Palazzo Doria d'Angri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Palazzo Doria d'Angri è un palazzo situato in piazza Sette Settembre, nelle vicinanze di piazza Dante a Napoli.
[modifica] Cenni storici
Fu eretto su commissione di Marcantonio Doria su precedenti abitazioni acquistate dal Tribunale della Fortificazione nel 1755; nel 1760 venne demolito il palazzetto precedente, ma in quell'anno il Doria morì e l'idea di realizzare il palazzo di famiglia passò al figlio Giovanni Carlo Doria che incaricò del progetto l'ormai anziano Luigi Vanvitelli. Dopo la morte del Vanvitelli i progetti passarono a Ferdinando Fuga, a Mario Gioffredo e infine s Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che aggiunse ulteriori modifiche.
Nel 1778 i lavori si fermarono poiché una parte del fabbricato in costruzione usciva lievemente dal lotto originario: ciò causò una lite con il marchese Polce che aveva un terreno in fitto in quel punto, ma il Doria ottenne quel suolo per il completamento del prospetto del palazzo e per apporvi le quattro colonne del portale. Durante la costruzione si ebbe l'idea di realizzare anche un portale laterale, ma i lavori si fermarono alla sola progettazione da parte dell'ingegnere Gaetano Buonocore.
Nel 1860 il palazzo divenne famoso perché il 7 settembre Giuseppe Garibaldi annunciò dal balcone del medesimo edificio l'annessione del Regno delle Due Sicilie a quello d'Italia (da qui il nome della piazza in cui è sito il palazzo).
Il palazzo fu seriamente danneggiato nella seconda guerra mondiale.
[modifica] Descrizione
Il palazzo ha una pianta trapezioidale, con la facciata rivolta verso il largo; la facciata è in marmo bianco ed è scandita dalla presenza del portale affiancato da colonne tuscaniche che sorregono, insieme a dei possenti mensoloni, l'aggettante balcone. Il piano superiore è scandito dalla presenza di semicolonne e lesene ioniche che inquadrano tre finestre con cornici marmoree; la balaustra, che oggi risulta danneggiata, ospitava sei statue e lo stemma dei Doria (oggi rimangono solo due statue a destra e un pezzo di ghirlanda dello stemma). Inoltre sono presenti anche le modeste facciate laterali che presentano, su entrambi i lati, finestre con timpani alternati.
La facciata posteriore, che fronteggia il Palazzo Carafa di Maddaloni, ha un portale modesto che chiuso, poco dopo la sua costruzione, a causa della diatriba tra i Carafa e i Doria sul passaggio dei carri.
L'interno è impreziosito con decorazioni vanvitelliane, affreschi e tele di Fedele Fischetti con la collaborazione di Alessandro Fischetti e Costantino Desiderio, al quale è attribuita l'Aurora posta nel boudoir, le cui cariatidi in stucco furono realizzate dallo scultore Angelo Viva. Gli ambienti settecenteschi integri sono il gabinetto degli specchi e la galleria ellittica.
Nel palazzo c'era una collezione di quadri appartenuti ai Doria e che, venduta all'asta nel 1940, fu in buona parte collocata nel Palazzo della Banca Commerciale Italiana.