Giacomo II di Maiorca
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Giacomo d'Aragona , Giacomo II di Maiorca (in catalano: Jaume II de Mallorca, in castigliano: Jaime II de Mallorca) (Montpellier, 1243 – Maiorca, 1311) re di Maiorca, conte di Rossiglione e di Cerdanya e signore di Montpellier dal 1276 al 1311.
Egli era figlio del re d'Aragona Giacomo I il Conquistatore e della pricipessa ungherese Violante, figlia del re di Ungheria, Andrea II e della principessa di Costantinopoli, Iolanda de Courtenay.
Indice |
[modifica] Biografia
Nel 1275, sposò Esclarmonda di Foix, figlia del conte di Foix, Ruggero IV.
Nel 1276, alla morte del padre, mentre il fratello Pietro il Grande ereditò i Regni di Aragona (con il nome di Pietro III) e di Valencia (con il nome di Pietro I), la contea di Barcellona (con il nome di Pietro II) e le altre contee catalane, Giacomo ereditò il Regno di Maiorca (assumendo il nome di Giacomo II), che comprendeva anche le isole Pitiuse, Ibiza e Formentera e i territori dell'Occitania rimasti a Giacomo I, tra cui la signoria di Montpellier (Giacomo II), mentre l'altra isola delle Baleari, Minorca, ancora occupata dai musulmani, era sua vassalla. Giacomo, volendo rendersi indipendente dal regno d'Aragona, rifiutò di rendere omaggio al fratello Pietro.
Egli riuscì a mantenere la sua indipendenza sino al 20 gennaio 1279 quando, con il trattato di Perpignano, si dovette riconoscere vassallo del fratello e si impegnò a partecipare ogni anno alle 'cortes (assemblea) catalane, ricostituendo l'unità politico-economica della Corona d'Aragona.
Dopo i Vespri siciliani, nella contesa che oppose il fratello Pietro a Papa Martino IV, Giacomo si schierò dalla parte del papa e, quando quest'ultimo esautorò Pietro e indisse la crociata contro l'Aragona, Giacomo appoggiò il re di Francia, Filippo III l'Ardito, nell'invasione della Catalogna. Ma dopo la vittoria della flotta siciliana-aragonese, comandata dall'ammiraglio Ruggero di Lauria, gli invasori, in preda alle malattie dovute al gran caldo, privi degli approvvigionamenti e non più garantiti dalla flotta francese, si dovettero ritirare. Pietro allora ordinò al figlio, Alfonso, di conquistare il regno di Maiorca. Prima di iniziare l'impresa, nel novembre del 1285, Alfonso successe al padre Pietro sul trono d'Aragona (con il nome di Alfonso III). Nel corso del 1286 Alfonso portò a termine l'incarico ricevuto dal padre ed ,oltre a Maiorca, conquistò anche l'isola delle Pitiuse, Ibiza. Poi passò all'isola di Minorca e, nel 1287, ne portò a compimento la conquista, togliendola all'emiro Abû’Umar, vassallo dal 1231 prima di Giacomo I e poi di Giacomo II. Quest'ultimo fu accusato di essersi alleato con gli Angioini e poi coi crociati francesi. Minorca fu ripopolata con popolazioni catalane.[1]
Giacomo II fu detronizzato dal nipote Alfonso dal regno di Maiorca, mentre mantenne gli altri feudi continentali e per la signoria di Monpellier dovette riconoscere l'autorità del re di Francia, Filippo IV il Bello.
Nel 1295 ad Alfonso III successe sul trono di Aragona Giacomo II il Giusto, che accettò il suggerimento di papa Bonifacio VIII, che in calce al Trattato di Anagni, del 1295, siglava la pace tra Giacomo II d'Aragona e Carlo II d'Angiò e suggeriva a Giacomo II d'Aragona di rispettare il volere del nonno Giacomo I di restituire il regno di Maiorca allo zio Giacomo II di Maiorca. Finalmente, nel 1298, con il trattato di Argilers, Giacomo II di Maiorca, richiamandosi al trattato di Perpignano del 1279, si riconosceva vassallo del re d'Aragona, Giacomo II e rientrava in possesso del regno.
Giacomo II regnò ancora per oltre vent'anni, dando impulso ad una politica agraria, che prevedeva la colonizzazione delle aree rurali, incrementò le rendite della casa reale, favorì la creazione di consolati in Nordafrica e nel regno di Granada, creò un nuovo sistema monetario, diede impulso alla creazione dell'industria tessile, rafforzò il potere reale nei confronti della nobiltà e del clero, diede impulso alla costruzione di palazzi e castelli, come il palazzo castello di Perpignano e Palazzo reale La Almudaina, la cattedrale ed il castello di Bellver a Palma di Maiorca.
Giacomo II approfittò della soppressione dell'ordine dei templari, per impossessarsi di tutti i loro beni nelle isole Baleari e Pitiuse.
Fu protettore di artisti ed uomini di cultura, tra cui il filosofo, Raimondo Lullo.
[modifica] Discendenza
Giacomo e Esclarmonda ebbero sei figli:
- Giacomo di Maiorca (1274 – 1330), che rinunciò alla corona nel 1299 e si fece monaco francescano.
- Sancho (1276 – 1324), re di Maiorca.
- Ferdinando di Maiorca (1278 – 1316), il cui figlio Giacomo III succedette a suo zio Sancho.
- Isabella di Maiorca (1280 – 1301), che sposò il politico e scrittore Giovanni Emanuele di Castiglia, nipote del re di Castiglia e León Ferdinando III e cugino del re di Castiglia e León Alfonso X.
- Sancia di Maiorca (1282 – 1345), che sposò nel 1304 Roberto d'Angiò
- Filippo di Maiorca (1288 – circa 1342), abate
Predecessore: | re di Maiorca | Successore: | |
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Giacomo I | 1276-1311 | Sancho I |
[modifica] Note
- ^ Secondo il cronista Raimondo Muntaner de bona gent de catalans
[modifica] Voci correlate
- Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica
- Elenco dei conti di Barcellona
- Elenco di monarchi aragonesi
- Elenco dei monarchi di Napoli e Sicilia
- Regno di Sicilia
- Regno di Napoli
- Corona d'Aragona
[modifica] Bibliografia
- Hilda Johnstone, Francia: gli ultimi capetingi in Storia del mondo medievale, vol. VI, 1999, pp. 569-607
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