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Ragno (immaginario) - Wikipedia

Ragno (immaginario)

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando il ragno come animale appartenente all'ordine Araneae della classe Arachnida, vedi Araneae.

Il ragno è un animale che, per le sue caratteristiche, ha colpito e stimolato l'immaginario umano, entrando (spesso come una creatura leggendaria) nel folklore e nella mitologia di vari popoli. Tra le numerose attestazioni, spiccano in particolare il mito di Aracne e il fenomeno del tarantismo.

Come il serpente, anche il ragno alterna una simbologia positiva ad una negativa, in base a come le sue stesse caratteristiche (anatomiche, comportamentali, persino "psicologiche") sono state interpretate di volta in volta.

Uno degli aspetti che ha maggiormente colpito l'immaginario umano è la laboriosità del ragno, unita a una grande precisione tecnica, che tale animale dimostra nel tessere la propria tela. Da ciò derivano molti miti (in primis quello greco di Aracne), in cui tale caratteristiche divengono il centro o, quantomeno, lo spunto della narrazione e - spesso - il fulcro del significato morale.

Altro aspetto molto rilevante, questa volta in chiave negativa, è il pericolo potenziale rappresentato dal ragno, predatore, talvolta velenoso, che grazie alla sua tela - o, in alcuni casi, alla caccia - si procura il cibo per divorarlo ancora in vita dopo averlo paralizzato.

Indice

[modifica] Il ragno come simbolo positivo

[modifica] Il ragno creatore e portatore del fuoco

Al di fuori della cultura e mitologia occidentale, il ragno è visto da vari popoli come un essere creatore da cui ha avuto origine il mondo o come un benefattore dell'umanità per averle donato il fuoco (svolgendo in questo caso la stessa funzione del Prometeo greco, sebbene in modo del tutto indipendente).

Nereau (il signore dei ragni), venerato nelle isole micronesiane Nauru, è l'esempio più tipico di ragno creatore nei suoi due aspetti di Ragno Antico (Areop-enap) e Ragno Giovane; lo stesso può dirsi della donna-ragno Biliku che è adorata nelle isole Andaman sia come creatrice sia come portatrice del fuoco. Presso gli Hopi del Nord America, una creatura molto simile di nome Kohyangwuti aiuta Sokutnang a creare gli esseri umani.
In India invece, pur non essendo un animale creatore, il ragno è ugualmente legato all'universo in modo molto stretto: la perfezione millimetrica della sua tela rappresenta, infatti, l'ordine cosmico contrapposto al Caos. Il ragno, in questo caso, è dunque un simbolo ordinatore.

Il legame dei ragni con il mito del fuoco è più diffuso e attestato rispetto a quello con l'origine dell'Universo. Nella mitologia africana, un uomo-ragno di nome Yiyi porta il fuoco dal cielo agli uomini, mentre in Nordamerica gli Chrerokee narrano in modo avventuroso come Kananeski Amaiyehi (un ragno d'acqua o argironeta) sia riuscito ingegnosamente a trasportare il fuoco in una ciotola.

[modifica] Il ragno totemico e benaugurante

Presso diverse popolazioni, il ragno - come molti altri animali - è preso da esempio in qualità di totem per le sue caratteristiche. Il caso meglio attestato e documentato è quello degli Aborigeni australiani, per i quali

« Il ragno esorta a non essere avidi, dimostrando con la sua tela che gli oggetti necessari possono anche essere belli e artistici. Inoltre, ci mette in guardia dall'amare troppo noi stessi. »
(Marlo Morgan, E venne chiamata Due Cuori)

Anche nello sciamanesimo, il ragno può rappresentare un totem, uno spirito-guida saggio che, lasciato temporaneamente il mondo dei morti, appare in visione ad un apprendista sciamano. La forma assunta, di solito, è quella di un nano, ma sono stati registrati dei casi (come dallo psicologo e antropologo inglese Brian Bates) in cui il nano stesso decide di assumere l'aspetto di una "creatura simile ad un ragno" (vedi anche il paragrafo #Il ragno spirituale e psicopompo).

In Cina, vedere un ragno ha invece un significato di buon augurio, talvolta codificato. In alcune circostanze, ad esempio, può significare il "ritorno del figliol prodigo". L'abilità di liberare le case dagli insetti, spesso avvertita popolarmente come miracolosa, ha inoltre favorito una nomea positiva in alcuni contesti culturali europei. Di questa rimane una traccia nel proverbio inglese

(EN)
« If you wish to love and thrive
let a spider run alive. »
(IT)
« Se desideri amore e successo
lascia un ragno correre vivo. [1] »

[modifica] Il ragno magico e taumaturgico

Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici - Leggi le avvertenze

In diverse culture, il ragno (oltre a essere un animale al limite fra realtà e immaginario) è anche una creatura cui vengono attribuiti dei poteri magici. Secondo i casi, esso diviene dunque uno sciamano, un guaritore, una porta e così via.

In particolare, il potere taumaturgico del ragno è documentato in alcune "ricette" della medicina popolare. Secondo una di queste, ad esempio, per guarire dalla febbre (che in realtà è un sintomo, non una malattia) bisognerebbe spaccare una noce e chiudervi all'interno un ragno vivo, portando addosso l'amuleto per 48 ore [2]. Secondo un'altra, attestata ad esempio nel Reggiano, far mangiare un ragno ad un infermo (purché ciò avvenga a sua insaputa) guarirebbe dalla malaria. Una pratica simile veniva consigliata anche alle donne lattanti che, al posto del chinino, erano invitate ad assumere ragnatele per evitare il contagio al proprio bambino durante l'allattamento [3].

In generale, amuleti a forma di ragno o ricavati da esso sono ritenuti particolarmente efficaci. Nei vasi di farmacia in uso un tempo, era anzi un ingrediente immancabile - assieme a diversi altri - la tela di ragno. Inoltre, secondo l'alchimista Crollius, uccidere un ragno da cui si è stati morsi, schiacciandolo sulla ferita, sarebbe un antidoto infallibile contro il veleno immesso nel sangue dall'animale stesso, in accordo con la teoria generale di Athanasius Kircher per cui "il simile cura il simile" (deve trattarsi, però, del medesimo ragno, non di un altro esemplare della sua specie). A questo tema è legata la visione negativa del potere magico del ragno, evidente nel fenomeno del tarantismo (vedi il paragrafo #Un mostro infido, paziente e velenoso).

Del tutto positiva, invece, la magia operata dai ragni di Se ti tagliassero a pezzetti di Fabrizio De André. Come abili chirurghi, queste creature ricuciono la pelle strappata, ridonandole tono e vita. L'immagine dei ragni che ricoprono un corpo umano è qui in contrasto con l'orrore che, normalmente, una tale vista dovrebbe suscitare: tutti intenti a tessere una tela come un filo chirurgico preciso e resistente, essi ricompongono le disiecta membra della ragazza al centro della canzone, la cui libertà e fantasia sono "continuamente minacciate di morte dalla nostra civilità, ma indistruttibili nella coscienza dell'uomo" (Fabrizio De André).

Attributi magici simili a quelli della medicina popolare si riscontrano anche al di fuori del folklore, soprattutto in letteratura e nel cinema, a carattere (questa volta) non più antropologico ma di semplice "invenzione" per rendere più accattivante o misterioso il plot. In Supergirl - La ragazza d'acciaio (1984) di Jeannot Szwarc, un ragno intrappolato proprio in un guscio di noce è la "ricetta" per un filtro d'amore: nel momento in cui l'animale uscirà dalla sua piccola prigione, la vittima dell'incantesimo si innamorerà del primo uomo che avrà davanti agli occhi.

In un episodio della terza serie di Angel, un ragno magico è invece utilizzato da Lilah Morgan come password speciale per entrare in un'area riservata degli archivi elettronici della Wolfram & Hart; dopo averlo liberato da una scatola, lo adagia sulla tastiera rendendo così visibili le informazioni richieste.

[modifica] Il ragno come simbolo negativo

[modifica] Un mostro infido, paziente e velenoso

La simbologia negativa del ragno è attestata in ogni continente, sebbene risulti più radicata in Occidente e presso le popolazioni dei deserti. Deriva, con ogni probabilità, dalla paura atavica (e dunque preistorica) dell'uomo nei confronti di tale creatura. La consapevolezza che il suo morso - oltre ad essere spesso particolarmente doloroso - è anche in più di caso velenoso (se non mortale), deve aver ingenerato ben presto un'associazione immediata e inconscia tra l'aspetto dell'animale predatore e le conseguenze del morso stesso. Di qui l'equazione "otto zampe"="pericolo"="terrore/disgusto" fin nelle prime specie del genere Homo.
A rendere più infido il ragno, devono inoltre aver contribuito la sua pazienza nell'attendere la preda, l'intelligenza dimostrata nelle varie tecniche di caccia (dalla ragnatela alle buche nascoste, al mimetismo), l'agilità e velocità nei movimenti. Tutti fattori che aumentano la pericolosità in un eventuale incontro con l'uomo.

Questa visione, inizialmente instintiva e psicologica, diviene poco a poco parte integrante dei vari aspetti della cultura presso i popoli che la condividono. Ecco allora che il ragno acquista una sua fisionomia e un suo ruolo nella mitologia e nella religione. Molte popolazioni, ad esempio, prevedono rituali specifici per guarire dal veleno del ragno, oppure per placare o allontanare la creatura, vista in tal caso come una semi-divinità o una divinità vera e propria. S'inserisce in questo contesto il noto fenomeno del tarantismo.
Col passare del tempo, anche in altri settori il ragno fa la sua comparsa, più o meno da protagnista, a partire da arte, letteratura e musica, fino alle attestazioni più recenti nel cinema e nella televisione.

  • Per approfondimenti sul fenomeno del tarantismo, vedi tale voce.

[modifica] Il ragno gigante

Il ragno più grande al mondo è il Ragno Golia (Theraphosa blondi), che vive in sudamerica. Può misurare fino a 30 cm. Nella preistoria un antenato di queste creature era un aracnide della famiglia delle tarantole, che misurava 60 cm. A quei tempi l'aria conteneva tre volte la quantità di ossigeno attuale, e questo è il motivo per cui, pur avendo un sistema di respirazione passivo riuscivano a raggiungere dimensioni tanto considerevoli. Questo ragno ha una particolare peluria sul dorso , che nel momento di pericolo l'animale lancia come se fossero proiettili grattandosi con le zampe posteriori , e questi una volta arrivati all'animale colpito provocano una forte irritazione.

[modifica] Metamorfosi da uomo a ragno: la punizione divina

[modifica] Il ragno scenografico o d'ambientazione

Spesso per i suoi tratti caratteristici negativi (reali o supposti), il ragno è in grado di evocare un'atmosfera lugubre e misteriosa con la sua sola presenza. In questo caso, dunque, non ha un valore morale o narrativo né è un vero e proprio personaggio, come avviene nei miti, nei racconti popolari e nelle fiabe; è invece un semplice elemento scenografico.

Per tale motivo, il ragno è un topos letterario e cinematografico molto usato, a volte in modo originale, altre in modo logoro e stereotipato. Nell'horror, ma non solo, è una presenza fissa in castelli, cripte, sotterranei e in genere luoghi abbandonati (e in quanto tali ricoperti di ragnatele).

Tra i vari usi, particolarmente singolare è quello reinventato da Peter Jackson nel film Creature del cielo, dove un enorme ragno stilizzato (di cui sono abbozzati il corpo arancione e quattro zampe) compare sulla parete interna di un castello di sabbia, quasi fosse un trofeo.

Anche uno dei maestri dell'horror, Stephen King, ha utilizzato questa creatura per "decorare" la sua casa vittoriana invernale nel Maine (al 49 Florida Avenue a Bangor): il cancello esterno è infatti arabescato con ragni, ragnatele e due pipistrelli in ferro battuto.

[modifica] Il ragno come simbolo ambivalente

[modifica] Il ragno trickster

Come trickster, il ragno conserva sia le sue caratteristiche positive sia quelle negative, così da risultare una creatura ambivalente, ambigua, imprevedibile e, spesso, anche priva di coerenza. Incarna infatti, come tutti i trickster, un primo tentativo dell'uomo di sistemare le due categorie del Bene e del Male, non in modo manicheo, bensì con confini sfumati o addirittura sfuggenti.

Il ragno trickster è documentato solo in alcune regioni dell'Africa occidentale, dove riveste una certa importanza presso i popoli di lingua hausa, bantu, twi, vai e temme [4]. Fra tutti, spiccano i racconti legati alla figura di Anansi, i cosiddetti Anansesem ovvero "storie dei ragni" (o "parole del ragno" o "parole intorno al ragno"). L'unica attestazione al di fuori dell'area africana è nel Nordamerica, presso la tribù degli Oglada Dakota.

[modifica] Il ragno spirituale e psicopompo

Il ragno, oltre che una simbolologia sul piano fisico, ne ha anche su quello spirituale, legato cioè allo spirito umano, al mondo dell'aldilà o, più in generale, ai mondi che esistono parallelamente all'habitat dell'uomo (sotterranei, cielo, Inferi...).

Nella cultura popolare dell'Europa (occidentale ed orientale) è diffusa la credenza che l'anima, durante il sonno, possa uscire e rientrare dalla bocca sotto forma di ragno. Nella mitologia precolombiana è invece frequente il legame fra il ragno e la morte, non in senso negativo (come di solito lo intende la cultura occidentale). Tale creatura, infatti, è vista come uno psicopompo, anche in modo indiretto. La popolazione dei Chibcha, ad esempio, crede che i defunti attraversino il lago della morte su barche fatte di ragnatele.

Il ragno, dunque, da guida per l'aldilà, acquista la funzione di ponte o di porta, cioè di tramite fra mondi che, normalmente, non sono comunicanti fra loro. La ragnatela, in particolare, è nel folklore dell'America meridionale il mezzo per salire dal mondo inferiore al mondo superiore (vedi #La ragnatela come "oggetto magico").

In alcuni casi, il legame fra il ragno e l'oltretomba implica che tale creatura sia anche saggia e in grado di consigliare l'uomo, così come farebbe un defunto. Nello sciamanesimo, ad esempio, può accadere che lo spirito-guida interiore (legato al mondo dei morti) si presenti in visione all'apprendista sciamano sotto forma di ragno. Un tema, dunque, strettamente connesso con il ragno totemico.

Diverse fonti della mitologia norrena stabiliscono un'associazione fra il ragno e il dio malvagio Loki.

[modifica] Il ragno freak

Nella letteratura, la figura del ragno viene a volte assimilata a quella del freak, il mostro (o fenomeno) incompreso e temuto per il proprio aspetto, ma in realtà dolce e gentile, e spesso (finché non si adira) anche innocuo. Tale rappresentazione, sconosciuta allo schema narrativo dei racconti popolari, è comunque - almeno in parte - un'evoluzione del ragno trickster presente anche in alcune fiabe.

Un caso significativo di ragno freak è al centro di un racconto di Eugenio Montale. Qui il personaggio di Clizia - senhal usato dallo scrittore per Irma Brandeis - si fa ipnotizzare e regredisce ad una sua vita precedente. Durante l'ipnosi, qui molto simile a un sogno vero e proprio, la donna diviene un ragno nel cortile di Pitagora: tesse ad arte la sua tela (che spesso il filosofo guarda con attenzione o perfino ammirazione), assiste alle lezioni impartite ai discepoli e, soprattutto, vede ogni cosa da un'angolazione inedita.

« Vedeva il mondo secondo una prospettiva orizzontale, non più verticale come le pareva di ricordare quella dell'uomo, piantato su due trampoli e procedente ad angolo retto con la terra. A questa nuova visione contribuiva certo la posizione del suo corpo prono in avanti, disteso sulle sue basi pressappoco come il soldato negli esercizi dell'«ordine sparso», ma anche la strana disposizione degli occhi, otto come le zampe e messi a semicerchio intorno al capo, tanto che - cosa sconosciuta agli uomini - una buona parte della pianura circostante le appariva simultaneamente accrescendo la sua illusione di spazio e di libertà. Degli occhi, poi, due erano come appannati, un po' miopi di giorno, ma pure in questo Clizia vide una ragione che tendeva a darle una libertà anche maggiore: e infatti, appena scesa la sera, furono essi a entrare in azione, a illuminarle le tenebre, a renderle più facile il lavoro della tela. »
(Eugenio Montale, Clizia a Foggia, raccolto in Farfalla di Dinard)

Tutte queste doti, tuttavia, non sono riconosciute, al suo risveglio, né dall'ipnotizzatore né dal pubblico che assiste all'esperimento sulla metempsicosi. Il "salto" evolutivo" dallo stadio di ragno a quello di uomo è ritenuto non solo impossibile, ma perfino offensivo verso la "perfezione" dell'essere umano. Il ragno-Clizia è dunque una creatura imcompresa, capace di grande sensibilità e amore per la vita, ma derisa come tutti i freak alla stregua di un Frankenstein o dei fenomeni da baraccone di Tod Browning.

Oltre che in letteratura e al cinema, il ragno freak ha avuto fortuna nel mondo della musica e, in particolare, in alcuni testi di David Bowie (specie nell'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e nella canzone Glass Spider) e in Boris the Spider dei Who.

[modifica] La ragnatela: ogni filo ha il suo destino

"Tessere non significa soltanto predestinare (sul piano antropologico) e riunire insieme realtà diverse (sul piano cosmologico), ma anche creare, far uscire dalla propria sostanza, come fa il ragno costruendo da sé la propria tela"; così si esprime Mircea Eliade nel suo Trattato di storia delle religioni. Nell'immagine della ragnatela, ci sarebbe dunque - presso molti popoli - una compresenza di archetipi: la creazione, il ponte, il destino.

La ragnatela assume tuttavia anche significati più pragmatici seppure sempre legati alla perfetta architettura della sua realizzazione. Tra questi si ricorda la simbologia associata alla dialettica, basata sull'idea che le parole possano intrappolare l'interlocutore come il ragno la sua preda.

[modifica] L'ordine cosmico nella tela del ragno

[modifica] La ragnatela come "oggetto magico"

[modifica] Quando il ragno tesse la vita dell'uomo

Il tessere del ragno, seguendo l'interpretazione del folklore data da vari antropologi, è strettamente legato all'idea del fuso, della vita che viene filata dalla nascita alla morte.

Nella mitologia norrena, la ragnatela è associata a Holda e alle Norne (grossomodo le equivalenti delle Parche greche). Presso diversi popoli, inoltre, la Luna è spesso raffigurata come un enorme ragno; essa, infatti,

« per il semplice fatto di essere padrona di tutte le cose viventi e guida sicura dei morti, ha tessuto tutti i destini. »
(Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni)

Ciò avviene, ad esempio, in alcune rappresentazioni della dea lunare Yxchel, venerata dai Maya nello Yucatán. Spesso ritratta accanto a un telaio, si associa infatti al ragno che tesse la tela sotto il nome di Yxcanleom [5].

Anche in medicina, la metafora del ragno che tesse la tela è stata utilizzata per simboleggiare la vita, nello specifico la complessità del corpo umano. Ippocrate, nel De natura ossium ("sulla natura delle ossa", in greco Περί ὀστέων φύσιος) usa l'espressione "ha tessuto la ragnatela" ("ἠραχνίωκε") per dire "ha formato una rete di vene". Una metafora assai simile - "ἀραχνοειδής" ("simile a ragnatela") - ricorre varie volte negli scritti di un altro medico greco, Galeno, il quale la usa in contesti diversi: riguardo ai nervi, alla retina, all'urina (così anche nelle Coacae praenotiones - "Predizioni di Cos", in greco Κωακαί προγνώσεις - di Ippocrate che, per la precisione, utilizza un termine affine, "ἀραχνιώδης", col significato di "pieno di filamenti"), nuovamente alle vene, ecc.
Un qualche fondamento scientifico ha, infine, l'antico uso popolare di fasciare le ferite con le ragnatele per evitare infezioni. La tela del ragno, infatti, possiede proprietà antibatteriche.

[modifica] Il ragno e la ragnatela nei proverbi e nei modi di dire

Fin dall'antichità, è nota la metafora della ragnatela per evocare un luogo (anche figurato) abbandonato da tempo, in disuso, dimenticato. Nella letteratura latina, ad esempio, Apuleio descrive iperbolicamente la bocca del protagonista Lucio con le parole "fauces diutina fame saucias et araneantes" ("fauci afflitte e piene di ragnatele per la lunga fame", Le metamorfosi IV 22).

[modifica] Il ragno e la ragnatela nei miti e nelle religioni

Il ragno ha anche un ruolo di un certo rilievo nella religione islamica, per almeno due motivi:

  • innanzitutto, esso dà il nome alla ventinovesima Sura del Corano (cankabût "il ragno"). In essa, è la tela del ragno che viene menzionata, per paragonare alla sua fragilità la consistenza degli alleati che i miscredenti potrebbero avere se chiedessero aiuto ad altri che a Dio:
« E s'assomigliano quelli che si scelsero alleati altri che Dio, al ragno che si sceglie una casa, ma la più tenue delle case è la casa del ragno, se essi sapessero! »
(Corano 29.41, trad. di Bausani)
  • inoltre, una diffusa tradizione vuole che quando Maometto, in fuga dalla Mecca, si nascose, insieme ad Abū Bakr, in una caverna, un ragno abbia costruito miracolosamente la sua tela in pochi istanti all'imboccatura della cavità, cosicché gli inseguitori credettero che da lì non fosse passato nessuno e rivolsero altrove le proprie ricerche.

[modifica] Ragni d'autore

[modifica] Nell'arte

« si intrappola negli angoli ma a sua volta è una trappola per gli altri, e in questa seconda funzione l'associa a sua madre, nell'ambigua ironica rappresentazione della famiglia e della sua infanzia, sorta di romance freudiano. In Maman si ritrova la traccia persistente [...] di una maternità possente e inquietante, ma anche il simbolo di un femminile che unisce umano e bestiale, bellezza e mostruosità, mitologia delle origini e visioni di un cammino futuro »
(Lidia Curti, La voce dell'altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale, Meltemi Editore, 2006, pag. 36)

[modifica] Al cinema e nella televisione

[modifica] Elenco dei ragni cinematografici e televisivi

[modifica] Anni cinquanta

[modifica] Anni sessanta

[modifica] Anni settanta

[modifica] Anni ottanta

[modifica] Anni novanta

[modifica] Dal 2000

[modifica] Nei fumetti

  • Il ragno più noto dei fumetti è senza dubbio quello radioattivo che, mordendo Peter Parker, trasforma il giovane nel supereroe Uomo Ragno nei fumetti e nelle strisce Marvel Comics. Nel film tratto dalle molteplici serie a fumetti, la radioattività del ragno è stata sostituita con una (forse considerata più moderna) serie di esperimenti genetici compiuti sul ragno stesso.
  • Un rovesciamento parodistico della vicenda dell'Uomo Ragno si trova nei fumetti di Rat-man, nel personaggio del Ragno. Questo personaggio rappresenta anche una parodia di alcune scelte editoriali, che si basano sull'impulso a collezionare, con riferimento alla presunta spietatezza dei ragni nel nutrirsi.
  • Donna Ragno (Spider-Woman) è il nome di quattro personaggi nell'universo Marvel.
  • Altro personaggio dei fumetti Marvel legato agli aracnidi è la Vedova Nera, di cui hanno vestito i panni Natasha Romanova e Yelena Belova.
  • In Devilman, il Demone dei Ragni controlla la psiche degli esseri umani attraverso enormi ragni simili a tarantole che si annidano sulla testa, collegandosi al cervello delle loro vittime, impartendo loro ordini.

Il ragno è il simbolo di Naraku, antagonista principale del manga "Inuyasha" di Rumiko Takahashi. Tale simbolo deriva dal nome dell'umano che è alla base dell'agglomerato di demoni che è Naraku: infatti Onigumo significa letteralmente "demone-ragno".

[modifica] In letteratura

In letteratura, il ragno compare spesso come creatura orrorifica, con lo scopo di inquietare o spaventare il lettore. Per tale motivo, nella maggior parte dei casi, lo si ritrova nei romanzi e nei racconti horror, fantasy e fantacientifici, oltre che nelle fiabe, nelle favole e in poesia; qui (sebbene non sempre) il ragno è un antagonista, ovvero il nemico o comunque la controparte del protagonista. Vi sono però delle eccezioni, comprese delle storie in cui il ragno stesso è protagonista, anche positivo.

[modifica] Elenco dei ragni letterari

[modifica] Nella musica

  • Le danze popolari della pizzica e della tarantella nascono come esorcismo per le donne tarantate, contaminate dalle punture di tarantola.
  • 1966 - Boris the Spider dei Who, dall'album A Quick One. Il protagonista si sente simile a un ragno nel suo appartamento, incompreso come lui (vedi #Il ragno freak).
  • 1972 - Spider Woman degli Uriah Heep, dall'album The Magician's Birthday. Nel brano, il ragno è la metafora di un atteggiamento possessivo nei rapporti amorosi (mi incatenò così strettamente nella sua tela, quella notte persi la libertà).
  • 1975 - Rancio E Mosca della Nuova Compagnia di Canto Popolare, dall'album Tarantella Cca nun và bbona. Il ragno (lu rancio) esce dalla ranceria pe' se mangià la mosca malandrina, dando il via a una serie crescente di inseguimenti a scopo alimentare (da ultimo Esce il lione dalla lioneria, pe' se mangià la tigre malandrina), che terminano tutti con il ritornello fuje madama ca mammeta sosca / sempe lu rancio va appriesso alla mosca.
  • 1976 - Il ragno dei Banco del Mutuo Soccorso, dall'album Come in un'ultima cena. Il ragno parla in prima persona, affermando che tutti cadono nella tela, sedotti dalla sua abilità nel tessere; lui non perde mai il filo e, come Arianna o una sirena, invita a seguirlo nel "labirinto senza uscite" dove si trova il nostro "spazio ricamato".
  • 1981 - Se ti tagliassero a pezzetti di Faber dall'album Fabrizio De André. I ragni sono creature magiche in grado di operare chirurgicamente in condizioni impossibili, come abili tessitori: "Se ti tagliassero a pezzetti, il vento li raccoglierebbe, il regno dei ragni cucirebbe la pelle e la luna tesserebbe i capelli e il viso, e il polline di Dio, di Dio il sorriso" (vedi #Il ragno magico e taumaturgico).
  • 1987 - Glass Spider di David Bowie, dall'album Never Let Me Down. Leggenda in cui una nidiata di ragni va invano alla ricerca della propria madre, un enorme ragno che sembra di vetro (vedi #Il ragno freak).
  • 1989 - Lullaby dei Cure, dall'album Disintegration. Un uomo-ragno, eternamente affamato, è la fobia del protagonista, nascosto nel letto della sua stanza, che alla fine viene divorato.
  • 1999 - Spiders dei System of a Down, dall'album System of a Down. Il chip per computer V-chip, che blocca i contenuti violenti, viene descritto come piccolo, nero e dotato di molte zampe, e paragonato quindi ad un ragno. La metafora serve, probabilmente, per denunciare il controllo capillare dei governi sulla vita quotidiana; in questa chiave, l'espressione "the spiders all in tune" significherebbe "i chip funzionano a dovere" o "i chip sono perfettamente operativi".
  • 2003 - I Cold intitolano Year of the Spider un loro album su cui campeggia, per l'appunto, un ragno nero. Una figura simile compare anche nel singolo Stupid Girl e, più piccola e bianca in un cerchio rosso (in alto a destra), in 13 Ways to Bleed on Stage.
  • 2005

[modifica] Nei videogiochi e nei giochi di ruolo

[modifica] Note

  1. ^ Cse Wise, David H. Wise, Spiders in Ecological Webs, Cambridge University Press, 1995.
  2. ^ Transactions of the Connecticut Academy of Arts and Sciences, Connecticut Academy of Arts and Sciences, Yale University, 1866, pag. 70 (digitalizzato nel 2006).
  3. ^ "Atti dell'XI Congresso medico internazionale Roma, 29 marzo-5 aprile 1894", Roma, Ripamonti e Colombo, 1894: "Le donne lattanti eviteranno con sicurezza ogni pericolo di morte pei loro bambini prendendo, anziché chinino, della tela di ragno per liberarsi dalle febbri di malaria".
  4. ^ Louis Herbert Gray, John Arnott MacCulloch, George Foot Moore, Alice Werner, The Mythology of All Races, Marshall Jones Company, 1925, pag. 326.
  5. ^ Hans Bierdemann, Knaurs Lexicon der Symbole, München, Droemersche Verlagsanstalt Th. Knaur Nachf., 1989, "Spindel" (trad. it., Enciclopedia dei simboli, "Fuso").
Altre lingue


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