Sagrestia Nuova
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La Sagrestia Nuova nella Basilica di San Lorenzo di Firenze, è uno dei capolavori di Michelangelo come architetto e come scultore. Oggi fa parte del complesso museale delle Cappelle Medicee.
Indice |
[modifica] Storia
Nel primo Cinquecento i Medici, con la salita al soglio pontificio di papa Leone X riuscirono ad ottenere i primi titoli nobiliari, tappa fondamentale dell'ascesa della famiglia, fino ad allora soltanto borgese seppur incredibilmente ricca e raffinata. I due parenti del papa, Giuliano (suo fratello) e Lorenzo (suo nipote) diventarono infatti duchi, il primo per i servigi resi al Re di Francia (da qui il titolo Duca di Nemours), il secondo per la guerra vittoriosa (anche se da molti giudicata irresponsabile) contro i Montefeltro di Urbino, per questo Duca di Urbino.
Entrambi i nobili rampolli di famiglia morirono in giovane età, sulla trentina, ed il Papa, su suggerimento del cardinale Giulio de' Medici, futuro Clemente VII, desiderò realizzare per loro e per gli altri componenti della famiglia, un sepolcro degno del loro status, affidando il compito all'artista più celebre del periodo, Michelangelo. I lavori iniziarono nel 1521 e furono interrotti nel 1527 per la cacciata dei Medici e la restaurazione repubblicana, per essere infine ripresi nel 1530, quando Michelangelo, dopo essersi schierato pubblicamente per la Repubblica Fiorentina contro i suoi committenti Medici, fu riaccolto sotto l'ala protettiva della famiglia a condizione di mettersi al loro servizio, prima di tutto terminando i progetti in San Lorenzo. Fu terminata nel 1534, quando Michelangelo partì definitivamente per Roma, lasciando incompiute le sepolture per Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano de' Medici.
[modifica] Profilo architettonico
Nata in mezzo ad avvenimenti tanto tumultuosi, la Sacrestia Nuova è un’opera molto innovativa. Partendo dalla stessa pianta della Sacrestia di Brunelleschi, Michelangelo divise lo spazio in forme più complesse, trattando le pareti con piani a livelli diversi in piena libertà. Su di esse ritagliò elementi classici come archi, pilastri, balaustre e cornici disposti però in figure e schemi completamente nuovi e armoniosi. Anche la cupola molto tondeggiante è una novità e in molti oggi vedono un’anticipazione della cupola di San Pietro che fu progettata dal Buonarroti in tarda età, 30 anni dopo la Sacrestia. Originariamente Michelangelo aveva progettato un monumento isolato al centro della sala ma, in seguito a discussioni con i committenti, lo cambiò prevedendo di collocare le tombe dei Capitani (i due Duchi) addossate al centro delle pareti laterali, mentre quelle dei Magnifici (Lorenzo e Giuliano), addossate entrambe alla parete di fondo davanti all'altare.
[modifica] Le sculture
Incassati nelle due pareti laterali si trovano i sepolcri monumentali dedicati a Giuliano Duca di Nemours e suo nipote Lorenzo Duca d’Urbino, più o meno coetanei di Michelangelo. Inizialmente dovevano essere scoplite fino a 5 sculture per tomba, ma poi si ridussero a tre. Per i monumenti funebri posti ai due lati della cappella Michelangelo creò le Allegorie del Tempo, un tema legato alla memoria, che simboleggia il trionfo della famiglia dei Medici sul trascorrere del tempo. Le quattro Allegorie sono adagiate sopra i sepolcri, ai piedi dei duchi. La linea ellittica sulla quale si appoggiano è un’invenzione michelangiolesca che anticipa le curve del barocco, come nello scalone della Biblioteca Medicea Laurenziana e nelle campate del Ponte Santa Trinita. Per la tomba di Giuliano de’ Medici scelse le il Giorno e la Notte; per quella di Lorenzo il Crepuscolo e l’Aurora.
Queste sculture sono tutte caratterizzate da allungamenti e torsioni, e sono state volutamente lasciate incomplete in alcune parti in modo che ognuno possa interpretarle a suo modo. Sono particolarmente belle la posizione emblematica del Giorno, girato di schiena che mostra solo l’espressione misteriosa degli occhi in un volto appena sbozzato, oppure il corpo della Notte che rappresenta perfettamente l'abbandono durante il sonno. L'Aurora poi sembra colta nell'atto di svegliarsi e di accorgersi, con dolore, che gli occhi di Lorenzo sono chiusi per sempre. Le figure femminili, come accade anche negli affreschi delle volte della Cappella Sistina a Roma, hanno tratti mascolini, come le spalle grandi o i fianchi muscolosi: il corpo maschile in movimento è infatti il soggetto ricorrente di tutta la produzione di Michelangelo, anche quando si tratta di raffigurare delle donne.
Per quanto riguarda i ritratti dei duchi Michelangelo li scolpì seduti in due nicchie sopra i rispettivi sepolcri, uno di fronte all’altro, vestiti entrambi come condottieri romani. Queste sculture, curate nei minimi dettagli, sono idealizzate e non riproducono le fattezze reali, ma hanno comunque un forte carattere psicologico (Giuliano seduto in fiera postura con il bastone del comando è più altero e deciso, mentre Lorenzo, in posa pensierosa, è più malinconico e meditativo). una tradizione popolare racconta che qualcuno mosse critiche circa la poca somiglianza del ritratto con le vere fattezze di Giuliano, Michelangelo, conscio che la sua opera si sarebbe tramandata nei tempi, rispose che di lì a 10 secoli nessuno se ne sarebbe potuto accorgere.
Entrambe le statue guardano verso il centro della cappella dove Michelangelo realizzò e pose una Madonna con gesù in grembo. Volgendo il loro sguardo alla rappresentazione sacra i duchi esprimono le inclinazioni religiose dell’artista, secondo il quale, quando le glorie terrene passano, solo la spiritualità e la religione riescono a dare sollievo alle inquietudini degli uomini. Accanto alla Madonna sono presenti i due santi protettori della famiglia Medici, i Santi Cosma e Damiano: a destra Cosma, eseguito dal Montorsoli (1537) e a sinistra Damiano, di Raffaele da Montelupo (1531).
Sotto l’altare sono sepolti anche Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano de' Medici, per i quali non ci fu mai il tempo per costruire una sepoltura monumentale.
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