Rifeo
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Rifeo, compagno di Enea, è un personaggio della guerra di Troia: egli non compare nella mitologia greca ma in una rapidissima menzione dell'Eneide, e verrà ripreso poi anche nella Divina Commedia.
[modifica] Nell'Eneide
Nell'Eneide di Publio Virgilio Marone il personaggio viene nominato di sfuggita nel canto II, durante la caduta di Troia, prima al verso 339 tra i compagni di Enea che prendono le armi, poi ai versi 426 sgg.:
« [...] cadit et Rhipeus, iustissimus unus qui fuit in Teucris et seruantissimus aequi |
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(vv. 426-428)
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(cade anche Rifeo, il più giusto / che ci fu tra i teucri e il più osservante dell'equità / (altro pare agli dei))
[modifica] Nella Divina Commedia
Questo accenno indusse Dante Alighieri a riprendere il personaggio e a collocarlo nel cielo di Giove, in Paradiso, tra le anime dei giusti nel canto XX del Paradiso, forse come esempio di oscuro eroe, «simbolo esemplare dei modi misteriosi e imprevedibili con cui la Grazia opera nella scelta dei suoi eletti» (Natalino Sapegno): Rifeo infatti non solo è un personaggio minore, benché "il più giusto di tutti", ma dovrebbe anche essere pagano; Dante invece lo prende a modello dell'imperscrutabile misericordia divina, che permise all'eroe, proprio per le sue virtù, di essere illuminato dalla Grazia e di vedere la futura Redenzione, facendosi cristiano.
Per approfondire, vedi la voce Paradiso - Canto ventesimo. |
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