Rinnovamento Meiji
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Il Rinnovamento Meiji, altrimenti detto Rivoluzione o Restaurazione Meiji, fu un radicale cambiamento nella struttura sociale e politica del Giappone. Accadde tra il 1866 e il 1869, tra la fine del periodo Edo (anche detto il tardo shogunato Tokugawa) e l'inizio dell' era Meiji. Il più importante resoconto di prima mano degli eventi del 1862 - 69 redatto da uno straniero è, probabilmente, quello di un diplomatico inglese, Sir Ernest Satow.
La formazione della alleanza Satcho nel 1866 tra Saigō Takamori, del feudo di Satsuma, e Kido Kōin, del feudo di Chōshū, segna l'inizio del rinnovamento Meiji. Questa allenza si fece sostenitrice della causa imperiale contro lo Shogunato Tokugawa (bakufu) allora regnante.
Il bakufu Tokugawa ebbe ufficialmente fine il 9 novembre 1867, quando il quindicesimo shogun Tokugawa Yoshinobu "mise i propri poteri nelle mani dell'imperatore"[1] e abdicò alla propria carica 10 giorni più tardi. Era l'effettiva restituzione del potere al sovrano, sebbene Yoshinobu mantenesse ampi poteri.
Poco dopo, nel gennaio 1868, cominciò la guerra Boshin (Guerra dell'anno del drago) con la battaglia di Toba Fushimi, in cui un esercito comandato da Chōshū e Satsuma sconfisse l'ex shogun, costringendo l'imperatore a spogliarlo di ogni potere. Le sue truppe scapparono a Hokkaido, dove tentarono di fondare la Repubblica di Ezo. Il tentativo ebbe breve vita: nel Maggio 1869 l'assedio di Hakodate, Hokkaido, ne determinò la fine. La sconfitta delle truppe dello shogunato (comandate da Hijikata Toshizō) fu l'atto finale che diede inizio all'era Meiji, ogni resistenza all'imperatore era debellata.
I capi del rinnovamento Meiji dichiaravano di aver agito soltanto nell'interesse del potere imperiale. Questo non era del tutto vero. Il potere passò dallo shogunato Tokugawa a una nuova oligarchia formata da nobili della corte imperiale e da esponenti dei feudi che avevano sostenuto il rinnovamento, in particolare provenienti da Satsuma (Ōkubo Toshimichi e Saigō Takamori) e di Chōshū (Hirobumi Ito, Aritomo Yamagata, e Kido Kōin), ma anche da Hizen e da Tosa; gli uomini appartenenti a questa ristretta cerchia, successivamente ribattezzati con il termine genro, indirizzarono la loro politica di governo puntando all'emancipazione del Giappone dalle potenze occidentali e alla creazione di un ordine nuovo che, soprattutto grazie all'apporto di Ito, culminerà con l'adozione della Costituzione Meiji, la prima costituzione intesa in senso moderno in Asia.
[modifica] I leader
Questo è l'elenco dei leader del movimento quando l'imperatore riprese il potere grazie all'apporto dello shogunato Tokugawa, alcuni di essi ricoprirono in seguito alte cariche dello Stato tra le quali quella di Primo Ministro del Giappone.
- Okubo Toshimichi (1830–1878)
- Kido Takayoshi (1833–1877)
- Saigō Takamori (1827–1877)
- Iwakura Tomomi (1825–1883)
- Ito Hirobumi (1841–1909)
- Kuroda Kiyotaka (1840–1900)
- Matsukata Masayoshi (1835–1924)
- Oyama Iwao (1842–1916)
- Saigō Tsugumichi (1843–1902)
- Aritomo Yamagata (1838–1922)
- Inoue Kaoru (1835–1915)
- Saionji Kinmochi (1849–1940)
[modifica] Gli effetti
Il rinnovamento Meiji fu il movimento che catalizzò il Giappone verso la sua industrializzazione e che portò la nazione ad assurgere a potenza militare dal 1905 al motto di Ricchezza Nazionale e Forza Militare (fukoku kyohei, letteralmente paese ricco, esercito forte).
[modifica] Note
- ^ Beasley, 52
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