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Sofia Carlotta di Baviera - Wikipedia

Sofia Carlotta di Baviera

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Sofia Carlotta di Baviera
Sofia Carlotta di Baviera

Sofia Carlotta di Wittelsbach (Monaco di Baviera1847 – Parigi4 maggio 1897) fu Duchessa in Baviera.

Indice

[modifica] Biografia

Era la penultima figlia di Massimiliano duca in Baviera e di Ludovica di Baviera. Era sorella minore dell'imperatrice d'Austria Elisabetta, della regina delle Due Sicilie Maria Sofia e di Matilde contessa di Trani.

[modifica] Infanzia e fidanzamenti

Visse un'infanzia felice e libera nel castello fiabesco di Possenhofen, residenza della famiglia ducale.

La sua bellezza era quasi pari quella della sorella imperatrice, per questo vantava numerosi pretendenti alla sua mano. Ella però aveva gusti difficili e si permise perfino di rifiutare la corte di Ludovico Vittore d'Asburgo-Lorena, fratello di Francesco Giuseppe d'Asburgo.

Anche il cugino Luigi II di Baviera iniziò a farle la corte: le mandava enormi mazzi di fiori e lettere e l'andava a trovare con il suo battello.

Sofia Carlotta suonava il piano e cantava molto bene; anche lei come il cugino adorava Wagner. I due vennero quindi fidanzati ufficialmente e sembrò vi siano subito le premesse per un matrimonio felice e vantaggioso per entrambi. Tuttavia in Luigi si fecero ben presto vedere i primi segni di quello squilibrio mentale che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. L'amore per Wagner divenne una infatuazione tale per cui molti sostennero che il re avesse inclinazioni omosessuali; inoltre cominciò a chiudersi in un mondo di fantasia e di sogni in cui Sofia era vista come "Elsa", un personaggio del Lohengrin, e non come un essere in carne ed ossa. Le fantasie del re diedero come frutto la costruzione di splendidi castelli fiabeschi.

Passava il tempo però e Luigi non si decideva a fissare una data per il matrimonio, né era intenzionato a farlo. Delusa dall'attesa, Sofia Carlotta si abbandonò all'infatuazione per il fotografo Edgar Hanfstaengl. Con l'aiuto della sua dama di compagnia, Sofia riusciva a incontrarsi segretamente con lui. La tresca non fu mai scoperta dal fidanzato.

Il 7 ottobre 1867 Luigi scrisse un'affettuosa lettera alla cugina per poter sciogliere il fidanzamento, non volendo comunque rinunciare ad un legame di amicizia con la parente a cui era più legato. Sofia Carlotta si sentì ferita nell'orgoglio ma da una parte ne fu contenta, in quanto avvertiva che un matrimonio con quell'uomo bizzarro sarebbe stato solo fonte di infelicità.

Quando Luigi II morì, Elisabetta disse che le era apparso in sogno annunicandole una morte violenta per lei e una tragica per la sorella Sofia Carlotta.

[modifica] Matrimonio

Messa da parte la delusione di non vedere la figlia sul trono di Baviera, Ludovica scelse un nuovo pretendente per Sofia: Fernando Filippo Maria duca d'Alencon, nipote del re "borghese" Luigi Filippo di Francia. Si fidanzarono il 24 giugno 1868 e tre mesi dopo avvenne a Possenhofen il matrimonio.

[modifica] La grave depressione

Il primo periodo di matrimonio venne felicemente trascorso nella Bushy-House, nei dintorni di Londra. Sofia era una esperta amazzone e si divertiva a cacciare. Tuttavia, quando arrivò l'autunno, la giovane sposa cadde in uno stato di profonda depressione. Non guarì neanche quando il 19 luglio 1869 diede alla luce la figlia Luisa Vittoria.

La coppia accettò allora l'invito del duca d'Aumale di soggiornare nel Palazzo d'Orleans a Palermo. Sofia sembrò riacquistare il buonumore. Purtroppo per lei, essendo i duchi d'Alencon appartenenti alla casa dei Borbone, il popolo siciliano non gradì la loro presenza.

La partenza improvvisa aggravò di nuovo lo stato mentale di Sofia. Si recarono allorà a Roma, ospiti di Maria Sofia. Successivamente soggiornarono a Merano, dove nacque l'atteso figlio maschio. Malgrado i tentativi del marito di farla soggiornare in posti il più possibile accoglienti, i continui viaggi crearono soltanto un peggioramento.

A 40 anni Sofia si innamorò del dottor Glaser di Graz, uomo sposato. Quando la moglie lo venne a sapere, i due fuggirono insieme a Merano ma vennero scoperti e divisi per sempre.

[modifica] Il ricovero in clinica

Sofia venne rinchiusa nella clinica per malattie nervose del famoso dottor Krafft-Ebing di Graz. Lì diagnosticarono che i suoi disturbi mentali fossero generati da una infezione dovuta alla scarlattina. In realtà, probabilmente, la malattia di Sofia era semplicemente una tara ereditaria, una predisposizione di cui soffrivano quasi tutti i suoi fratelli e altri parenti. I numerosi matrimoni consanguinei avevano certamente peggiorato la situazione.

[modifica] Suora laica e morte

Uscita dalla clinica, Sofia decise che si sarebbe dedicata a iniziative di carità. Entrò dunque nel terzo ordine delle domenicane con il nome di Suor Maria Maddalena. Si accostò alla religione con grande fervore.

Dal 3 al 6 maggio 1897 si svolse a Parigi una fiera di beneficenza organizzata dalle domenicane. La duchessa aveva scelto un edificio industriale che ben si adattava all'allestimento degli stand. Erano stati invitati anche i fratelli Lumiere, il cui materiale usato per le pellicole era altamente infiammabile. Dal nulla infatti iniziarono a divampare le fiamme. Sofia Carlotta, mentre tutti scappavano presi dal panico, si preoccupò invece di salvare le ragazze che erano con lei dietro il bancone. Soltanto quando ebbe salvata l'ultima, decise di correre via. Ma le fiamme furono più veloci di lei.

Tra i tanti morti carbonizzati, fu difficilissimo poter riconoscere la duchessa, che fu identificata solo grazie alla dentatura. Secondo la cameriera però il teschio non apparteneva alla sua padrona. Venne comunque celebrato subito il funerale e le spoglie deposte presso il castello di Dreux.

Il duca d'Alencon sarebbe sopravvissuto tredici anni alla moglie. Morì in Inghilterra, nei pressi di Wimbledon.

[modifica] Discendenza

Sofia Carlotta e Ferdinando ebbero due figli:

  • Luisa d'Orleans (1869–1952), che sposò il principe Alfonso di Baviera (1862–1933);
  • Emmanuele (1872–1931), duca di Vendome, che sposò la Principessa Enrichetta del Belgio.

[modifica] Bibliografia

  • Erika Bestenreiner. L'imperatrice Sissi. Milano, Mondadori, 2003. ISBN 88-04-51248-2
  • Altre notizie sono state prese dalla corrispondente voce nella Wikipedia in lingua inglese.

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