Il sentiero dei nidi di ragno
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Il sentiero dei nidi di ragno | |
Autore: | Italo Calvino |
Anno (1ª pubblicazione): |
1947 |
Genere: | romanzo |
Sottogenere: | |
Ambientazione: | Liguria |
Anno di ambientazione: | Seconda Guerra Mondiale |
Protagonista: | Pin |
Progetto Letteratura |
Il sentiero dei nidi di ragno è il primo romanzo di Italo Calvino. Pubblicato nel 1947, è ambientato in Liguria all'epoca della seconda guerra mondiale.
Indice |
[modifica] Trama
Tra il Carrugio Lungo e l’osteria, cresce Pin, un ragazzino di circa dodici anni, capelli neri, la faccia piena di lentiggini. Dopo aver spiato la sorella,una prostituta, che è a letto con un tedesco (non capendo cosa mai ci trovino gli uomini di così interessante in lei) decide di andarsene, non sopportando più quell’aria densa di corpi che si sfregano tra di loro. Uscendo, incontra una banda di ragazzini della sua età che, come sempre, lo evitano: Pin, nel villaggio, ha una brutta reputazione: fuma, beve, parla sguaiatamente, spesso con parole scurrili. Per questo tutte le madri sconsigliano ai propri figli di avvicinarsi a lui.
Dopo aver fumato una sigaretta offertagli dal tedesco, entra nell’osteria del paese. Gli avventori del locale sono già ubriachi. Esortato da uno di questi, Miscel Il Francese, Pin comincia a farsi lo serio e si rivolgono a Pin chiedendogli di rubare la pistola al tedesco. Pin è attratto dal mondo degli uomini e dai loro discorsi, dalle loro parole che, alle sue orecchie di bambino, suonano misteriose e ricche di fascino: gap, sten, sim…così, s'impegna a soddisfare la loro richiesta. Tornato a casa, vede che c’è ancora la sorella nella stanza e, di soppiatto, con un misto di paura ed eccitazione, riesce a sfilare la pistola dai pantaloni del tedesco.
Si precipita subito all’osteria, con l’arma sotto la maglietta, ma senza dire niente a nessuno. Viene però offeso dagli avventori e si dirige in fretta e furia verso il suo luogo segreto, che nessuno conosce: un sentiero dove i ragni fanno i nidi. Vorrebbe immaginare i bellissimi giochi che si potrebbero fare con quell’oggetto straordinario, gli parte un colpo. Nasconde in fretta la pistola, fugge verso il villaggio, ma i tedeschi lo prendono e lo portano nella prigione.
Dopo un duro interrogatorio, tentando invano di scoprire dov’è nascosta la pistola, lo rinchiudono in cella.Lì reincontra il ciabattino di cui era garzone, Pietromagro. Pin nel vederlo si sente contento e commosso; vede Pietromagro cambiato e prova pietà per lui, poiché egli è visibilmente prossimo alla morte. Inoltre in prigione conosce il famigerato Lupo Rosso che gli rivela di avere un piano per evadere: con l’aiuto di Pin, che distrae una guardia, i due riescono a scappare. Dopo aver corso a lungo, si separano. Pin continua a camminare, affamato, ormai è notte. Sale su un albero di ciliegie e comincia a mangiare. Riprende a camminare e si ritrova sul sentiero del nidi di ragno, dove riprende la pistola che aveva sepolto con cura. Poi intravede un'ombra che si avvicina: è un omone con un enorme mantello, dalle mani grosse, un partigiano: Cugino. Non sembra volergli fare del male, anzi cerca di consolare Pin, che piange. Lo porta in una casa, prima adibita a stalla, dove il bambino incontra Mancino e sua moglie Giglia. Dopo un po’ arrivano anche Dritto, il capo di quel gruppo di partigiani, uomo asciutto e un po’ malaticcio, che però riesce a farsi rispettare; Pelle, che possiede moltissime armi rubate e le tiene gelosamente; Zena il Lungo detto Berretta-di-Legno e quattro calabresi: Marchese, Conte, Barone e Duca. Presto Pin si affeziona a tutti e viceversa, anche se li trova uguali agli altri adulti: se all’osteria volevano che parlasse di sua sorella, lì vogliono che canti canzoni di guerra, sangue, stragi.
Una sera, Pin si accorge degli sguardi intensi che si scambiano Giglia e Dritto. Comincia provocatoriamente a cantare una delle sue canzoni , mentre Dritto continua nervosamente a mettere legna sul fuoco fino a che non si incendia anche la paglia circostante. Devono fuggire al più presto e tirare in salvo più armi possibili. Camminano a lungo ed arrivano in un'altra stalla. La sera stessa, Dritto e Pelle litigano furiosamente, e quest’ultimo, offeso, parte per il villaggio e rivela ai tedeschi tutte le postazioni dei partigiani. Qualcuno, avendolo visto con l’uniforme delle brigate nere, informa tutti quanti i partigiani, che si preparano così per l’inevitabile scontro. Il giorno seguente i comandanti partigiani vengono a controllare la situazione e, appreso cosa era accaduto la sera prima, decidono di far giustiziare Dritto, ma dopo l'imminente battaglia. Il giorno tanto atteso arriva, partono tutti tranne Pin, Giglia e il Dritto. Pin sa bene che il Dritto è rimasto lì per Giglia. Quindi li spia tutto il mattino, ma non succede nulla. I due cominciano a preparare da mangiare e mandano Pin, che capisce subito trattarsi solo di un pretesto per stare da soli, a prendere l’acqua. Mentre Pin si incammina, parte un colpo di cannone. Il bambino, profondamente scosso, torna di corsa verso l’accampamento, ma quando entra in casa non trova nessuno. Ancora più spaventato, finalmente scorge dietro un cespuglio il Dritto e la Giglia sdraiati per terra.
La sera arrivano vittoriosi tutti gli altri partigiani. Poiché l’accampamento non è più sicuro come prima, si mettono tutti in cammino e raggiungono la postazione di altri partigiani. Qui, tutti iniziano a parlare e la discussione si accende quando Pin comincia a rivelare quello che ha visto la mattina, mordendo la mano di Dritto che tentava di zittirlo. Con quel gesto rabbioso esce dal casolare e scappa via di corsa. Incontra di tanto in tanto dei tedeschi e dopo alcuni giorni di marcia, arriva al suo villaggio o almeno quello che ne resta dopo il rastrellamento dei nazisti. Ancora una volta si rifugia nel suo luogo segreto, ma vi trova tutta la terra rimossa e la pistola scomparsa: è quasi sicuro che sia stato Pelle.
Rattristato si reca dalla sorella, sua unica parente, molto sorpresa di vederlo. Mentre conversa un po’ con lei, Pin vede sbucare da un cassetto una pistola, una P38, la sua pistola. La prende e scappa via. Ritorna di nuovo nel sentiero dei nidi di ragno, dove trova Cugino. I due parlano a lungo, dei ragni, dei loro nidi, e mentre parla, Pin si convince sempre più di aver trovato quell’Amico tanto agognato. A rovinare questo incanto, la domanda che Cugino gli rivolge su dove potesse trovare sua sorella. Dopo averglielo detto, Pin resta lì a guardare quell’omone grande e grosso allontanarsi. Si sdraia per terra. Sente uno sparo (all’insaputa di Pin, Cugino ha ucciso la sorella, perché spia dei tedeschi) e poco dopo, sorpreso di vederlo tornare così presto, vede ricomparire Cugino, che afferma di averci ripensato. A quelle parole, Pin si rallegra, ormai davvero convinto di aver trovato il suo migliore Amico. «E continuarono a camminare, l’omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenendosi per mano.»
[modifica] Spazio e tempo
Il romanzo è ambientato sulle colline liguri dove si svolsero le guerre tra partigiani e tedeschi e in un paese sul mare che richiama immediatamente Sanremo, il paese natale d'origine della famiglia di Italo Calvino.
Lo spazio è esterno per le azioni di guerra, mentre lo spazio interno si identifica nella sede del distaccamento partigiano. Importante è anche l'episodio della detenzione di Pin in carcere.
La vicenda si svolge durante la Seconda Guerra mondiale.
[modifica] Lessico e stile
Questo primo libro di Italo Calvino, scritto subito dopo la fine della guerra, è molto scorrevole, i dialoghi, scritti con un linguaggio quotidiano spesso scurrile, si alternano a descrizioni minuziose dell’animo dei personaggi principali (come quello di Lupo Rosso, o come il bellissimo ritratto di Kim nel IX capitolo, infatti questo capitolo si distacca dal tono degli altri perché attraverso Kim il narratore può esprimere i suoi giudizi) e dei luoghi dove si svolgono le azioni di guerra.
Il narratore del libro è onnisciente, ma nonostante il libro sia narrato in terza persona, Calvino comunque sceglie di raccontare e descrivere i fatti e le paure di una guerra visti dal “basso”, da chi non può nulla nei conflitti eppure è costretto a farvi parte: l’ottica è quella di un bambino. Dietro lo sguardo un po' spaesato di Pin c'è la vicenda biografica di Italo Calvino che, giovane universitario di estrazione borghese, lascia gli studi ed entra nella Resistenza, in clandestinità vive a contatto di operai, gente semplice, condividendo la vita partigiana ma facendo parte inesorabilmente di un altro mondo.
Nel testo sono riportati alcuni termini militari e partigiani che affascinano il protagonista come del resto tutto il mondo dei grandi, ad esempio gap che indica un’organizzazione partigiana, come un’altra parola “misteriosa” sim. Alcune parole di uso tipicamente militare sono sten, P38, che sono due tipi di pistola tipicamente usate nella seconda guerra mondiale.
È frequente l'uso di figure retoriche da parte di Italo Calvino, come le similitudini per rendere il testo di più facile comprensione al lettore (es.con ansia un po’ voluta: a toccare la fondina ha un senso di commozione dolce, come da piccolo a un giocattolo sotto il guanciale.). I termini usati sono facili e non si presentano quasi arcaismi, solo qualche termine come “chetare” invece che calmare oggi più usato.
Frequenti sono i riferimenti lessicali al dialetto, riconoscibili sulla bocca di alcuni personaggi, in altre opere più mature quest'esigenza di una lingua viva troverà sbocco nella vivacità di una lingua italiana nutrita di linfa anche dialettale e popolare. Il tempo della narrazione è il presente. Questa scelta stilistica dà al testo un ritmo veloce, rendendo il testo moderno e "nervoso".
Tutto il racconto sottende una dimensione fiabesca, come notò per primo Cesare Pavese, anticipando uno dei grandi temi della riflessione e della successiva produzione di Italo Calvino.
[modifica] Personaggi
- PIN : è il personaggio principale attraverso gli occhi ma non la bocca del quale si narrano la maggior parte delle vicende. È un bambino di bassa estrazione sociale, spesso maleducato e ribelle. I suoi genitori sono scomparsi quando lui era ancora piccolo, quindi non tanti anni prima dei fatti narrati dato che ha circa dieci anni.
Fin da piccolo ha cercato spazio nel mondo dei grandi pur non capendo il loro strano modo di ragionare, infatti durante la giornata cerca clienti per sua sorella, prostituta conosciuta in tutto il paese come la Nera di Carrugio Lungo. Non gioca con i coetanei, ma al contrario ha sempre cercato la stima degli adulti, che cercava di far ridere cantando canzoni su di cose che lui neanche capisce (come il sesso e la guerra).
Nonostante i suoi dieci anni, Pin ha vissuto esperienze da adulto, infatti lavorava in una bottega come calzolaio e faceva “pubblicità” alla sorella, ma questo non ha cambiato il suo modo di ragionare e di sognare, tipico di un bambino, tanto che non riesce a distinguere il bene dal male a causa della superficialità con cui supera le difficoltà.
Frequenta un’osteria dove si ritrovano gli adulti che con lui parlano molto, ma lo usano per calmare i momenti di tensione con le filastrocche cantate o per scopi personali, come quando gli ordinano di prendere una pistola.
Pin non ripone fiducia in quelle persone così diverse da lui, infatti non dirà a nessuno di loro il suo posto magico e segreto il sentiero dove fanno il nido i ragni.
È un personaggio sospeso tra il mondo dei grandi, nel quale cerca di entrare, e il mondo al quale appartiene, ma nel quale non ha mai voluto identificarsi. Pensa che nel mondo dei grandi lui possa trovare un grande amico sincero al quale confidare il suo segreto.
In questa strana ricerca Pin si fa più saggio, poiché vive nuove esperienze con la guerra, ma le idee che si farà lo porteranno ad essere ancora più solo.
Questo bambino diventa crudele con la natura forse per sfogarsi, forse per vedere cosa provano gli uomini quando vogliono uccidere loro simili, così si chiede che cosa succederebbe a sparare ad una rana, infilza ragni, seppellisce freddamente il falchetto morto. Alla fine del romanzo Pin non capirà che il suo amico ha ucciso la Nera di carruggio Lungo, perché non gli interessano le donne e neanche quella traditrice di sua sorella.
- CUGINO : Il bambino protagonista conosce quest’uomo quando scappa nei boschi dopo essere stato in prigione. È un uomo possente, alto, curvo su sé stesso, con i baffi, vestito sempre con una mantellina e un berretto di lana.
È un partigiano, ma di quelli che credono in quello che fanno e che sanno perché fanno la guerra: perché vogliono la libertà. È un misogino, infatti odia le donne, al punto da pensare che loro abbiano voluto il conflitto. Questa sua convinzione è dovuta ai frequenti tradimenti che la moglie gli faceva quando lui era in guerra.
È questo personaggio a condurre Pin nel distaccamento del Diritto, dove lo conosce meglio e sarà poi lui a diventare l’Amico.
Quest’uomo possente nasconde in sé una dolcezza e una semplicità di sentimenti che lo portano ad essere un grande-piccolo, ma fermo negli ideali, proprio la persona che Pin il bambino-vecchio, stava cercando. Infatti il cugino pare non voler fare parte del mondo dei grandi con donne, guerra, sembra che abbia ancora la voglia di ascoltare con interesse un bambino.
- KIM : il romanzo è dedicato a lui. È un personaggio che cerca e vuole certezze. Crede in quello che fa ed è il capo dei partigiani. Appare tardi sulla scena, infatti arriva la notte prima della battaglia e porta dentro la freddezza della guerra il bisogno di riflettere sulle motivazioni profonde che animano partigiani e repubblichini. Sa che c'è bisogno di certezze, ma non può rinunciare alle domande, soprattutto a quelli più radicali.
- LUPO ROSSO : è il primo fra i partigiani che incontra Pin. Il suo nome di battaglia fa già capire i suoi ideali tipicamente comunisti.
Ha sedici anni, è grande e grosso, con la faccia gonfia e livida e porta sempre un berretto alla russa.
È un ragazzo certamente introverso con ideali molto sicuri in cui crede fermamente. Possiede molta fama fra i partigiani e sono tanti a stimarlo per le sue azioni di guerra. Scappa dalla prigione con Pin per vedere con lui il posto magico del bambino, ma durante il tragitto si perdono e si separano. Si rincontrano poi durante la guerra, nonostante siano in due distaccamenti differenti.
Sarà per Pin una persona da cui attingere forza e coraggio, poiché Lupo Rosso sarà uno dei pochi esempi di coerenza e di fermezza che incontrerà sul suo cammino.
- IL DRITTO : è il comandante del gruppo partigiano di cui fa parte Cugino. Per tutta la durata del libro rimane un comandante forte, che sa guidare i suoi uomini in battaglia e sa farsi rispettare da loro, fino a quando per via dell’amore che prova per la Giglia, la moglie di Mancino, non brucia tutto il capanno in cui risiedeva tutta la brigata. Quel gesto di incapacità attirò i tedeschi nel luogo in cui erano nascoste tutte le brigate e lo porterà ad essere fucilato alla fine del libro.
[modifica] Bibliografia
- Annalisa Ponti, Come leggere Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, Milano, Mursia, 1991;