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Andrea Pozzo - Wikipedia

Andrea Pozzo

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Chiesa di Sant'Ignazio a Roma: Apoteosi di Ignazio
Chiesa di Sant'Ignazio a Roma: Apoteosi di Ignazio
Chiesa dei Gesuiti a Vienna
Chiesa dei Gesuiti a Vienna

Andrea Pozzo (Trento30 novembre 1642 – Vienna31 agosto 1709) è stato un architetto, pittore, decoratore e teorico dell'arte italiano. Artista straordinariamente versatile, fu una figura significativa del tardo Barocco.

Indice

[modifica] Biografia

Viene nominato anche come Del Pozzo, Dal Pozzo e Pozzi: sembra falsa la notizia in base alla quale il suo cognome originario fosse il tedesco Brunner, poi italianizzato. Ricevuta nella stessa città natia una prima educazione, si sposta a Venezia, dove viene avviato alla pittura: pur non essendosi formato alla scuola di maestri conosciuti, ebbe modo di attingere alle fonti della migliore sensibilità artistica del tempo, ricevendo stimoli che rimarranno alla base della sua intera produzione artistica. La vita di questo artista è in perfetta linea con quella dei suoi contemporanei: intensa attività legata a numerosi e frequenti spostamenti che lo vedranno dapprima operante in diverse città del nord Italia, per poi passare a Roma ed infine approdare in Austria. Durante i suoi viaggi non mancò di lasciare il segno tangibile della sua presenza nelle città dove sostava: ne danno ancora testimonianza alcune opere custodite ad Arezzo, Montepulciano, Modena e Como, località che videro l'artista all'opera soltanto per periodi brevi e passeggeri.

Nel 1665 si sposta a Milano, dove, presso la chiesa di S. Fedele, entra nella Compagnia di Gesù, alle cui glorie celebrative sarà legata quasi l'intera sua produzione artistica: raggiunse soltanto il grado di coadiutore, in base al quale gli spetta il titolo di fratello e non quello di padre, che spesso gli viene ancora attribuito. Proprio a Milano ebbe modo di continuare a perfezionare la sua formazione artistica, lavorando come aiuto del Richini. Di qui si reca in Liguria: è attivo a Genova, nella chiesa di S. Ambrogio, dove realizza una Immacolata e S. Francesco Borgia, e poi nella Collegiata di Novi Ligure, dove troviamo una sua Predicazione di S. Francesco Saverio, e infine a Sanremo. Torna nuovamente a Milano, per recarsi, nel 1675, a Torino su invito della corte, per le decorazioni della chiesa gesuita dei Ss. Martiri; lo vediamo poi attivo a Mondovì nel 1676, impegnato ad affrescare la chiesa di S. Francesco Saverio, detta poi della Missione, lavoro che lo occuperà per due anni. Successivamente opera nella chiesa di S. Bartolomeo a Modena, affrescandone la volta del presbiterio e del coro. In questi lavori, soprattutto in quest’ultimo, è possibile gustare già tutti i presupposti della sua visione figurativa e prospettica, tutte le arditezze e stravaganze che caratterizzarono la sua copiosa produzione e che troveranno la massima espressione nel periodo romano. Nel 1681 viene chiamato a Roma dal generale della Congregazione, Gian Paolo Oliva, su suggerimento del celebre pittore Carlo Maratta, attivo in quel periodo nell'Urbe. Lo scopo della convocazione era legato al completamento degli affreschi del corridoio della Casa Professa, lavoro lasciato incompleto dal Borgognone. A Roma il nostro artista rimase quasi un ventennio, fino al 1702, ed ebbe modo di approfondire i suoi studi sulla prospettiva e perfezionare la sua tecnica pittorica, dando vita, grazie alla sua grande perizia e al suo estro, a veri e propri capolavori.

Certamente il lavoro che più lo impegnò – e lo ha consegnato ai posteri come elemento rappresentativo del Barocco romano – fu la realizzazione degli affreschi nel soffitto della navata della chiesa di San Ignazio, culmine della sua incessante ricerca prospettica e figurativa, espressione dell'ormai raggiunta maturità artistica: sul soffitto piatto della chiesa realizzò in pittura prospettica delle architetture illusorie che, dilatando il campo visivo, incorniciano l'icona più espressiva dello spirito missionario di due secoli di storia della famiglia Gesuita. Per la stessa chiesa progettò l'altare dedicato a San Luigi Gonzaga, mentre per la Chiesa del Gesù realizzò l'altare maggiore e quello dedicato al santo fondatore .I suoi capolavori romani hanno influenzato a lungo lo stile della decorazione interna delle chiese del tardo barocco nell'Europa cattolica. Appena prima dei lavori in S. Ignazio realizza gli affreschi nella chiesa del Gesù a Frascati, adoperando la tecnica, già sperimentata, della finzione pittorica, con finti altari e finte pale sugli stessi. Nel 1694 gli viene affidato il compito di affrescare il refettorio del convento del S. Cuore alla Trinità dei Monti: il soggetto centrale sarà la Gloria della Trinità con i Ss. Francesco, Paolo e Francesco di Sales.

Gli anni romani lo vedono impegnato anche a raccogliere il frutto dei suoi lunghi ed elaborati studi prospettici, che lo annoverano anche tra i migliori architetti del suo tempo. Famoso è il suo trattato Perspectiva pictorum et architectorum, scritto tra il 1693 e il 1698 e pubblicato in due volumi. Una versione italiana, Prospettiva de' pittori a architetti (Roma 1693, 1700) fu tradotta e pubblicata a Londra (1707) ed Augusta (1708, 1711). In questo trattato ha presentato le istruzioni per dipingere prospettive architettoniche ed insiemi di regola. Nello stesso trattato, dedicato a Leopoldo I d'Austria e corredato da 220 tavole incise dal Franceschini, si trovano anche due progetti per la facciata della basilica di San Giovanni in Laterano. Il lavoro fu uno dei primi manuali sulla prospettiva per artisti e architetti ed uscì in molte edizioni, anche nel diciannovesimo secolo; è stato tradotto dagli originali latino e dall'italiano in numerose lingue, quali francese, tedesco, inglese e, grazie ai Gesuiti, cinese.

Nel 1700 progetta la cattedrale (stolnica) di Lubiana dedicata a San Nicola. Su invito di Leopoldo I all'inizio del XVIII secolo si recò a Vienna, dove lavorò per il sovrano, la corte, il principe Johann Adam von Liechtenstein e vari ordini religiosi e chiese. Alcune delle sue mansioni erano decorative e di carattere occasionale (scenari per chiese o teatri) e presto furono distrutti. Nel 1703 dipinge la falsa cupola nella Chiesa dei Gesuiti. Il suo lavoro più significativo a Vienna è il monumentale affresco del soffitto del palazzo del Liechtenstein, un un trionfo di Ercole, che, secondo le fonti, fu molto ammirato dai contemporanei. Sono inoltre rimasti alcune dei suoi dipinti d'altare viennesi (Chiesa dei Gesuiti di Vienna). Le sue composizioni di dipinti d'altare e di affreschi illusori dei soffitti hanno avuto molti seguaci in Ungheria, Boemia, Moravia e perfino in Polonia.

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Bibliografia

  • E. FILIPPI, L'arte della prospettiva. L'opera e l'insegnamento di Andrea Pozzo e Ferdinando Bibiana in Piemonte, Olschki, 2002;
  • L. GIORGI, Antonio da Sangallo il Vecchio e Andrea Pozzo a Montepulciano. Il tempio della Madonna di S. Biagio e la Chiesa del Gesù, Le Balze, 1999;
  • H. IKEGAMI, Sviluppo sommerso. Peculiarità della teoria prospettica di Andrea Pozzo, CLUEB, 1998;
  • V. DE FEO – V. MARTINELLI (a cura di), Andrea Pozzo, Electa Mondadori, 1998.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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