Trasformazione galileiana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Indice |
[modifica] Posizione relativa
Consideriamo due osservatori qualsiasi, O1 e O2, che studiano il moto di un medesimo punto P. Essi determinano contemporaneamente la posizione di P e dell’altro osservatore, P1 e P1 - 2 per O1; P2 e P2 - 1 per O2. Naturalmente P1 - 2 = - P2 - 1.
La relazione fra le due misure sarà:
- P1 = P2 + P1 - 2
E quindi entrambi, utilizzando le proprie misure, sono in grado di calcolare che cosa ha misurato l’altro. Al limite, basta che uno dei due effettui le misure e le trasmetta all’altro per i suoi calcoli. Se gli osservatori determinano la posizione di P in tempi successivi allora sono in grado di determinare il vettore posizione di P in funzione del tempo, e quindi:
- P1(t) = P2(t) + P1 - 2(t)
[modifica] Velocità
Gli osservatori possono pure calcolare la velocità e l’accelerazione di P mentre si sposta lungo la sua traiettoria. L’osservatore O1 vede l’altro osservatore muoversi con velocità v, mentre O2 vede O1 muoversi con velocità -v. Entrambi determinano la posizione del punto P in tempi successivi t’ e t”.
Gli spostamenti misurati dai due osservatori nel medesimo intervallo di tempo sono diversi, quindi anche le velocità di P risultano diverse tuttavia i due osservatori possono convertire nel proprio sistema di riferimento le velocità misurate dall’altro osservatore, a patto di conoscere la velocità con la quale questo si muove.
In pratica si verifica la relazione:
- v1(t) = v2(t) + v1 - 2(t)
Tutto questo funziona soltanto se è possibile effettuare misure contemporanee.
[modifica] Accelerazione
Se i due osservatori sono in moto rettilineo uniforme l’uno rispetto all’altro si avrà:
- a1(t) = a2(t)
se, invece, si trovano in moto accelerato l’uno rispetto all’altro, le accelerazioni viste dai due sono allora diverse il che richiede una formula di conversione.
- a1(t) = a2(t) + a1 - 2(t)
[modifica] Trasformazioni
Consideriamo i due osservatori in moto relativo rettilineo uniforme uno rispetto all'altro.
I due osservatori sono stati disposti sul piano in maniera del tutto arbitraria. Per estendere tale situazione allo spazio tridimensionale conviene allineare gli osservatori facendo coincidere i piani definiti dai loro assi x e y ed allineando gli assi x nella direzione del moto. Questo è possibile perché lo spazio euclideo è omogeneo e isotropo quindi consente traslazioni lungo i tre assi e rotazioni sui tre piani coordinati.
Si vede immediatamente che le trasformazioni per passare da un osservatore all’altro sono:
dette trasformazioni galileiane. In pratica su una dimensione si aggiunge il moto uniforme. Per il secondo osservatore le trasformazioni diventano:
Si possono scrivere anche come prodotto di una matrice per un vettore in quanto sistemi di equazioni lineari:
Ciò conferma che le trasformazioni galileiane sono delle simmetrie di traslazione nello spazio.
[modifica] Voci correlate
- Portale Fisica: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Fisica