Chrétien de Troyes
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Chrétien de Troyes (Troyes, ... – 1190) è stato uno scrittore francese.
[modifica] Biografia
Poco si sa della sua vita: fu probabilmente un chierico di grande cultura che visse presso le corti feudali di Maria di Champagne e in seguito di Filippo d'Alsazia conte di Fiandra.
Nel proemio del suo "Cligés" si legge che compose traduzioni dell'Ars amandi e probabilmente dei "Remedia amoris" di Ovidio, il poemetto "Banchetto della spalla", un'opera su Tristano ed Isotta e "La metamorfosi dell'upupa, della rondine e dell'usignolo" (tratto dalle "Metamorfosi" di Ovidio). Eccetto l'ultimo, di tutta questa produzione non è rimasto nulla. La fama del poeta si deve ai cinque romanzi che scrisse ispirandosi alle leggende bretoni: Erec et Enide, Cligès, Lancelot ou le chevalier de la charret, Yvain ou le chevalier au lion, Le Roman de Perceval ou le conte du Graal.
Egli fu il più grande interprete degli ideali cavallereschi di lealtà, prodezza, generosità nel mondo raffinato delle corti feudali dove una parte predominante avevano le figure femminili come quelle di Eleonora d'Aquitania e Maria di Champagne che fu la protettrice di Chrétien.
In questa società, sviluppatasi nella Francia settentrionale, ma che molto prese in fatto di suggestioni dalla letteratura occitanica del meridione, la materia amorosa ha un ruolo fondamentale. La donna viene esaltata come signora, l'amante come vassallo, l'amore come omaggio di devozione e mezzo per una elevazione spirituale.
L'amore non conosce ostacoli e il cavaliere, se occorre, deve saper vincere ogni ostacolo anche con il sacrificio della vita cogliendo l'occasione per potersi innalzare al di sopra di sé dando piena misura delle sue possibilità.
Mentre nella poesia epica come in quella espressa nelle chansons de geste, le azioni degli eroi sono ispirati da ideali elevati e particolarmente austeri(la religione, la patria, l'onore proprio e del proprio signore), nel caso del romanzo cortese il motore della vicenda è spesso la donna amata dall'eroe.
[modifica] Il Perceval
Il Perceval o racconto del graal o il conte del graal è un poema rimasto incompiuto a causa della morte di Chrétien de Troyes presso la corte di Filippo di Fiandra. È suddiviso in quattro parti. La prima e la terza raccontano le avventure del giovane gallese Perceval. Dapprima inesperto e digiuno del mestiere delle armi, diventa cavaliere di re Artù e compie numerose prodezze. Ha molti incontri con cavalieri che gli impartiscono lezioni sulla morale cortese e con altre figure non di minore importanza che lo aiutano a crescere sul piano spirituale. Mentre dapprima conosciamo un ragazzo Gallese inconsapevole del mondo esterno (a causa della eccessiva protettività di sua madre), lo scopriamo in un secondo tempo come il prototipo del perfetto cavaliere cortese, per poi vederlo superare tale condizione e assumere un ruolo di maggior levatura spirituale, divenendo simbolo di una rinnovata cavalleria non più soggetta ai limiti della precedente.
Seconda e quarta parte narrano invece delle prodezze di un altro cavaliere, Galvano. Egli rappresenta la vecchia cavalleria, condannata da Chrétien per la troppa attenzione alle apparanze, senza però un vero spessore di forza benefica. Un mondo decandente, come dimostra la situazione drammatica in cui si trova la corte di re Artù, che ha grosse contraddizioni e scarsa coscienza sociale. Galvano si rende infatti protagonista di grottesche scenette, avventure fini a se stesse e descritte con sottile ironia, e sonore sconfitte. La narrazione occupa ben 4000 versi del poema su un totale di 9000 segnando nettamente la contrapposizione tra due sezioni dell'opera, e di conseguenza tra i due cavalieri.
All'interno del testo l'autore gioca spesso con l'immaginazione del lettore, prendendo ben di rado posizioni esplicite, ma insinuando instancabilmente il dubbio su ciò che intende comunicarci. Il poema si compone di ottonari ed è in rima baciata. Chretien de Troyes si inserisce dopo la poetica cortese, portata dai trovatori della Francia meridionale all'incirca nel XII secolo, denunciandola e superandola. La ricerca del Graal da parte di Perceval non è una mera ricerca per ottenere la gloria, ma soprattutto un momento di crescita a beneficio del mondo intero. Il libro, infatti, è stato scritto per Filippo di Fiandra, tutore dell'erede al trono Filippo Augusto. Per Chrétien il proprio romanzo ha quindi l'ambizione di diventare il supporto per la formazione del nuovo Re di Francia.
Storia: Il giovane Perceval, dopo la morte del padre e dei fratelli, viene allevato dalla madre in una foresta, in perfetta solitudine, affinché ignori sempre la vita e i doveri della cavalleria. Un giorno egli, cresciuto in semplicità di spirito e purezza di cuore, incontra alcuni cavalieri e, rimasto affascinato dallo splendore delle loro armi, vuole raggiungere la corte di re Artù. Lasciata la madre, che dopo la sua partenza muore dal dolore, Perceval, vestito da boscaiolo, raggiunge la corte del leggendario sovrano. Qui, messosi in luce per coraggio e virtù, viene nominato cavaliere da re Artù prima, e successivamente dal signore Gornemant. La nipote di costui, Biancofiore, se ne innamora, ma Percaval, pur ricambiando, decide di partire per il desiderio di rivedere sua madre e accertarsi che stesse bene, in quanto per seguire il suo sogno di diventare cavaliere l'aveva lasciata svenuta al di là di un ponte. Nel viaggio scoprirà che essa era rimasta uccisa per la sofferenza di vederlo partire. Iniziano così le nuove avventure, durante le quali il giovane giunge al castello del Re Pescatore che reca su di sè un'inguaribile ferita: sino a quando essa non sarà rimarginata regneranno sulla sua terra tristezza e carestia. In una sala del maniero, durante una cena, appaiono in successione diversi oggetti, tra cui una lancia sanguinante (obiettivo della successiva ricerca di Galvano) e un graal, un piatto che al suo apparire sprigiona una grande luce. Ricordandosi le parole di Gornemant, il quale gli aveva consigliato di parlare e domandare il meno possibile, si risolve col non chiedere al Re Rescatore perché la lancia sanguinasse e a chi serviva il graal, pur provandone l'impulso. Questi oggetti, infatti, venivano portati in una stanza celata ai suoi occhi, all'interno della quale stava il padre del Re. La sua mancata domanda porterà disgrazia al Re Pescatore e alla sua terra, che per mezzo di quelle semplici domande avrebbe potuto essere risanata. Per questo motivo al suo risveglio tutto è sparito, nessuno a parte lui sembra essere presente nel castello, ed egli deve ricominciare le sue peregrinazioni. Durante una lunga serie di nuove avventure, egli dovrà rendersi degno di ritrovare il graal, ponendo rimedio al suo errore e salvando così la terra malata e il Re Pescatore. Incontra un eremita, fratello del re Pescatore, che lo confessa durante la Quaresima e rinnova i suoi sentimenti religiosi, che aveva perso durante il cammino.
Diversi autori hanno tentato di dare una risposta ai quesiti lasciati da Chrétien, che ha visto molti continuatori della sua opera, ma nessuno saprà mai realmente come sarebbe andata a finire la storia.
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