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Renato Casarotto - Wikipedia

Renato Casarotto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Renato Casarotto (Arcugnano1948 – K216 luglio 1986) è stato un alpinista italiano.

Alpinista vicentino tra i più forti del filone classico, alpinista completo e collaudato con l’arrampicata invernale, amò la ricerca e l’esplorazione. Era metodico, posato, timido ma animato da un inesauribile fuoco interiore. Dotato di resistenza, pazienza e costanza straordinarie.

Renato Casarotto si era innamorato dell’alpinismo durante il servizio militare nel Cadore, quando nel 1968 aveva frequentato un corso di roccia.
Con all’attivo notevoli imprese sulle Dolomiti Orientali, amò le ascensioni in solitaria.

Le sue imprese (Alpi, Ande, Alaska, Karakorum) furono costellate di successi: dalla cima della Busazza nelle Dolomiti, alle lunghe risalite e concatenamenti sul Monte Bianco in solitaria e d’inverno; poi il McKinley, negli Stati Uniti, il Fitz-Roy in Patagonia; l’Huascaran in Perù; il Broad Peak, sempre da solo, dove per evitare il congelamento passò la notte in piedi a 7500 metri di quota.

« Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male. »
(Renato Casarotto)
« Raccontare, parlare, è molto difficile. È sempre duro arrivare così vicino all'essenza della vita e poi, dopo, ritornare indietro e sentirsi imprigionati nelle strettoie del linguaggio, completamente inadeguato a tradurre in simboli i concetti e la totalità dell'esperienza vissuta. Un'esperienza lunga e sofferta che mi ha permesso di capire una verità fondamentale: alla base di tutto, di ogni azione che l'uomo compie, deve esserci sempre l'Amore. »
(Renato Casarotto, Oltre i venti del nord)

Casarotto era il contrario di Messner ed ebbe la sfortuna di emergere proprio quando la stella di Reinhold brillava in cima al cielo. Mentre Messner entra in una spirale di notorietà che lo avrebbe portato sulle vette più alte della terra ricercato dagli sponsor e dai media, Casarotto si dedica a un alpinismo sempre più personale e impopolare.

Muore in un crepaccio al termine di un tentativo di scalata dello sperone sud-ovest del K2, la mitica Magic Line.

Indice

[modifica] La vita e le imprese

Nel 1973 conosce Goretta Traverso – non viene dal mondo di montagna ma è comunque una ragazza “tutto pepe” – e due anni dopo si sposano. Sarà la compagna di sempre, che lo seguirà in tutte le sue trasferte.

Nel 1974 sulla parete est della IV Pala di San Lucano apre la via Casarotto-Radin insieme a Piero Radin.

Nel 1975 sale in Civetta la via Andrich-Faè in prima solitaria invernale.

Nel 1977, traccia in solitaria via sulla Parete nord dello Huascaràn dopo 17 giorni di arrampicata, assistito soltanto dalla moglie Goretta al campo base.

Nel 1978 tenta e fallisce (al seguito della Spedizione Messner) la Magic Line (sperone sud-ovest) del K2 e il Makalu nella stagione invernale.

Sempre nel 1978, in California, sale in solitaria la storica via di Yvon Chouinard sulla parete sud del monte Watkins.

Nel 1979 in Patagonia sale in solitaria il pilastro nord del Fitz Roy: una prua di granito alta 1500 m e dedica il pilastro a Goretta, che lo aspettava alla base come sempre.

Nel 1982 realizza la trilogia del Freney. Senza contatti con la valle e senza depositi di viveri intermedi, per quanto non avesse mai percorso prima quelle vie, sale in successione la parete ovest dell’Aiguille Noire de Peutèrey per la via Ratti-Vitali, il pilastro del Pic Guglielmina per la via Gervasutti-Boccalatte e il pilone centrale per la via Whillans-Bonington. Dopo due interminabili settimane (tra il 1° e il 15 febbraio), riusce a forzare l’uscita dal Pilone mentre infuria una tormenta di neve.

Tra il 30 dicembre 1982 e il 9 gennaio 1983 sale in solitaria la parete nord del Piccolo Mangart di Cortenza, nelle Alpi Giulie. Via già aperta dal triestino Cozzolino, considerato dallo stesso Messner, un precursore del settimo grado.

Nell'aprile 1984 scala il McKinley per la cresta sud-est (soprannominata The ridge of no return), facendosi strada in un labirinto di cornici infernali pronti a crollare ad ogni istante.

Nel 1985, in prima invernale solitaria, ripete la via Gervasutti sulla parete est delle Grand Jorasses.

Considerato un grande maestro della stagione fredda, vince pareti incrostate di ghiaccio in progressioni rischiose ed esasperanti.

[modifica] La morte

Nel 1986 è al K2 nel tentativo di risolvere per la terza volta l’ambitissimo problema himalayano: la Magic Line. Ma a soli 300 metri dalla vetta preferisce prudentemente rinunciare a causa di un cambiamento delle condizioni atmosferiche. In discesa, ormai al sicuro dalle maggiori difficoltà tecniche, per il cedimento di un ponte di neve cade in un crepaccio profondo 40 m, a soli 20 minuti dal campo base. Riesce a dare l’allarme via radio e viene raggiunto dagli italiani del gruppo di Quota 8000, che ne seguivano la discesa da lontano col binocolo e lo avevano visto scomparire nel crepaccio. È ancora vivo ma ferito gravemente. La notte trascorrre febbrilmente, con l’equipe di soccorso che riesce a riportarlo in superficie. Casarotto tenta qualche passo, ma quasi subito si accascia sul suo zaino, morendo poco dopo - per le numerose emorragie interne - tra le braccia di Gianni Calcagno [1]. È il 16 luglio 1986: ha solo 38 anni. Viene tumulato in un crepaccio, per restituirlo alla montagna che gli era stata fatale. Dopo 17 anni, il lento scorrere del ghiacciaio ne lascia riemergere le spoglie, che vengono rinvenute il 2 ottobre 2003 da un gruppo di scalatori kazakhi, che provvedono a trasportarlo al Memorial Gilkey (grande tumulo di pietre che raccoglie le spoglie dei caduti del K2).

[modifica] Realizzazioni

Qui sotto il lungo elenco di realizzazioni (prime e ripetizioni) di Renato Casarotto:

[modifica] Bibliografia

[modifica] Libri di Renato Casarotto

  • 1986 - Oltre i venti del nord. Dall'Oglio Editore

[modifica] Libri su Renato Casarotto

  • 1996 - Goretta Traverso. Goretta e Renato Casarotto, una vita tra le montagne, De Agostini

[modifica] Citazioni

  • "Lui ora era lì sul ghiacciaio che lo aveva tradito, vegliato dagli amici che attenderanno l'alba e per un atto di pietà restituiranno al mostro la sua vittima. Passai la notte a vegliare su Julie e Goretta: prima del sorgere del sole, risalii fino al ghiacciaio per l'ultimo saluto ad un amico." (Agostino Da Polenza, Everest - K2 Montagne di sogno)
  • "Renato considerava la scalata come uno straordinario mezzo introspettivo, uno strumento per arrivare al nocciolo della vita e trovare una risposta alle grandi domande, ritenendo che il procedere in solitaria lungo una via nuova, oppure in libera dove altri erano riusciti a forzare i passaggi soltanto in artificiale, fosse il massimo. Non amava rischiare e giocare d'azzardo con la vita, ma non era attratto dalle vie facili: egli desiderava compiere un viaggio nell'ignoto, liberare se stesso nell'azione e quindi conoscersi nel modo più profondo. I limiti, affermò una volta, «esistono soltanto perché li poniamo dentro di noi»." (Roberto Mantovani)

[modifica] Curiosità

Per quanto Goretta non fosse un’alpinista, nel 1985 seguirà Casarotto sul Gasherbrum II, prima donna italiana a scalare un 8000.

[modifica] Note

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Voci correlate


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