Sapere aude
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Sapere aude! (lett. "abbi il coraggio di essere saggio!") è un'esortazione latina, la cui attestazione più antica è rintracciabile in Orazio (Epistole 1, 2). Nella lettera, destinata all'amico Massimo Lollio, il poeta offre una serie di consigli, tutti improntati alla filosofia dell'aurea mediocritas. Tra questi è anche l'invito a "risolversi a essere saggio" (v. 40), dedicandosi agli studi e alle occupazioni oneste.
L'espressione è diventata famosa grazie al filosofo tedesco Immanuel Kant, che ne fa il motto dell'Illuminismo e condensa in essa il messaggio di quel processo storico-filosofico.
Nel suo scritto del 1784, «Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?»,[1] infatti, egli dà una definizione ormai celeberrima: "L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a sé stessa è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo". (La traduzione è quella ormai canonica contenuta in "I. Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo?, in Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto di Immanuel Kant, a cura di N. Bobbio, L. Firpo e V. Mathieu, Torino, UTET, 1965, p. 141)
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