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Buti - Wikipedia

Buti

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Stub Comuni
Questa voce fa parte dei comuni della regione Toscana ancora da sviluppare: ampliala seguendo le linee guida del progetto Comuni.


Buti
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Buti]]
Buti - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Toscana
Provincia: stemmaPisa
Coordinate: 43°43′47″N 10°35′12″E / 43.72972, 10.58667
Altitudine: 85 m s.l.m.
Superficie: 23,08 km²
Abitanti:
5.722 2007
Densità: 248 ab./km²
Frazioni: Cascine di Buti 
Comuni contigui: Bientina, Calci, Capannori (LU), Vicopisano
CAP: 56032
Pref. tel: 0587
Codice ISTAT: 050002
Codice catasto: B303 
Nome abitanti: butesi 
Santo patrono:  
Giorno festivo: 11 settembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Buti è un comune di 5.722 abitanti (al 31.12.2007)della provincia di Pisa.

Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1068 come Buiti e deriva dal latino tardo bucita, "pascolo di buoi". Di probabile origine romana, il borgo di Buti è situato sulle pendici orientali del Monte Pisano, sulle rive del Rio Magno; il territorio del comune annovera tre centri abitati: Buti, La Croce e Cascine, collegati tra loro dalla strada provinciale che costeggia il Rio Magno.

Comune di Buti Piazza I. Danielli, 5 56032 Buti (PI) Tel. 0587 722511• Fax 0587 723784 http:// www.comune.buti.pi.it

Indice

[modifica] Come arrivare a Buti

In aereo: Aeroporto “Galileo Galilei” di Pisa. Proseguire in treno, in autobus o in auto.

In treno: Linea Pisa-Firenze, stazione di Cascina. Proseguire con il CPT extraurbano per Buti (vedi “In autobus”) oppure scendere a Pontedera e proseguire con il CLAP extraurbano per Lucca, linea Pontedera-Buti-Lucca.

In autobus: CPT extraurbano per Cascina. Al capolinea prendere il CPT extraurbano in direzione Buti (linea Cascina-Vicopisano-Bientina-Buti).

In auto: S.G.C. FI-PI-LI, uscita Cascina. Proseguire sulla strada provinciale Vicopisano-Buti oppure S.G.C. FI-PI.LI, uscita Pontedera. Proseguire sulla strada regionale 439 Pontedera-Lucca. Arrivati a Cascine di Buti prendere la provinciale 38 per Buti. Dall’autostrada, uscita Altopascio andare verso Bientina sulla strada provinciale Bientinese. Seguire indicazioni per Cascine di Buti, poi prendere la provinciale 38 per Buti.



[modifica] Storia

La prima attestazione scritta dell’esistenza del borgo riguarda l’edificazione di due chiese ed è dell’anno 841; nel secolo XI il territorio era già stato dotato di un potente sistema difensivo, al punto che ben otto castelli svettavano sulle cime dei monti della zona: il Castello di Panicale, Castell’Arso, il Castello di Farneta, il Castello di Santo Stefano in Cintoia, Castel di Nocco, Castel Tonini, Castel San Giorgio e il Castello di Sant’Agata. Alcuni di essi sono andati perduti nel corso dei secoli, altri sono sopravvissuti e si possono ancora visitare, come Castel di Nocco e Castel Tonini, che rappresentano a tutt’oggi piccoli borghi abitati. Buti fu uno dei borghi che partecipò alle accanite lotte fra i territori di Lucca, Pisa e Firenze, così che venne ad essere distrutto e ricostruito più di una volta. La particolare posizione geografica del Comune, il fatto cioè che sia quasi completamente circondato dai Monti Pisani, ha influenzato notevolmente l’economia butese. Un tempo borgo a carattere essenzialmente agricolo, basava la propria attività sulla produzione olearia, sulla raccolta di castagne e la lavorazione del legno; l’olivo e il castagno erano infatti le maggiori risorse della zona. Dal secolo XIX venne ad incrementarsi la produzione artigianale di ceste, gabbie e corbelli, mentre nel Novecento si sviluppò l’attività legata all’industria mobiliera. L’artigianato rimane ancora oggi la risorsa che caratterizza l’area di Buti; in particolare, con l’adesione alla “Strada dell’Olio: Monti Pisani” è valorizzato il forte contributo butese alla produzione olearia della zona, anche attraverso la messa a disposizione di due moderni frantoi che vengono utilizzati da diversi comuni della provincia.

[modifica] Butesi illustri

[modifica] Luoghi da visitare

Castel Tonini

Castel Tonini è la fortificazione che domina e proteggeva l’antico borgo di Buti, situato sulla riva destra del Rio Magno; è ancora presente la porta di accesso al paese, benché le mura che cingevano il nucleo storico siano oggi scomparse. Il castello, ha subito un importante restauro nei primi del 1900 quando sulla sua mole alta e massiccia, che conserva le caratteristiche dei fortilizi medievali, si sono stagliate eleganti bifore in stile gotico, traccia dell’ambizione estetica del committente. L’edificio, pur ben conservato, è di proprietà pubblica ma è a tutt’oggi impraticabile. Il borgo antico, che si sviluppa alle spalle di Castel Tonini, mantiene ancora numerose strade ed edifici che riportano all’antica atmosfera medievale, nonostante le inevitabili modifiche e ristrutturazioni subite nel corso del tempo.

Villa Medicea

Sita nel nucleo più antico del paese, nella via Marianini del Castel Tonini, la villa sorse per volere dei Medici nel secolo XVI sulle rovine di una preesistente fortezza edificata nel secolo XI; al di sotto della sopraelevazione cinquecentesca delle mura di cinta si scorge ancora la fortificazione medievale. Quella che divenne la Villa Medicea era inizialmente costituita da una torre e da un’abitazione dei capitani fiorentini; nel secolo XVII l’edificio venne ampliato dall’amministratore della fattoria medicea di Cascine, Pier Maria di Domenico Petracchi, e nel secolo successivo venne ceduto ad un acquirente, Giovanni Maria Berti. All’epoca, la villa constava, oltre che dell’edificio residenziale, di un orto, una chiesa, le scuderie ed un giardino. Fino alla fine del Settecento la villa mantenne le caratteristiche di villa padronale, preposta cioè all’amministrazione delle attività agricole. Dopo il passaggio ad un nuovo proprietario, Santi Banti, nella seconda metà del secolo XVIII, essa divenne, con il nome di “Villa Delizia”, una vera e propria abitazione di lusso: sono di questo periodo i famosi affreschi del Giarrè, artista che lavorò anche alla Certosa di Calci. La villa si sviluppa su tre piani ed una cantina nel piano interrato; sia il pian terreno che il piano nobile si articolano attorno ad un salone centrale sul quale si aprono diverse stanze riccamente affrescate. La soffitta, utilizzata un tempo per l’essiccazione di cereali e frutti, è scandita da tre arcate. Il giardino della villa si estende su tre terrazzamenti che corrispondono ai livelli della cantina, del primo e del secondo piano ed è ornato da fontane, statue ed aiuole. Nei pressi della villa esisteva un passaggio segreto che dovette servire a nascondere o a permettere la fuga delle personalità dell’epoca in caso di pericolo; tale passaggio è costituito da una grotta naturale che oggi non è più accessibile.

Castel di Nocco

Se da Buti si percorre la strada che conduce a Vicopisano, dopo un chilometro circa si incontra l’antico borgo fortificato di Castel di Nocco. Il castello prende il suo nome da Nocco Bonfigli, che nel secolo XIV si distinse nella difesa del piccolo borgo e venne edificato forse per sostituirsi alle due rocche che nel Medioevo controllavano la strada che collegava Buti a Vicopisano; Castel di Nocco faceva infatti parte di un più ampio sistema difensivo del territorio: era allineato a levante col castello di Sant’Agata, a ponente con la fortificazione situata alle pendici del Monte Roccali. Di tale fortificazione si vedono oggi solo resti costituiti da cumuli di pietre squadrate. Il paese ha mantenuto le caratteristiche di borgo medievale, anche se delle mura di cinta rimangono solo i sottostanti terrapieni in pietra, che mostrano la planimetria longitudinale dell’antico castello. Tra le rovine della sua chiesa medievale intitolata a San Michele Arcangelo, fu rinvenuta nel secolo XIX una lapide con la scritta Ara Cerasi, che fece supporre la presenza in antico di un tempio di Cerere, dea romana delle messi. Dell’antico edificio religioso sono ancora visibili i muri perimetrali in pietra che racchiudono gli altari laterali in pietra serena e la zona del presbiterio.

Panicale

La borgata di Panicale è situata sulle sponde del Rio Magno, percorrendo la strada che da Buti sale al Monte Serra. Nel paese, che conserva tracce evidenti della planimetria originaria, sono tuttora presenti gli antichi frantoi e i mulini ad acqua che caratterizzavano il piccolo abitato. Essi vennero costruiti in pietra verrucana; si vedono ancora le ruote che azionavano le mole, i canali che convogliavano l’acqua del torrente ed anche le arcate di accesso ai cortili.

Castello di Sant’Agata o di Monte d’Oro

Ubicato sulla cima del Monte d’Oro, è raggiungibile da un sentiero che parte dal paese di Castel di Nocco. La fortificazione, secondo alcuni di chiara origine longobarda, fu probabilmente distrutta nel secolo XII, durante le guerre fra Pisa e Lucca, ma si vedono ancora le rampe di accesso, sia sul lato a settentrione che su quello a sud, e il basamento delle due torri, delle quali una era probabilmente una torre-vedetta. La superficie interna del castello, a planimetria irregolare, è ormai occupata dagli ulivi, mentre ancora ben visibili sono le mura di cinta, costituite da un muraglione-terrapieno su cui in alcuni punti, nella parte sud-est della muratura, è conservato il cammino di ronda.

[modifica] Le Chiese

[modifica] Frazioni

Cascine di Buti

La località di Cascine di Buti era in tempi antichi sede di una fattoria appartenente ai granduchi di Toscana, ma degli edifici storici non resta traccia. Nella sua toponomastica si rinvengono però dettagli che fanno ricordare l’antica caratteristica del luogo di essere territorio di confine conteso tra le città di Pisa, Lucca e Firenze (es. Via della Dogana). Non rimane niente del Castellarso, antica fortificazione incendiata da Castruccio Castracani, si ha invece testimonianza di un edificio a pianta ottagonale, nel località chiamata La Risaia, presumibilmente un “brillatoio” per la lavorazione del riso al tempo del granduca Francesco I. Tale edificio potrebbe corrispondere a quello che si trova nel territorio sovrastante la Villa Tronchetti, oggi adibito a deposito dell’acquedotto comunale. Nell’Ottocento, durante il breve periodo di dominazione francese, la borgata ospitava un importante reparto della gendarmeria, che controllava la vasta area di territorio comprendente Buti, Bientina e Vicopisano. Nel Novecento la frazione è stata caratterizzata dall’istituzione di diverse cooperative artigianali e di consumo, come la Cooperativa dei Terrazzieri che si occupava della realizzazione dI opere di ingegneria naturale, o la Cooperativa Combattenti e Reduci che gestiva e organizzava il lavoro sociale nei campi.

La Croce

Nasce da un primo nucleo abitato la cui forma richiama quella di una nave; da qui prese nome la località come “il bastimento”. Successivamente ampliatasi fino ad un incrocio di strade iniziò ad esser denominata La Croce, perché lì si trovava un’immagine sacra. Ancora oggi è praticabile la cosiddetta Via dei Frati che collega la vicina località di Cintoia, dove insisteva un convento e il castello, fino al Castellarso, passando nei pressi di un’antica abbazia oggi inglobata nella proprietà privata della villa di Badia, al cui interno si trova una pregevole opera del Duprè.

[modifica] Aree protette

A.N.P.I.L. Stazione Relitta di Pino Laricio

L’Area protetta, istituita dall’autorità comunale di Buti nel 1997, è dal 1999 nell’elenco delle Aree Protette Regionali. Si estende per 124 ettari alle pendici orientali del Monte Pisano, delimitata a nord dal Monte Cucco e a sud dal rio Tanali. L’A.N.P.I.L. è stata istituita appositamente a tutela del biotopo di stazione relitta del Pinus laricio, specie di pino tra le più imponenti, che può raggiungere persino i 50 metri di altezza. Il pino laricio è una sottospecie del Pinus nigra ed è presente nell’area del Mediterraneo, ma solo in alcune zone quali i Monti Pisani, la Calabria, l’area dell’Etna in Sicilia e la Corsica. Il pino laricio si suddivide a sua volta in numerose sottospecie, delle quali quella presente nell’A.N.P.I.L. butese, riveste un altissimo valore biogeografico in quanto specie superstite di ere glaciali. Il particolare microclima della zona, fresco ed umido, ha permesso a tali esemplari di vivere e svilupparsi anche nelle epoche successive alle glaciazioni; alcuni esemplari si possono incontrare percorrendo un tratto scosceso dell’area e dopo un tragitto che dura all’incirca mezz’ora; altri quattro si trovano nei pressi di una tenuta privata. Gli esemplari di pino laricio crescono attorniati da una vegetazione costituita prevalentemente dal pino marittimo, dal castagno, dalla quercia, dall’alloro, dall’acacia e dal sorbo e tutta l’area riveste particolare importanza dal punto di vista botanico e naturalistico. La collaborazione tra i comuni di Bientina, Buti e Calcinaia con la Provincia di Pisa e la Regione Toscana ha permesso la creazione all’interno dell’A.N.P.I.L. il parco Didattico del Monte Cucco, nell’ambito del “Progetto Integrato di Area” dei comuni suddetti. Nell’area esiste un’antica cava di ardesia un tempo utilizzata per le coperture dei tetti, un bosco di pregio naturalistico e aree umide dove quasi certamente nidifica il merlo acquaiolo, ed è ipotizzata la presenza di varie specie di anfibi quali la salamandra pezzata, che rappresenta un interessante campione della fauna erpetologica. Il parco, visitabile su prenotazione, dispone di sette percorsi didattici realizzati dagli insegnanti delle scuole di infanzia, elementari e medie dei comuni degli Istituti comprensivi di Bientina, Buti, Calcinaia e Fornacette.

A.N.P.I.L. Serra Bassa

L’Area naturale Protetta di Interesse Locale Serra Bassa si estende per 400 ettari sul versante sud-orientale dei Monti Pisani e a nord-ovest del centro abitato di Buti, e comprende il versante orientale del Monte Cimone e quello occidentale del Monte Passatoio. L’abbondanza di acque sorgive e di fiumi permette di mantenere intatto un ambiente naturale ad elevato interesse sia faunistico che floristico. In effetti all’interno dell’area si trova il Sito n. 27 Monti Pisani, descritto nella direttiva “Habitat” (92/43/CEE) come sito di importanza comunitaria, oltre ad essere sito di importanza regionale in base all’Art. 1 L.R. n. 56 del 06/04/2000. La presenza di una vasta area boschiva ha consentito lo sviluppo di alcune specie di funghi quali il Calocybe leucocephala o la Russula chloroides. Le estese pinete di pino marittimo e boschi di sclerofille sempreverdi e caducifoglie, i castagneti, le conifere costituiscono l’affascinante paesaggio dell’area; da ricordare è inoltre la presenza della Listera ovata, della Orchis laxiflora e, tra le piante crittogame, della Spagnum ; tra le piante vascolari, di grande interesse sono le Drosere, indicate dallo IUCN nazionale come vulnerabili, particolarmente la Rhynchospora alba. Dal punto di vista faunistico è presente nell’A.N.P.I.L. una diversificata gamma di specie: la lucertola muraiola, la natrice dal collare, il colubro d’Esculapio, il biacco, le salamandre. Tra i mammiferi si contano il quercino e il moscardino, ma anche l’istrice, l’arvicola ed il pipistrello nano. Infine l’avifauna annovera tra le specie della zona il gheppio, il passero solitario e la tottavilla.

[modifica] Prodotti tipici

Olio extravergine di oliva di Buti

L’olio extravergine di Buti può fregiarsi della denominazione “TOSCANO” Indicazione Geografica Protetta (IGP), ed appartiene alla categoria degli oli soavi adatti per il condimento a crudo. L’Olio IGP deriva dalle cultivar Frantoio, Leccino e Moraiolo, che sono le prevalenti varietà di olivo coltivate in questa zona. Storicamente, la raccolta le olive avveniva quando erano a completa maturazione, oggi invece si inizia a raccogliere già dalla fine di ottobre quando il frutto entra nella fase di invaiatura e questo permette al prodotto di mantenere le proprie preziose caratteristiche il più a lungo possibile nel tempo. La raccolta viene effettuata manualmente utilizzando le reti poste sotto le piante secondo un sistema caratteristico utilizzato nell’area pisana “Monti Pisani”. L’estrazione viene operata nel rispetto della tradizione, con la frangitura eseguita a freddo ad una distanza temporale non superiore alle 24-36 ore dal momento della raccolta. La molitura avviene però tramite moderni frangitori meccanici, affinché il prodotto possa essere il più puro possibile, senza residui di alcun materiale. Ne risulta un olio a bassissima acidità (0,1%), dal colore verde tenue tendente al giallo oro, ha odore fruttato di oliva e un sapore delicato, accompagnato da sentore di mandorla dolce e di pomodoro. L’olio di Buti ha ottenuto riconoscimenti di prestigio nelle numerose manifestazioni in cui è stato presentato.

Altri prodotti:

L’elevato numero di ristoranti dimostra come il territorio del Comune di Buti possa offrire una varietà di prodotti alimentari tipici toscani. Caratteristica è la Minestra di Cavolo, i Maccheroni al Coniglio, la Trippa alla Butese, il Baccalà Dolce e Forte e i Fagioli alla Butese; nella categoria dei dolci annoveriamo la Torta di Riso, il Migliaccio (variante butese del castagnaccio) e la Bigia (polenta di farina di castagne).

[modifica] Buti e il teatro

Intitolato al poeta butese del secolo XIV, autore fra gli altri suoi lavori del primo commento sulla Divina Commedia, sorse nel 1842 ad opera di alcune agiate famiglie butesi riunitesi in associazione per favorire lo sviluppo culturale del paese. La struttura del teatro è quella cosiddetta “all’italiana”, con pianta a ferro di cavallo e due ordini di palchetti, oltre alla platea e naturalmente al palcoscenico. I palchetti erano di proprietà delle famiglie dell’aristocrazia del luogo, mentre i meno abbienti non avevano diritto ad entrare nell’edificio. Nel Novecento il teatro venne adibito a cinematografo, ma la struttura conobbe un momento di sostanziale decadenza, finché nei primi anni ’70 ne fu decretata la chiusura. Appena pochi anni dopo, però, vennero iniziati gli interventi di restauro da parte dell’Amministrazione Comunale, che nel 1987 restituì il teatro all’antico splendore. In pochi anni il teatro, ora della capienza di 220 posti, si segnalò come un importante centro di produzione e diffusione di attività culturali fra le più originali nel panorama italiano del settore. La politica intrapresa è volta sia alla conservazione delle tradizioni del teatro popolare, sia a promuovere forme di ricerca e sperimentazione. L’Associazione Teatro Buti, gestore del teatro, promuove ed organizza una stagione ricca di rassegne che si caratterizzano per la loro non omologabilità (come ad esempio il Festival “Piccoli Fuochi”).

Il Maggio di Buti

Nel contesto delle espressioni del teatro popolare il Maggio rappresenta una delle forme stilisticamente più nobili ed impegnative. In essa convivono elementi del repertorio folcloristico che si inseriscono e colorano l’estetica della tradizione letteraria colta, esercitando la propria influenza sia nella scelta dei temi e dei soggetti sia delle espressioni linguistiche. Il teatro del Maggio conosce la propria origine nel paese di Buti; un’ipotesi storica, non ancora avvalorata unanimamente, ritiene plausibile che l’influenza derivi dagli esempi di teatro greco che furono portati da alcuni frati cistercensi, provenienti dalla Magna Grecia e insediatesi sui Monti Pisani intorno alla fine del secolo XIII. L’esempio del teatro del Maggio di Buti è il più antico ed il più aderente all’origine medievale. La rappresentazione aveva luogo nella piazza o in una corte e gli attori non in scena sostavano tra il pubblico. Lo spettacolo teatrale aveva inizio con l’apparizione del “corriere” con una lunga bacchetta in mano, a simboleggiare, in estrema sintesi, il ramo fiorito del calendimaggio medievale. Posizionatosi al centro della scena cantava, rivolto al pubblico, il prologo ed un breve riassunto della storia, invitando i presenti a prestare attenzione. Il Maggio classico non prevedeva scenografie: uno sgabello su cui sieda un sovrano diventa la sala del trono con gli orpelli e gli arazzi creati dalla fantasia del pubblico partecipe; i cambiamenti di scena venivano annunciati con un cartello e a voce; i costumi non hanno nulla di realistico e sono spesso ricavati dagli oggetti più svariati ed appariscenti. Dal 1973 una rinnovata Compagnia del Maggio intitolata al poeta-pastore Pietro Frediani, fa conoscere nel mondo questa tradizione e si rinnova al suo interno annoverando diversi giovani tra le fila dei suoi attori. La Compagnia nel 1973, trasse forza e fiducia dall’esempio del regista cinematografico Paolo Benvenuti: egli ritrasse un gruppo di contadini butesi ridando vita alla rappresentazione popolare del Maggio drammatico, in cui si incontrano e fondono elementi del folclore narrativo ed aspetti dell’espressione letteraria colta, caratterizzando in modo unico ed autentico i soggetti e le espressioni linguistiche. Oggi la compagnia sviluppa una ricerca sulla tradizione del Maggio (sintetizzabile come l’arte del recitare cantando), mantenendo vivo l’interesse per un patrimonio culturale che sarebbe altrimenti destinato alla dimenticanza. Recente è il debutto di una nuova rappresentazione l’Orfeo e Euridice presso la Fondazione Royaumont di Parigi.

Centro Polivalente Ex Cinema Vittoria Cascine di Buti

Nel giugno del 2004 è stato riportato in attività il locale simbolo di Cascine di Buti che dalla fine degli anni 70 dormiva un sonno tormentato. Il Cinema Vittoria edificato per mano degli stessi cascinesi nel secondo dopoguerra, proprietà fin da allora della Cooperativa Combattenti e Reduci, ha rappresentato per molti anni una finestra sul mondo. La sala gremita ad ogni film di adulti, vecchi e bambini era il punto di contatto e comunicazione di una società che stava crescendo, si evolveva e cambiava insieme al cinema di quegli anni. Negli ultimi anni della sua attività è rimasto vivace con la proiezione di film a luci rosse, la cui visione vietata ai minori non ha impedito l’affollarsi della sala. Negli anni novanta, dopo oltre un decennio di porte chiuse, l’Amministrazione Comunale ha acquistato l’edificio, ma ci sono voluti altri dieci anni prima che si trovassero le risorse necessarie a far tornare il Cinema Vittoria all’antico splendore. Oggi è una sala polivalente dove oltre alla proiezione di pellicole trovano spazio attività teatrali e culturali di vario genere. La sala si presta per convegni e conferenze e semplici spettacoli teatrali spesso rivolti alle scuole, al piano superiore, nella vecchia “galleria” trova spazio una piccola biblioteca in allestimento e una sala riunioni per le iniziative delle varie associazioni. Il Centro è infatti gestito da una associazione di associazioni, Cascinemà, che si occupa di organizzare e coordinare le attività, tra cui anche interessanti corsi di formazione per adolescenti, dall’educazione alla musica alla tecnica del suono e delle luci.

[modifica] Artigianato

I cesti di Buti

La costruzione di cesti di differenti forme, utilizzati nelle epoche passate per il trasporto della pasta, del vasellame, degli asparagi e dei prodotti agricoli, è il risultato di un’antica lavorazione del castagno. La forma del fondo può essere di due tipi: rotonda o quadrangolare. Alla prima tipologia appartengono il corbello e la canestra, alla seconda la cesta. La produzione artigianale di cesti, tradizionale del Monte Pisano, è ancora oggi viva a Buti, ove si utilizzano tutte le antiche tecniche di intreccio. La lavorazione utilizza quale materia prima i piccoli tronchi dritti di castagno, chiamati “pedoni” o “polloni”, che vengono prelevati in prossimità delle radici. Dopo essere stati tagliati, vengono immersi in recipienti di acqua piovana affinché le fibre mantengano l’elasticità atta al processo di lavorazione. Segue la fase dell’immissione nei forni a legna che rendono il pedone pronto per la schiappatura, ossia la sua suddivisione in lamine sottili e flessibili di tre differenti tipi e utilizzi. I “vinchi” sono lamine lunghe, strette e flessibili; le “stecche” sono piuttosto corte, larghe e spesse; le “lungagne” sono lunghe e spesse. Queste ultime vanno a costituire la base del cesto e la trama verticale dell’intreccio a cui è aggiunta la trama orizzontale dei “vinchi”, con le tecniche di intreccio definite “incrociate”, “binarie” e “a graticcio”. In precedenza tutte la lamine sono state aggiustate o ridotte: basti considerare che tutti i vinchi presenti in un cesto hanno identica lunghezza. La costruzione del cesto inizia dal fondo a cui segue l’intreccio del tronco con le fasi dell’imponitura e vincatura. Infine, per fare la bocca del cesto si utilizza una gettata giovane di castagno piegata in forma circolare, detta “calocchia”, intorno alla quale vengono chiusi gli intrecci della rifinitura.

[modifica] Manifestazioni ed eventi

Nel mese di Settembre per 19 anni si è svolta la RASSEGNA D'ARTE "CITTA' DI BUTI" Direttore Artistico prof. Nicola Micieli organizzatori I PITTORI DEL "GRUPPO DI BUTI". Le circa 90 Opere acquisite di artisti oggi tutti storicizzati sono visibili all'interno del Palazzo Comunale negli orari d'ufficio.\ \LA VISITA E' GRATUITA

Carnevale Butese (per i più piccoli) Periodo di carnevale Ore 14,30 – 17,30 Centro storico

L’Associazione Carnevale Butese organizza le sfilate con maschere, carri allegorici e un trenino, il tutto accompagnato da musiche carnevalesche e dolci tipici come i “frati”. La partenza è prevista da Piazza Garibaldi. Lo scopo principale dell’evento è quello di coinvolgere i bambini delle scuole materne ed elementari del comune, non solo durante le sfilate ma soprattutto nella fase di preparazione dell’evento, facendo loro dipingere i pannelli del trenino o costruire maschere e pupazzi in cartapesta. La giornata conclusiva di Carnevale – il martedì pomeriggio – i bambini assistono al “Brucia Gigi”, il classico falò di uno dei pupazzi di cartapesta, e ad alcune “scenette” realizzate per l’occasione al cinema Roma.

Spettacolo del Cafè Chantal Carnevale - Giovedì Grasso Ore 22,00 Piazza Garibaldi

Tradizionale appuntamento con lo spettacolo satirico in vernacolo butese. I temi scelti per le rappresentazioni si riferiscono generalmente a situazioni locali o avvenimenti nazionali.

“Maschere in libertà” Ultimo giorno di carnevale Dalle ore 21,30 Centro storico

La serata, rivolta prevalentemente ai “bambini-grandi” che intendano salutare il Carnevale, è caratterizzata da sfilate di maschere singole o in gruppi accompagnate da musiche eseguite da un complessino. Vengono assegnati i premi alla maschera più bella ed al gruppo più numeroso.

Palio delle Contrade

Ogni anno a Buti la penultima Domenica di Gennaio si svolge il 'Palio delle Contrade. Il piatto tipico di questa festa è la squisita Trippa alla Butese.

Rappresentazione del Maggio “La Passione di Gesù” Domenica delle Palme Ore 21,00 Pieve di San Giovanni Battista

Il Maggio è un dramma popolare ispirato sia alla storia sacra che a quella profana, tutt’oggi rappresentato nel Comune di Buti in particolari occasioni. La rappresentazione sacra cantata in versi della Passione del Cristo è eseguita dalla Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” e si svolge presso la pieve romanica di San Giovanni Battista.

Palio di Sant’Antonio Abate La prima domenica dopo il 17 gennaio - Centro Storico - Percorso da Cascine di Buti a Buti

Il sabato mattina precedente alla corsa ha luogo la benedizione dei cavalli e nel pomeriggio la presentazione presso il Teatro F. Di Bartolo dei fantini e delle batterie; infine la sera la cena propiziatoria in tutte le contrade del paese. La domenica mattina è il momento del corteo storico (dalle 10,00 alle 12,00) a cui partecipano tutte le contrade, mentre la corsa inizia intorno alle 14,30 con percorso in salita (da Cascine a Buti), su cui viene stesa una miscela di tufo e rena. La partenza è data con il classico Canape comandato dal Mossiere. Il cavallo, il fantino e la contrada vincente vengono premiati con il “Cencio”. l’interno paese è coinvolto con la propria contrada d’appartenenza, sia nell’organizzazione della sfilate storiche che nel vero e proprio momento del palio.

Numerose sono le sagre di prodotti tipici del comune, alcune:

Sagra del Maccherone Ultima settimana di luglio Castel Tonini

La Sagra, organizzata dalla contrada San Rocco, ha luogo nei giorni 23, 24, 30 e 31 del mese di luglio. È la festa gastronomica del maccherone locale, preparato con pasta di sfoglia. Parallelamente si svolgono spettacoli di artisti di strada e giocolieri con l’allestimento di bancarelle varie.

Sagra della Castagna - Mostra Mercato (Terzo fine settimana di ottobre) Parco Danielli - Centro paese

La sagra si prefigge di mantenere viva la tradizione della lavorazione del castagno e la cultura della castagna e dei prodotti derivati con l’apertura degli stand gastronomici “Merenda dei nonni” e “Cena d’autunno”. Per tutto il paese è presente una mostra mercato dei prodotti agricoli artigianali, tra cui la lavorazione dei cesti ad opera dei corbellai, il mercatino d’antiquariato e collezionismo, musica ed animazioni varie.

Sagra del Ranocchio Ultima domenica di giugno – seconda domenica di luglio Cascine di Buti Campo sportivo

La tradizionale sagra gastronomica propone piatti a base di ranocchio. Sono organizzate manifestazioni collaterali quali la marcia podistica, il ballo liscio, l’esposizione di auto d’epoca. L’ingresso è libero, il ritorante con 500 posti è coperto, il parcheggio offre 300 posti auto, è previsto uno spazio ricreativo per i bambini.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Roberto Serafini (centrosinistra) dal 30/05/2006 (secondo mandato)
Centralino del comune: 0587 722511
Email del comune: disponibile non disponibile


[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Collegamenti esterni


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