Sermide
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Sermide | |||
---|---|---|---|
Stato: | Italia | ||
Regione: | Lombardia | ||
Provincia: | Mantova | ||
Coordinate: | |||
Altitudine: | 13 m s.l.m. | ||
Superficie: | 56 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 116 ab./km² | ||
Frazioni: | S. Croce, Moglia, Malcantone, Porcara, Caposotto | ||
Comuni contigui: | Bondeno (FE), Calto (RO), Carbonara di Po, Castelmassa (RO), Castelnovo Bariano (RO), Felonica, Magnacavallo, Mirandola (MO), Poggio Rusco | ||
CAP: | 46028 | ||
Pref. tel: | 0386 | ||
Codice ISTAT: | 020061 | ||
Codice catasto: | I632 | ||
Nome abitanti: | sermidesi | ||
Santo patrono: | San Pietro e San Paolo | ||
Giorno festivo: | 29 giugno | ||
Sito istituzionale | |||
Visita il Portale Italia |
Sermide (Sèrmad in dialetto mantovano) è un comune di 6.477 abitanti della provincia di Mantova.
Indice |
[modifica] Stemma, gonfalone, onorificenze
[modifica] Stemma
Lo stemma di Sermide raffigura due serpi intrecciate, ritte sull'erba; lo stemma reca il motto latino Latet hic anguis in herba, "Qui nell'erba si nasconde la serpe". Tale motto fa riferimento alle condizioni paludose che hanno caratterizzato per secoli il territorio di Sermide.
[modifica] Onorificenze conferite alla città
La città di Sermide è la XVII tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i motti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918.
Durante la Prima Guerra d'Indipendenza (1848-1849) Sermide insorse contro gli occupanti austriaci (come fecero le città di Milano, Brescia, Mestre ora Venezia e poche altre). La reazione dei marescialli Radetzky e Von Welden fu spietata: il 29 luglio 1848 le truppe austriache annientarono la resistenza dei sermidesi, saccheggiarono il centro storico e bruciarono molte case. Nel 1899, re Umberto I decorò Sermide con una medaglia d'oro e la elevò al rango di città.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Marco Reggiani (lista civica) dal 29/05/2007
Centralino del comune: 0386 61001
Email del comune: marco.reggiani@comune.sermide.mn.it
Sede comunale:
Piazza Plebiscito, 1
Fax: 0386 960261
Il comune di Sermide fa parte di: Coordinamento Sistema Po-Matilde.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Numero famiglie: 2.493
Numero abitazioni: 2.607
Residenti maschi: 3.081
Residenti femmine: 3.396
[modifica] Storia
[modifica] I Guerra Mondiale
Le operazioni di guerra non coinvolsero Sermide, tuttavia si contarono 152 sermidesi morti al fronte. Per onorarli, si eresse nel 1925 - in Piazza IV Novembre (allora Piazza Boara) - un monumento ai caduti. Tra i caduti vi fu il sermidese colonnello conte Antonio Gioppi, morto sul Pasubio alla testa dei suoi soldati nel 1916 (decorato con medaglia d'oro).
Il 24 ottobre 1917 un blitz dell'allora capitano Rommel (che nella II Guerra Mondiale sarà chiamato "la volpe del deserto") a capo dei suoi alpini del Württemberg aprì un varco nel fronte italiano a Caporetto. L'effetto fu una rotta dell'esercito italiano. Le truppe austro-tedesche dilagarono verso Venezia mentre l'esercito italiano era allo sbando: migliaia di soldati ripiegarono per la pianura padana e diversi giunsero anche a Sermide.
La strategia difensiva che ne seguì prevedeva la creazione di una prima linea difensiva sul Piave e di una seconda lungo il Po, fino al Mincio. Ciò comportò il dislocamento di migliaia di soldati italiani lungo il Po (2000-3000 soltanto a Sermide). La linea del Piave riuscì a bloccare gli austro-tedeschi. Gli ultimi militari italiani del presidio di Sermide se ne andarono a metà del 1919.
[modifica] II Guerra Mondiale
Occupazione tedesca. Settembre 1943. Una guarnigione della Wermacht prese possesso di Sermide, diventata un obiettivo militare a causa della presenza del ponte in chiatte sul Po, degli impianti adiacenti la stazione ferroviaria e dello zuccherificio. Furono requisiti i palazzi Magnaguti e Castellani per insediarvi i comandi militari.
A quanto si è saputo, il comandante in capo dell'Armata Tedesca in Italia - il feldmaresciallo Kesselring - fece a Sermide, dal 1944 fino alla resa, dei soggiorni sempre più frequenti e prolungati. Ciò non può non essere messo in relazione con le tonnellate di bombe aeree scaricate su Sermide dagli anglo-americani.
I incursione, 08/06/1944, 1 morto. Sabato, ore 10. L'incursione aerea colpì la stazione ferroviaria, il deposito macchine e le case vicine.
II incursione, 13/07/1944, 17 morti. Giovedì, ore 9:30. Bombardamento del ponte in chiatte ma a causa della scarsa visibilità furono colpite delle case sulla destra del Po. Oltre ai 17 morti, ci furono una ventina di feriti. Il ponte non fu colpito, pertanto continuò ad essere utilizzato per il transito delle truppe tedesche. Distruzione di case nella località "Barche".
III incursione, 15/07/1944. Sabato, ore 9. Fu bombardato il ponte che venne interamente sommerso.
IV incursione, 05/09/1944, 9 morti. Martedì, ore 8. Bombardamento del centro (Via Regina Margherita) e della periferia. Due bombe colpirono un forno ed uccisero i presenti. Parecchi feriti.
Sfollamento. Dopo queste incursioni molte famiglie si rifugiarono in case di campagna.
Ospedale militare tedesco. Settembre-ottobre 1944. Furono requisiti l'edificio scolastico e Villa Castellani per alloggiarvi i degenti, Palazzo Magnaguti per gli uffici principali ed altre case per il centralino telefonico ed uffici minori. In realtà l'istituzione dell'ospedale fu soltanto una menzogna perché, anziché da ospedale, esso servì da comando militare. Oltre ad i vari centralini suddetti, sulla torre fu installata una radio trasmittente. In seguito all'istituzione dell'ospedale molti sermidesi tornarono alle loro abitazioni nel centro.
Spogliazioni. Una commissione tedesca si recò di casa in casa per farsi consegnare letti, materassi, mobili e qualunque altra cosa fosse necessaria all'ospedale. In realtà, tali oggetti presero la via della Germania. Inoltre si ebbero numerose deportazioni di giovani validi al lavoro.
Febbraio 1945. Sul territorio sermidese e dintorni c'era un gran movimento di truppe, munizioni e carri tedeschi. Erano stati impiantati traghetti a Felonica, Sermide, Carbonarola e Carbonara.
V incursione, 17/02/1945. Sabato, verso le ore 15. Bombardamento dello zuccherificio e delle ville adiacenti. Lo stabilimento fu danneggiato seriamente.
VI incursione, 21/02/1945, 21 morti. Mercoledì, ore 9. Questa incursione durò 50 minuti. Le ondate dei bombardieri si susseguivano alla distanza di cinque o dieci minuti. Furono colpiti sia il centro sia la periferia. La popolazione si rifugiò nelle campagne, nel torrione gonzaghesco (un migliaio circa) e nella chiesa. Una bomba perforò il tetto della chiesa, cadde inesplosa sul pavimento e rotolò ai piedi di un confessionale. I presenti atterriti chiesero la benedizione in "Articulo mortis" all'arciprete Don Guido Lui.
Una bomba scoppiò pure negli uffici del comune adiacente al torrione.
VII incursione, 22/02/1945. Giovedì, ore 15. Bombardamento della torre, la quale, però, non fu abbattuta.
VIII incursione (mattina) e IX incursione (pomeriggio, alle 15), 24/02/1945. Sabato. Furono sganciate bombe di grosso calibro: si perpetrò la distruzione del paese. Fu colpito uno dei pilastri della torre, la quale però non crollò.
X incursione, 25/02/1945. Domenica, ore 12. Sermide era quasi deserta. Nuovamente furono sganciate bombe di grosso calibro, ultimando la distruzione del centro: solo una decina di case di salvarono.
Altre incursioni minori. Alcuni giorni dopo, si verificarono altre due incursioni sulla stazione ferroviaria. Di notte velivoli di perlustrazione sorvolavano la città a bassa quota e la campagna sparando su qualunque veicolo si potesse scorgere.
In tutto sono cadute quasi 3000 (tremila) bombe.
La ritirata tedesca. Dapprima ordinata, in seguito si trasformò in una vera e propria rotta. Il 22 aprile i soldati dell'VIII Armata americana arrivarono a Pilastri, provenienti da San Martino Spino e, a partire da mezzogiorno, cominciarono l'occupazione del territorio sermidese (con alcune vittime militari e civili): prima Porcara e Roversella, poi Malcantone e Santa Croce. Nelle campagne i tedeschi incendiarono case, stalle, fienili e rifugi. Furono fatti saltare i rimanenti carri di munizioni. Il 23 aprile le truppe alleate si avvicinarono ulteriormente a Sermide dove le truppe tedesche cercavano in tutti i modi di attraversare il Po privo di traghetti: usarono porte, imposte, alberi, mastelli da bucato e rastrelliere come zattere improvvisate. Poche decine di tedeschi però raggiunsero l'altra sponda. Sull'argine erano stati lasciati in disordine moltissimi tipi di veicoli ed i bottini che i tedeschi non riuscirono a portarsi appresso. Il 24 aprile Sermide fu libera.
La distruzione.
Edifici gravemente danneggiati:
stazione ferroviaria, chiesa parrocchiale, zuccherficio, distilleria, lieviteria, fornace, fabbrica di paste alimentari, mulino elettrico, ospedale civile, caserma dei carabinieri, palazzo Magnaguti.
Edifici completamente distrutti:
ponte in chiatte, palazzo comunale, stabilimento frigorifero, fabbrica di acque gassate, deposito birra ed acque minerali, politeama Verdi, teatro Sociale.
Edifici importanti danneggiati:
torre, canonica, campanile.
[modifica] Inno a Sermide
Scritto dal Prof. Cav. Don Rossaro di Rovereto nel 1925 in occasione dell'inaugurazione del monumento ai caduti della Grande Guerra.
Salve, o Sermide, splendida prole
Che di Roma serbasti il vigor
Cinta tutta d'azzurro e di sole
Cinta tutta di verde e di fior!
O Città tricolore,
Leonessa del Po,
T'offri al bacio dell'itale aurore
Ché l'Italia di te s'ingemmò.
Leonessa del Po, ardita e forte,
Nella furia d'un aspro uragan
Al tuo grido di "vita o di morte"
T'opponesti all'ingordo tiran.
Fra le trombe ed il fulgido alloro
Leva o Sermide, il sacro vessil,
Ove al sol la medaglia tua d'oro
Tutta splende d'un evo gentil.
Salve, o Sermide, gli itali bardi
Ti copriro di canti e di fior:
Per l'azzurro i tuoi spirti gagliardi
Brillan fusi nell'etere d'or.
O Città tricolore,
Leonessa del Po,
T'offri al bacio dell'itale aurore
Ché l'Italia di te s'inmgemmò.