Pittura a tempera
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La Pittura a tempera è una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con vari leganti tra cui tuorlo d'uovo ed acqua distillata. Non va confusa con la tecnica a guazzo.
I supporti sono preferibilmente cartoni compressi o tavole di legno stagionato opportunamente preparate con un imprimitura ottenuta con polvere di gesso di Meudon e colla. La preparazione assai accurata impegna sia la parte frontale che la parte posteriore, onde evitare deformazioni ed impanciature a causa della differente capacità di assorbimento dell'umidità delle due facce.
Un supporto compatto come la muratura ben intonacata e rasata è da secoli un valido supporto per il colore a tempera.
Pur non presentando la stabilità e la profondità di materiale colorato dell'affresco, ha il vantaggio, contrariamente ai colori ad olio, della stabilità delle tinte che resteranno sempre uguali a sé stesse variando solamente in maniera impercettibile dal momento della stesura alla piena asciugatura.
[modifica] Cenni sull'uso della tempera e sull'ambiguità di questo termine nella tradizione pittorica
Il termine tempera è un termine ambiguo: sostanzialmente si riferisce all'azione con cui il pittore 'stempera' o 'mestica' i pigmenti puri unendoli a un legante.
Nella tradizione pittorica occidentale, dal medioevo al XVIII secolo, questo legante non era identificato necessariamente con l'acqua, o meglio, l'acqua ne era solo uno degli elementi. Spesso alla ricetta di questo legante (medium) partecipava anche l'olio di lino o di noce, la cui presenza porta comunemente a definire una tecnica pittorica come 'pittura ad olio'. In realtà molte pitture antiche, come quelle fiamminghe, venete o fiorentine, che vengono definite ad olio sono tecniche miste, in cui i primi strati erano eseguiti con una sorta di tempera. Perciò il rosso d'uovo, nelle antiche stemperature, non aveva la mera funzione di legante ma, in virtù delle caratteristiche chimiche del tuorlo, anche quella di creare emulsioni di olio e acqua. In alcune antiche ricette, a formare i leganti (medium) per pittura, intervenivano oltre ad acqua e rosso d'uovo anche olii, essenze, resine, balsami e perfino cere.
Da ciò si evince che le odierne definizioni di tecniche a tempera o ad olio mal si attagliano a molte delle antiche produzioni artistiche. Spesso i pittori antichi (un esempio sono il Tintoretto o il Veronese), e in specie per opere di grande formato, eseguivano un primo abbozzo con una sorta di tempera oleosa (perciò non strettamente tempera) e in seguito proseguivano il dipinto su questo strato magro ingrassandolo con maggiori quantità di olii e di resine. Questa sorta di tecnica mista è stata ripresa anche in età moderna da quei pittori, come Giorgio De Chirico, che studiarono in profondità le antiche tradizioni pittoriche in tutti i loro risvolti tecnici. Molte opere di questo maestro sfuggono alle definizioni di tempera od olio ma sarebbero da chiamarsi, come molte opere antiche, con la definizione di tecnica mista.
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