Bistro
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Bistro | ||
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— Coordinate del colore — | ||
HEX | #3D2B1F | |
RGB | (r, g, b) | (61, 43, 31) |
CMYK | (c, m, y, k) | (100, 100, 100, 0) |
HSV | (h, s, v) | (24°, 49%, 24%) |
B: Normalizzato a [0–255] (byte) H: Normalizzato a [0–100] (cento) |
Il bistro (o fuliggine stemperata) è un pigmento usato in pittura, di tinta cromatica giallo-bruno, utilizzato sin dai tempi antichi nella pittura.
Si tratta di un pigmento organico, in origine preparato dagli artisti trattando della comune fuliggine con acqua e sostanze addensanti naturali. Dalla diluizione deriva la capacità coprente del pigmento, che può variare da molto leggera a mediamente coprente. Poiché può essere facilmente reso poco coprente, è stato molto apprezzato nella cosmesi, nelle opere ad acquarello o ad olio, mentre data la sua natura poco resistente non si presta all'uso in affresco o tempera.
La migliore qualità è ottenuta dalla combustione di legno di faggio, le cui ceneri sono macinate in grana molto sottile, stabilizzate con gomma arabica e destrina. È solubile con solventi aggressivi come la trementina o la nafta. Nell'ultimo secolo il bistro organico è stato sostitito dal bistro minerale. È stata una tecnica molto amata dal Guercino e da Rembrandt, e andata in disuso sulla fine del XIX secolo.
Oggi è sostituita in genere dal nero di seppia o dal bistro inorganico, idrato di manganese, che non vengono danneggiati dalla luce come il bistro organico. È usato principalmente nel restauro e nella creazione di stampe e volumi artigianali, oppure nell'arte per realizzare ombreggiature leggere in disegni a china o penna.
Il nome deriva dal francese bistre, a sua volta derivante da Bystra, fuliggine. La prima descrizione nota è opera di Jean Lebegue, nel suo Libri Colorum del 1431, dove viene chiamato caligo o fuligo. Si sa tuttavia che tinte simili al bistro erano usate sin dall'antico Egitto per il trucco cerimoniale, basate su ceneri e polveri di antimonio invece che sul comune legname.
Lebegue ne indica un processo produttivo: bollire e mettere in infusione fuliggini di faggio, quercia e betulla, filtrare il liquido ottenuto e diluire fino a ottenere la tinta desiderata. Solo in seguito si è cominciato ad aggiungere la gomma come legante e come additivo per aumentare la brillantezza. Inoltre, a seconda del legno utilizzato si possono ottenere sfumature dorate o giallastre, apprezzate nell'arte tardo-rinascimentale. A questo scopo si aggiungeva spesso del gesso polverizzato, principalmente rosso.
Oggi viene definito "bistro" anche la tinta ottenuta dalla sovrapposizione in stampa digitale di Ciano, Magenta e Giallo, ognuno nella percentuale del 100%.