Guelfi e ghibellini
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Guelfi e ghibellini erano i due partiti opposti nella politica italiana dal XII secolo fino alla nascita delle signorie dal XIV secolo in poi. Nella lotta per le investiture, i guelfi sostenevano il papato e i ghibellini l'Imperatore.
Indice |
[modifica] Storia
I termini guelfi e ghibellini indicano le due fazioni che dal XII secolo sostennero in Germania, nel contesto del conflitto tra chiesa ed impero, rispettivamente la casata di Baviera e Sassonia dei Welfen (pronuncia velfen, da cui la parola guelfo) e quella di Svevia degli Hohenstaufen, signori del castello di Waiblingen, anticamente Wibeling (da cui la parola ghibellino), in lotta per la corona imperiale dopo la morte dell'imperatore Enrico V (1125), che non aveva eredi diretti.
All'interno delle città, la stessa dicotomia, superando il tradizionale significato di lotta politica tra papato e impero, si ripropose poi nella lotta tra le fazioni guelfa e ghibellina della popolazione, entrambe volte ad esercitare dominio del comune. Alcune volte le due fazioni coesistevano, come a Firenze, dove la lotta comincio` dopo l'uccisione di Buondelmonte de' Buondelmonti, dagli Amidei. Per accrescere la loro forza sia le città guelfe sia quelle ghibelline si riunirono in leghe opposte le une alle altre: così dalla seconda metà del XIII secolo la guelfa Firenze ingaggiò contro la lega ghibellina delle altre città toscane (Arezzo, Siena, Pistoia, Lucca, Pisa), un lungo conflitto, che ebbe come termini estremi la battaglia di Montaperti del 1260 e quella di Altopascio del 1325.
Nella seconda metà del XIII secolo dopo il 1266 data della battaglia di Benevento si ha in Italia una vera e propria crisi del partito ghibellino che aveva perso il suo maggior apporto cioè la dinastia Sveva che ebbe inizio con Federico Barbarossa per poi concludersi con le sconfitte di Corradino e Manfredi di Sicilia tra il 1266 e il 1268. A questa crisi ne consegue un forte progresso per i guelfi che predominano l'Italia appoggiati militarmente sia dal re di Napoli, Carlo I d'Angiò e sia dai vari Papi e così i guelfi arrivano a rimpossessarsi di Firenze soprattutto grazie alla famosa battaglia di Colle Val d'Elsa del 17 giugno 1269 quando i guelfi colligiani e fiorentini (insieme ai loro alleati) inflissero una sonora sconfitta ai ghibellini senesi.
Per approfondire, vedi la voce Guelfi Bianchi e Neri. |
Ma poco dopo, il circolo di potere dei guelfi sarà profondamente compromesso da una crisi interna che permetterà alle signorie di modificare lo status quo: infatti i filo-papali si scinderanno tra guelfi bianchi e guelfi neri. Questa divisione si creò, secondo un racconto del cronista storico Giovanni Villani, nella città di Pistoia all'interno della famiglia dei Cancellieri per una lite tra cugini a causa dell'alcol. I contendenti della famiglia che avevano creato disordini in città tra il 1294 e il 1296 vennero esiliati nella vicina città di Firenze dove gli uni, i bianchi, trovarono l'appoggio della famiglia dei Cerchi e gli altri, i neri, della famiglia dei Donati. Successivamente questa divisone, tra chi pur difendendo il Pontefice non precludeva il ritorno o la necessità dell'imperatore (cioè i guelfi Bianchi) e chi invece trovava indispensabile che il governo dovesse essere affidato al Papa perché "missus dominici" (mandato dal Signore), si fece sempre più aspra fino a che si arrivò allo scontro nella città di Firenze che fu vinto dai neri con il conseguente esilio di tutti i guelfi bianchi tra cui Dante Alighieri. Ciò comportò l'avvicinamento dei guelfi bianchi ai ghibellini, come prova anche il tentativo di rientrare in Firenze manu militari con l'aiuto di Scarpetta Ordelaffi, ghibellino signore di Forlì.
L'origine etimologica dei nomi Bianchi e Neri è incerta ma si pensa che prenda l'origine da una certa fanciulla chiamata Bianca. Tornando alle certezze storiche, già prima dei vari scontri, sempre comunque che a causa della debolezza ghibellina, molti di loro finirono per trovarsi nelle file dei guelfi bianchi. Ciò spiegherebbe perché Dante Alighieri viene definito ne "I Sepolcri" di Ugo Foscolo come il "ghibelin fuggiasco".
I sostantivi di guelfo e ghibellino si sarebbero usati poi nei secoli successivi per definire posizioni politiche prossime o meno al potere papale, malgrado i due schieramenti non esistessero da secoli.
[modifica] Maggiori città ghibelline
- Arezzo
- Forlì
- Genova (predominio 1270-1317)
- Grosseto
- Gubbio
- Mantova
- Modena
- Osimo
- Pavia
- Pisa
- Pistoia
- Siena
- Spoleto
- Todi
- Castiglion Fiorentino
[modifica] Maggiori città guelfe
- Alessandria
- Bologna
- Brescia
- Colle di Val d'Elsa
- Crema
- Cremona
- Genova (brevi periodi: 1256-1270; 1317-1319)
- Lodi
- Milano
- Orvieto
- Perugia
- Mondovì
[modifica] Città con schieramento variabile
- Asti
- Bergamo
- Ferrara
- Firenze (anche se è stata ghibellina per soli 6 anni)
- Lucca
- Milano
- Padova
- Parma
- Piacenza
- Treviso
- Verona
- Vicenza
- Bolzano