Sergej Donatovič Dovlatov
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Sergej Donatovič Dovlatov (in russo Серге́й Дона́тович Довла́тов (Мечик)) (Ufa, 3 settembre 1941 – New York, 24 agosto 1990) è stato un giornalista e scrittore russo. La madre Nora (Нора Сергеевна Довлатова, 1908—1999), di origine armena, era una correttrice di testi letterari, il padre Donat I. Mečik (Донат Исаакович Мечик, 1909—1995), di origine ebraica, regista teatrale. La sua famiglia venne evacuata durante la Seconda Guerra Mondiale da Leningrado a Ufa, dove lo scrittore nacque.
Dopo il 1945 visse con la famiglia a Leningrado. Qui studiò presso il Dipartimento di lingua finlandese presso la Facoltà di Linguistica dell'Università Statale di Leningrado. Frequentò i poeti Evgenij Borisovič Rejn (Евгений Борисович Рейн), Anatolij Genrichovič Najman (Анатолий Генрихович Найман), Josif Aleksandrovič Brodskij (Иосиф Александрович Бродский) e lo scrittore Sergej Vol'f (Сергей Вольф). Fuoricorso, abbandonò l'università dopo due anni e mezzo. In seguito venne arruolato nell'esercito e fece servizio per tre anni come guardia di una prigione militare nella Repubblica di Komi (esperienza che descriverà nell'opera Regime speciale).
Successivamente si guadagnò da vivere come giornalista in diversi giornali e riviste a Leningrado; negli anni 1972-75 visse in Estonia e lavorò come corrispondente del giornale "Sovetskaja Ėstonija" (Советская Эстония) e "Večernij Tallin" (Вечерний Таллин). Integrava il suo stipendio come guida estiva nella Riserva di Puškin, un museo vicino a Pskov (di cui parlò nel romanzo a sfondo autobiografico Il Parco di Puškin). Nel 1975 tornò a Leningrado, e scrisse per il giornale "Kostër" (Костёр).
Dovlatov scrisse letteratura in prosa, ma i suoi numerosi tentativi di pubblicare in Unione Sovietica furono vani. L'edizione del suo primo libro venne distrutta dal KGB. Nel 1976 alcune storie di Dovlatov vennero pubblicate in alcune riviste occidentali in lingua russa, inclusa "Kontinent" (Континент), "Vremja i my" (Время и мы): questo fatto provocò la sua espulsione dall'Unione dei Giornalisti dell'URSS.
Nel 1978 con la madre Nora emigrò prima a Vienna, e nel 1979 negli Stati Uniti, a New York, dove raggiunse la moglie Elena e la figlia. Qui collaborò a "Novyj amerikanec/The New American" (Новый американец), un giornale di emigranti ebrei in lingua russa, di ispirazione liberal. Nella metà degli anni '80 Dovlatov finalmente raggiunse un riconoscimento come scrittore, dopo la pubblicazione nella prestigiosa rivista "The New Yorker".
Morì il 24 agosto 1990 a New York, e venne sepolto al cimitero Mount Hebron.
Sergej Dovlatov pubblicò dodici libri negli USA e in Europa durante i suoi dodici anni da emigrato. In Unione Sovietica lo scrittore divenne noto grazie alla diffusione di copie clandestine, dette "samizdat" (самиздат), e Radio Liberty. Dopo la sua morte e il dissolvimento dell'Unione Sovietica, numerose raccolte di storie brevi vennero pubblicate in Russia, rendendolo uno dei più amati scrittori russi della seconda metà del ventesimo secolo.
Tra le sue opere, in Italia pubblicate da Sellerio: Компромисс (Compromesso), racconti sulla sua attività di giornalistà in Unione Sovietica, Зона (Regime speciale), che narra la sua esperienza da "secondino" nel campo militare di detenzione, Марш одиноких (La marcia dei solitari), raccolta di articoli pubblicati su giornale "The New American", Чемодан (La valigia), racconti autobiografici che nascono dai ricordi evocati dagli oggetti presenti nella sua valigia di emigrante.
[modifica] Bibliografia
- 1980
- Соло на ундервуде
- 1981
- Компромисс (Compromesso)
- 1982
- Зона (Regime speciale)
- 1983
- Заповедник (Il Parco di Puškin)
- Наши (Noialtri)
- 1984
- Марш одиноких (La marcia dei solitari)
- 1985
- Ремесло
- 1986
- Чемодан (La valigia)
- Иностранка (Straniera)
- 1990
- Филиал