Timica
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Timica di Sparta (Sparta, ... – ...) è stata una filosofa greca attiva nel IV secolo a.C..
Timica originaria della Laconia fu la moglie di Millia di Crotone , ed insieme al marito fu un membro della scuola pitagorica.
Durante le varie campagne in Calabria di Dionigi I, il tiranno siracusano fece attaccare dai suoi soldati la Scuola Pitagorica. I pitagorici scapparono ma si fermarono nei pressi di un campo di fagioli, perché attraversarlo sarebbe stato un tabù, quindi decisero di combattere e furono uccisi. Timica, e il marito non era stato in grado di tenere il passo con gli altri, essendo sesto mese di gravidanza. I soldati li fecero prigionieri, e li portarono dal tiranno. Dionigi li interrogò per sapere i misteri ed i segreti della setta, ma si rifiutarono di rispondere. Allora il tiranno fece portare via Millia. Rimase con Timica e la fece torturare pensando che la sua debole natura di donna, soccombendo sotto i tormenti, che essendo donne e in gravidanza fosse più debole e rivelasse i segreti della setta. Invece la donna si staccò la lingua con un morso e la sputò in faccia al sovrano.
Timica è citata da Clemente Alessandrino nelle sue Stromata, da Giamblico nella Vita di Pitagora
[modifica] Curiosità
- Leena amica di Armodio e Aristogitone fu un altro personaggio della storia greca, compì lo stesso gesto di Timica, di strapparsi la lingua per non rivelare delle verità .
- La figura di Timica colpì Giacomo Leopardi che le dedicò un appunto nello Zibaldone. L'appunto, datato Recanati 16 novembre 1826, recita:
« Timica, donna Pitagorica, fatta tormentare da Dionigi tiranno di Siracusa, perché rivelasse i secreti o misteri della [4226]sua setta, si tagliò co' denti la lingua, e la sputò in faccia al tiranno. Giamblico, Vita di Pitagora, cap.31. Imitazione della storia di Leena amica di Armodio e Aristogitone, come osserva il Menagio, il quale vedi, Hist. Mulier. philosopharum, segm.94-98. E molte di siffatte narrazioni parallele si debbono interamente agli scrittori imitanti in altra materia le tradizioni e storie antiche ec. » | |
(Giacomo Leopardi, Zibaldone pagina 439)
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