Teatro Municipale (Reggio Emilia)
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Teatro Municipale Valli | |
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Tipologia | Ferro di cavallo |
Capienza | 1.150 posti |
Periodo | 1852-1857 |
Progettista | Cesare Costa |
Indirizzo | Piazza Martiri del VII Luglio, 42100 Reggio Emilia |
Telefono | 0522 458811 |
Sito | http://www.iteatri.re.it/ |
Il Teatro Municipale di Reggio Emilia, intitolato oggi a Romolo Valli, sorge su una delle più importanti piazze cittadine, sulla quale si affacciano l'altro teatro cittadino, il Teatro Ariosto, la Galleria San Rocco e i Giardini Pubblici. Il Teatro Municipale è un teatro d'opera e concerti.
L'edificio teatrale è stato costruito negli anni 1852-1857. Fu ideato e condotto a termine dall'architetto Cesare Costa di Modena e i lavori furono diretti dall'ingegnere Antonio Tegani di Reggio. Presenta una facciata neoclassica su due ordini, in laterizio e marmo, con colonne tuscaniche al piano terra e paraste ioniche al primo piano. Sulla trabeazione sono poste statue allegoriche. La sala interna si presenta come un tradizionale teatro d'opera italiano, con pianta a ferro di cavallo e cinque ordini di palchi.
Il teatro fu inaugurato il 21 aprile 1857 con l'opera "Vittor Pisani" del musicista Achille Peri (1813-80). L'ampia costruzione, sorta su parte dell'area dell'antica cittadella, demolita all'inizio del XIX secolo, costò lire 1.683.000.
Indice |
[modifica] Dimensioni
L'edificio ha pianta rettangolare di m. 80x43.60 con aggiunte anteriormente due logge pure rettangolari di m. 26,40 x 5,20. Copre un'area di mq. 3763. La facciata misura m. 54. La sala aveva una capacità media di 1.609 spettatori (oggi ridotti a 1.150), e dopo le modifiche del 1907 (la cassa armonica fu collocata in trincea accorciando il palcoscenico) misura m. 22,60 per 18.40. II palcoscenico profondo m. 26,60, largo m. 31,20, ha 56 camerini per artisti e 16 sale per le masse. Il teatro conta anche una vasta sala superiore che è stata utilizzata come scuola di scenografia.
[modifica] Esterno
Al piano inferiore il teatro presenta 12 colonne tuscaniche in granito.
Nei quattro medaglioni fra le porte Paolo Aleotti scolpì i grandi autori del teatro greco, Menandro, Sofocle, Euripide, Aristofane. La parte superiore, terminata dal coronamento a mensole con attico, è scompartita da lesene ioniche anch'esse di granito con finestre e, al di sopra, bassorilievi allegorici. La decorazione e il coronamento proseguono sulle logge laterali formate da arcate a tutto sesto su pilastri.
Le statue dell'attico e delle logge furono scolpite da Prudenzio Piccioli, Ilario Bedotti, Giovanni Chierici, Antonio Ilarioli, Attilio Rabaglia. Quelle dell'attico, procedendo da sinistra a destra di chi osserva l'edificio, rappresentano: Moderazione, Pudore, Pittura, Suono, Commedia, Estro, Danza, Scherzo, Favola, Diletto, Istruzione, Lavoro, Virtù, Dramma, Gloria, Vizio, Tragedia, Rimorso, Curiosità, Silenzio. Sulla loggia a ponente partendo dalla fronte, si nota : Medea, Edipo, Achille, Marco Atilio Regolo. Sulla loggia a est: La Concionatrice, il Punitore di sé stesso, Prometeo, Dedalo.
[modifica] Interno
L'interno fu decorato dal prof. Gerolamo Magnani di Parma coadiuvato nel vestibolo e nell'atrio da Pasquale Zambini di Reggio. Nel vestibolo sono posti i busti di Cesare Costa e Achille Peri e due medaglie dello scultore Ilarioli raffiguranti Plauto e Terenzio. L'atrio ha forma di ottagono allungato, con colonne e decori, fra cui le dodici Baccanti della volta (opera di Giuseppe Ugolini) e medaglie con putti a chiaroscuro (Magnani). I busti ai lati dell'ingresso rappresentano Cesare Pariati, scrittore melodrammatico (m 1733) e Francesco Fontanesi, rinnovatore della scenografia. Al sommo dello scalone che conduce al ridotto (dove aveva sede la Società del Casino) è il busto di Ludovico Ariosto di Ilario Bedotti.
Nella sala che ha forma ellittica prevalgono il bianco e l'oro, vi sono quattro ordini con 106 palchetti, il palco reale e una loggia. I dipinti allegorici del soffitto, da cui pende il lampadario di cristallo, sono opera di Domenico Pellizzi, artista reggiano, con allegorie del melodramma (lato della porta), a sinistra la commedia, a destra la tragedia, e infine la coreografia.
Il sipario fu dipinto da Alfonso Chierici che vi espresse "II Genio delle Arti che loro addita i più chiari uomini d'Italia perché in essi si inspirino e risorgano". Nel cartone il pittore aveva alluso all'Italia, ma il duca, non apprezzando il riferimento risorgimentale, fece dipingere un genio con la fiaccola rivolta verso il basso. Il secondo sipario (comodino) rappresenta una gran veduta di paese ed è opera dell'artista Giovanni Fontanesi.
[modifica] Curiosità
- Il 29 aprile 1961 debuttò in questo teatro il grande tenore Luciano Pavarotti interpretando il ruolo di Rodolfo ne La Bohème di Puccini, diretta da Francesco Molinari Pradelli.
[modifica] Nota
- (informazioni rielaborate da "Guglielmo Piccinini, Guida di Reggio Emilia, ed. 1921)
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