brevemente sotto la sovranità degli Asburgo sino al 1602.
Il più giovane, Stefano Báthory, un ungherese cattolico, che più tardi divenne re Stefano I di Polonia, si prodigò per mantenere in vita la libertà di religione garantita dall'editto di Turda, ma via via con scarsa convinzione. Gli ultimi anni di governo di Báthory videro il conflitto tra le genti della Transilvania, gli austriaci, gli ottomani e il principe di Valacchia, il principe Michele il Coraggioso.
Costui prese il controllo della Transilvania nel 1599 dopo la battaglia di Şelimbăr, nella quale sconfisse l'esercito di Andrea Báthory. Quest'ultimo fu ucciso dai Siculi, che speravano di riguadagnare i loro vecchi privilegi con l'aiuto di Michele. Nel maggio del 1600 Michele prese anche il controllo della Moldavia, unendo i tre principati di Valacchia, Moldavia e Transilvania. L'unità non durò a lungo; Michele infatti fu ucciso dai mercenari valloni sotto il comando del generale asburgico Giorgio Basta nell'agosto del 1601. Basta sottomise la Transilvania nel 1604 e diede vita ad un regno del terrore per appropriarsi delle terre dei nobili, per tedeschizzare la popolazione e recuperare il principato al cattolicesimo attraverso la controriforma
Dal 1604-1606 il magnate calvinista della contea di Bihar Stefano Bocskai intraprese una ribellione contro il governo austriaco. Egli fu eletto principe di Transilvania il 5 aprile 1603 e principe d'Ungheria due mesi dopo. I due principali successi del breve regno di Bocskai (morì il 29 dicembre 1606) furono la pace di Vienna (23 giugno 1606) e l'armistizio di Zsitvatorok (Novembre 1606). Con la pace di Vienna, Bocskay ottenne la libertà religiosa, l'autonomia politica, la restituzione dei beni confiscati, l'abrogazione delle sentenze ingiuste ed una amnistia retroattiva per tutti gli ungheresi dell'Ungheria Reale, nonché il proprio riconoscimento di principe di una Transilvania allargata. Di uguale importanza fu l'armistizio ventennale negoziato da Bocskai con l'imperatore ed il sultano.
Sotto i successori di Bocskai la Transilvania conobbe i suoi anni d'oro, speciamente sotto il regno di Gabriele Bethlen e Giorgio I Rákóczi. Il primo regnò dal 1613 al 1629, incessantemente bloccò i tentativi dell'imperatore di perseguitare o raggiarare i suoi sottoposti, ed ebbe grande fama di difensore della causa protestante. Tre volte mosse guerra all'imperatore, due volte fu proclamato re d'Ungheria, dalla pace di Nikolsburg (31 dicembre 1621) ottenne la conferma del Trattato di Vienna e nuove sette contee nel nord dell'Ungheria. Il successore di Bethlen, Giorgio I Rákóczi fu ugualmente coronato da successo. Il suo principale risultato, fu la pace di Linz (16 settembre 1645), l'ultimo trionfo politico del protestantesimo ungherese, per mezzo della quale l'imperatore fu costretto a riconfermare gli articoli della pace di Vienna. Gabriele Bethlen e Giorgio I Rákóczi contribuirono molto all'educazione ed alla cultura, così che il loro periodo fu soprannominato l'era aurea della Transilvania. Elargirono denaro per l'abbellimento della loro capitale Gyulafehérvár (Alba Iulia), che divenne il principale baluardo del Protestantesimo nell'europa orientale. Durante il loro regno la Transilvania fu anche uno dei pochi paesi europei, dove i cattolici, i calvinisti, i luterani e gli unitaristi vissero in reciproco rispetto. Tuttavia ai rumeni ortodossi furono negati molti diritti. Malgrado le spinte di Inocenţiu Micu-Klein, un vescovo rumeno di culto greco cattolico, la cittadinanza promessa a quei rumeni che si sarebbero convertiti al cattolicesimo non fu concessa.
[modifica] Il governo austriaco e l'impero austro-ungarico
Dopo la sconfitta degli ottomani alla battaglia di Vienna nel 1683, gli Asburgo gradualmente cominciarono ad imporre il loro dominio sulla Transilvania. A prescindere dal rafforzamento del governo centrale e dell'amministrazione, gli Asburgo appoggiarono la Chiesa Cattolica, non solo come forza coalizzatrice ma anche come strumento per ridurre l'influenza della nobiltà protestante. Creando il conflitto tra i protestanti ed i cattolici, gli Asburgo speravano di indebolire lo stato. In aggiunta, provarono a convincere il clero ortodosso ad unirsi alla chiesa greco-cattolica, accettando i quattro punti chiave della dottrina cattolica ed il riconoscimento dell'autorità papale, mentre conservavano ancora i rituali e le tradizioni ortodosse. Nel 1699 e nel 1701, l'imperatore Leopoldo I decretò la chiesa ortodossa di Transilvania facente parte della Chiesa Cattolica Romana. Molti preti si convertirono, tuttavia non fu chiara la differenza tra le due denominazioni.
A partire dal 1711, il controllo austriaco si consolidò sulla Transilvania, ed i principi ddi essa furono sostituiti dai governatori austriaci. La proclamazione della Transilvania come grande principato nel 1765 fu una mera formalità. Le pressioni della burocrazia austriaca sgretolarono la tradizionale indipendenza della Transilvania. Nel 1791 i rumeni si appellarono a Leopoldo II per il riconoscimento della Transilvania come quarta nazione e l'uguagliaza religiosa, ma la Dieta respinse la loro domanda, ripristinando il loro precedente status.
Con il governo austriaco vennero introdotte alcuni riforme e riorganizzata la vita culturale del paese. Nel 1775 venne rinvigorita l'accademia di Kolozsvár, nata nel 1579 e fino al 1773 gestita dai Gesuiti. Riformandola sul modello dell'università di Vienna, l'accademia divenne di fatto l'università della Transilvania con corsi (tra i quali, quello di architettura civile) tenuti spesso da padri scolopi.
Ai primi del 1848, la Dieta ungherese colse l'opportunità presentatasi con la rivoluzione per mettere in atto un vasto programma legislativo di riforme (le “Leggi di Aprile”), che includevano anche l'unificazione di Transilvania ed Ungheria. I rumeni inizialmente gradirono la rivoluzione, credendo che avrebbe portato loro riforme liberali. Tuttavia la loro posizione non cambiò a causa delle opposizioni dei nobili alle riforme sull'emancipazione dei servi della gleba ed al fallimento dei leaders rivoluzionari ungheresi nel riconoscere gli interessi rumeni. Una assemblea nazionale rumena a Blaj, a metà Maggio, creò un proprio programma rivoluzionario chiedendo la proporzionale rappresentazione dei rumeni alla Dieta e la fine dell'oppressione sociale ed etnica. I sassoni sin dall'inizio furono preoccupati dall'idea dell'unione con l'Ungheria, paventando la perdita dei loro tradizionali privilegi. Quando nel 29 maggio la Dieta si riunì, la votazione per l'unificazione si fece largo attraverso le obiezioni di gran parte dei deputati sassoni. Il 10 giugno, l'imperatore approvò la votazione della Dieta. Esecuzioni, arresti di leaders rivoluzionari ed altri eventi che seguirono all'unificazione resero difficile la posizione dei sassoni. Nel settembre del 1848, un'altra assemblea rumena a Blaj denunziò l'unione con l'Ungheria invocando la rivolta armata in Transilvania. La guerra scoppiò a Novembre con gli eserciti rumeni e sassoni sotto il comando austriaco, fronteggiando l'esercito rivoluzionario ungherese condotto dal generale Józef Bem. Nel giro di quattro mesi Bem cacciò gli austriaci dalla Transilvania. Tuttavia nel Giugno del 1849, lo Zar Nicola I di Russia risponde all'appello di Francesco Giuseppe ed invia le proprie truppe in Transilvania. Dopo gli iniziali successi contro i russi, l'esercito di Bem fu battutto definitivamente nella battaglia di Temesvár (Timişoara) il 9 agosto; seguì la resa dell'Ungheria. Soffocata la rivoluzione, l'Austria impose un regime repressivo sull'Ungheria, governò direttamente la Transilvania con un sovraintendente militare e rese il tedesco lingua ufficiale del paese. L'Austria abolì l'Unione dei Tre Popoli e concesse la cittadinanza ai rumeni. Benché ai vecchi servi della gleba furono date terre dalle autorità austriache, esse spesso erano appena sufficienti per sopravvivere. Queste condizioni scadenti obbligarono molte famiglie rumene a migrare in Valacchia e Moldavia per trovare situazioni migliori. Tuttavia nel compromesso (Ausgleich) del 1867 che instituì l'impero Austro-Ungarico, lo status speciale della Transilvania terminò, ed essa divenne una regione ungherese. Iniziò allora un processo di magiarizzazione del gruppo etnico rumeno che però non diede i risultati sperati. Durante questo periodo storico, quando la Transilvania fu parte dell'impero Austro-Ungarico e sotto amministrazione ungherese, essa consisteva di quindici province (in ungherese: megye) che coprivano un territorio di 54,400 km² nel sud-est del regno d'Ungheria. Gli antichi comitati del Regno d'Ungheria erano Alsó-Fehér, Beszterce-Naszód, Brassó, Csík, Fogaras, Háromszék, Hunyad, Kis-Küküllő, Kolozs, Maros-Torda, Nagy-Küküllő, Szeben, Szolnok-Doboka, Torda-Aranyos, ed Udvarhely. Oggi la Transilvania contiene solo nove dei quindici comitati sopramenzionati: Alba, Bistriţa-Năsăud, Braşov, Cluj, Covasna, Harghita, Hunedoara, Mureş e Sibiu. In aggiunta, l'odierna Transilvania include parte del Banato, della Pianura Pannonica ed il Partium.
[modifica] La Transilvania come parte della Romania
Nonostante i re Carlo I e Ferdinando I fossero tedeschi e di dinastia Hohenzollern, il Regno di Romania rifiutò di entrare a far parte degli Imperi Centrali e rimase neutrale quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 la Romania si unì alla triplice intesa, firmando una convenzione militare che riconosceva i diritti della Romania sulla Transilvania. Come conseguenza di questo patto, la Romania dichiarò guerra alle potenze centrali il 27 agosto 1916, ed oltrepassando i Carpazi, e giungendo in Transilvania, le costrinse a combattere su un altro fronte. Il mese successivo, in Dobrugia e nei Carpazi, ebbe inizio una controffensiva tedesco-bulgara, la quale fece retrocedere l'esercito rumeno ed infine portò alla conquista di Bucarest. L'uscita della Russia dalla guerra nel marzo 1918 con il Trattato di Brest-Litovsk, lasciò la Romania sola nell'est Europa, così che fu firmato un trattato di pace tra Romania e Germania nel maggio 1918 (Il Trattato di Bucarest). Tuttavia esso non fu mai ratificato dalla Romania, la quale rientrò in guerra. Nel ottobre del 1918 l'esercito rumeno avanzò fin al fiume Mureş, in Transilvania. Nella seconda metà del 1918 la Triplice Alleanza stava perdendo la guerra, e l'impero austro-ungarico si stava sbriciolando. Le nazioni all'interno dell'Austria-Ungheria proclamarono la loro indipendenza tra Settembre ed Ottobre. I leader del Partito Nazionale della Transilvania si riunirono e secondo il diritto di autodeterminazione (dichiarato tra i Quattordici punti di Woodrow Wilson) proclamarono l'unificazione della Transilvania alla Romania. A novembre il concilio central nazionale rumeno, il quale rappresentava i rumeni di Transilvania, notificò al governo di Budapest di aver assunto il controllo di ventidue contee e parte di altre tre. Un assemblea generale l'1 dicembre ad Alba Iulia promosse una delibera per l'unificazione di tutti i rumeni in un singolo stato. Il consiglio nazionale dei tedeschi di Transilvania approvò il proclama, così come fecero gli Svevi del Banat. In risposta, l'assemblea generale ungherese riunita a Cluj riaffermò la propria lealtà all'Ungheria il 22 dicembre 1918.
Nello stesso mese l'esercito rumeno, il quale stazionava lungo il fiume Mureş, attraversò il confine e avanzò vero Cluj e Sighet, dopo aver fatto richiesta agli Alleati, per proteggere i rumeni della Transilvania. Nel febbraio 1919 elementi bolscevichi stavano conducendo una campagna per diffondere la “Rivoluzione” e creare una zona neutrale tra Romania ed Ungheria.
Il primo ministro dell'appena indipendente Ungheria, rifiutò di riconoscere il Trattato di Versailles, che poneva la Transilvania sotto sovranità rumena. Quando il Partito Comunista d'Ungheria, condotto da Béla Kun, giunse al potere nel marzo 1919, proclamò la Repubblica Sovietica Ungherese e dopo aver promesso che l'Ungheria avrebbe riguadagnato le terre che furono sotto il proprio controllo durante l'impero austro-ungarico, decise di attaccare la Cecoslovacchia e la Romania. L'esercito ungherese cominciò l'offensiva in Transilvania l'aprile 1919 lungo i fiumi Someş, e Mureş. Una controffensiva rumena si fermò lungo il fiume Tibisco a maggio. Una nuova offensiva ungherese a Luglio penetrò per 60km dentro le linee rumene prima di un altro contrattacco rumeno che condusse all'occupazione di Budapest in agosto, ponendo fine alla Repubblica Sovietica Ungherese. L'esercito si ritirò dall'Ungheria tra l'ottobre 1919 e il marzo 1920.
Il Trattato di Versailles, firmato il giugno del 1919, riconobbe la sovranità della Romania sulla Transilvania. I trattati di Saint-Germain (1919) e di Trianon (giugno 1920) perfezionarono lo status della provincia e definirono il confine tra Ungheria e Romania. Ferdinando I di Romania e la Regina Maria di Romania furono incoronati ad Alba Iulia nel 1922.
Nell'agosto 1940, durate la seconda guerra mondiale, Adolf Hitler restituì parte della Transilvania all'Ungheria in seguito al Secondo Arbitrato di Vienna. Il 12 Settembre del 1944 le autorità rumene conclusero un armistizio con l'URSS che, in cambio della cessione della Bessarabia e della Bucovina del nord, restituiva alla Romania tutta la Transilvania. I trattati di Parigi del 1947 dopo la fine della guerra confermarono i termini dell'armistizio con l'URSS, rendendo definitivo il ritorno di tutta Transilvania alla Romania. I confini, in base al trattato, corrispondevano a quelli del 1920. Nel 1952 il governo comunista rumeno, dichiarando di voler meglio tutelare i diritti delle minoranze presenti nella regione (ed in primo luogo di quella ungherese), concesse ad una parte della Transilvania (3 contee lontane dai confini ungheresi, la cosiddetta "Terra dei Siculi") un regime di autonomia interna, costituendo la Regione autonoma degli ungheresi, ma l'opinione degli ungheresi fu in senso opposto, ovvero ritenevano che non fossero quelli dichiarati dal governo rumeno i motivi che lo portarono a costituire la regione autonoma e la Regione fu soppressa nel 1968.
[modifica] Economia
La Transilvania è ricca di risorse minerarie come ferro, piombo, lignite, manganese, oro, rame, sale, gas naturale e sulfuro. Esistono poi grandi stabilimenti industriali chimici, acciaierie e industrie tessili. Altre risorse economiche sono nell'ambito dell' agricoltura, con frutteti e vigne, e nella trasformazione del legname.
La Transilvania contribuisce per circa il 35% al PIL della Romania, mentre la sua ricchezza pro capite è di circa $10,150[citazione necessaria], intorno al 7.5% in più rispetto alla media nazionale.
[modifica] Censimenti della popolazione dal 1869
Anno | Totale | Rumeni | Ungheresi | Tedeschi |
---|---|---|---|---|
1869 | 4,224,436 | 59.0% | 24.9% | 11.9% |
1880 | 4,032,851 | 57.0% | 25.9% | 12.5% |
1890 | 4,429,564 | 56.0% | 27.1% | 12.5% |
1900 | 4,840,722 | 55.2% | 29.4% | 11.9% |
1910 | 5,262,495 | 53.8% | 31.6% | 10.7% |
1919 | 5,259,918 | 57.1% | 26.5% | 9.8% |
1920 | 5,208,345 | 57.3% | 25.5% | 10.6% |
1930 | 5,114,214 | 58.3% | 26.7% | 9.7% |
1941 | 5,548,363 | 55.9% | 29.5% | 9.0% |
1948 | 5,761,127 | 65.1% | 25.7% | 5.8% |
1956 | 6,232,312 | 65.5% | 25.9% | 6.0% |
1966 | 6,736,046 | 68.0% | 24.2% | 5.6% |
1977 | 7,500,229 | 69.4% | 22.6% | 4.6% |
1992 | 7,723,313 | 75.3% | 21.0% | 1.2% |
2002 | 7,221,733 | 74.7% | 19.6% | 0.7% |
Fonte: [2]
[modifica] Stemma storico della Transilvania
La Dieta nel 1659 rappresentò i popoli principali della Transilvania in uno stemma. Tuttavia mentre gli ungheresi, i sassoni ed i siculi furono rappresentati, i rumeni non lo furono, nonostante la loro proposta di inserire una rappresentazione della Dacia. Poiché le divisioni amministrative rumene erano contee (judeţe), lo stemma storico oggi è utilizzato solo all'interno dello stemma della Romania. Esso raffigura:
- su uno sfondo blue, un gipeto (un avvoltoio barbuto) rappresentante la nobiltà medievale, che era principalmente magiara. Il Sole e la Luna crescente, sopra il gipeto, rappresentante i Siculi.
- una fascia rossa divisoria
- sette torri rosse su uno sfondo giallo rappresentanti i sette castelli dei sassoni di Transilvania.
[modifica] Fonti e riferimenti
- ^ Uno dei primi di cui si ha notizia è del 1842 fatto da Fényes Elek, uno dei più importanti statistici dell'epoca, come riportato nel libro Magyarország története di Unger Mátyás e Szabolcs Ottó, editore Gondolat Budapest 1976
- ^ Árpád Varga E., Hungarians in Transylvania between 1870 and 1995, Original title: Erdély magyar népessége 1870–1995 között, Magyar Kisebbség 3–4, 1998 (New series IV), pp. 331–407. Translation by Tamás Sályi, Teleki László Foundation, Budapest, 1999
[modifica] Collegamenti esterni
- Histoire de la Transylvanie
- The Real Transylvania - about contemporary Transylvania
- Historical Literature about Transilvania and Neighbouring Territories, Klaus Popa, Germany
- Subjective Transylvania: A case study of post communist nationalism, Alina Mungiu Pippidi, Bucharest, Romania
- Tolerant Transylvania-Why Transylvania will not become another Kosovo, Katherine Lovatt, in Central Europe Review, Vol 1, No 14 27 September 1999.
- An Outline of Transilvanian-Saxon History, Klaus Popa, Germany
- The History Of Transylvania And The Transylvanian Saxons, Dr. Konrad Gündisch, Oldenburg, Germany
- Hungarian Human Rights Foundation
- Webcam della città di Cluj Napoca, dal politecnico di Cluj
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